Il contestato procuratore generale Talaat Ibrahim Abdallah, nominato il mese scorso, ha chiesto l’apertura di un’inchiesta per tradimento nei confronti di tre oppositori di spicco, accusandoli di tentativo di destituzione del presidente Mohamed Morsi
Misna - Il capo d’imputazione riguarda Mohammed El Baradei, Nobel della pace e coordinatore del Fronte di salvezza nazionale – il fronte di opposizione formato da 15 partiti – l’ex ministro degli Esteri nonché candidato alle ultime presidenziali Amr Moussa e il dirigente della sinistra egiziana Hamdeein Sabahi, anche lui in lizza contro Morsi al voto dello scorso giugno. Nelle ultime settimane i tre oppositori hanno guidato le proteste di piazza contro la nuova Carta fondamentale approvata con un referendum e contro gli ultimi controversi provvedimenti adottati a novembre dal presidente Morsi. Secondo alcuni analisti citati da fonti di stampa panarabe, il decreto del procuratore Abdallah rischia di aggravare ulteriormente le tensioni politico-istituzionali emerse negli ultimi tempi, accompagnate anche da violenti manifestazioni. Fonti anonime vicine alla procura hanno sottolineato che “questo genere di richiesta da parte di un procuratore generale è inusuale” ha riferito il sito d’informazione ‘Al Arabiya’. Da tempo i Fratelli musulmani di Morsi accusano i leader di opposizione di “incitare normali cittadini egiziani a sollevarsi contro il potere legittimo e contro il presidente”, come scritto dalla direzione del partito sul proprio sito internet. Il quotidiano locale ‘Egypt Indipendent’ ha precisato che le accuse formali a carico dei tre oppositori sono state redatte da due legali del ‘Lawyers Syndicate’s Freedoms Committe’, Al-Sayed Hamed e Nasser al-Asqalany. La procedura giudiziaria è stata aperta nel giorno in cui il ministro incaricato degli Affari parlamentari, Mohamed Mahsoub, membro di un partito centrista, ha rassegnato le proprie dimissioni, in contrasto aperto con il presidente Morsi. In una lettera a sua firma pubblicata sulla pagina Facebook del partito Wasat, l’ex ministro ha spiegato che “molte delle politiche del governo sono in contraddizione con le mie convinzioni personali e non sono rappresentative delle aspirazioni del popolo egiziano”, aggiungendo che “servono cambiamenti più radicali”. Sempre ieri Essam al-Erian, vice presidente del Partito Libertà e Giustizia nonché consigliere del presidente Morsi, è stato scelto come leader della maggioranza nel Consiglio della Shura. Da canto suo, dopo l’approvazione della nuova Costituzione con il 64% dei consensi, Morsi ha annunciato un imminente rimpasto di governo e invitato l’opposizione a partecipare un dialogo nazionale. Le principali formazioni di opposizione hanno ribadito che non prenderanno parte a una “farsa” ma soltanto a un dialogo “sincero e produttivo”. Inoltre le forze di opposizione stanno moltiplicando le consultazioni in vista delle legislative da tenersi fra due mesi e hanno indetto una grande manifestazione antigovernativa per il prossimo 25 gennaio, giorno del secondo anniversario della rivoluzione che nel 2011 ha portato alla destituzione del regime di Hosni Mubarak.
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