martedì, dicembre 18, 2012
Top secret il costo della fossa anticarro lunga 120 Km  

GreenReport -La Grecia si avvia a festeggiare, il 7 gennaio, il peggior Natale ortodosso dalla fine della seconda guerra mondiale; ma un Paese sfiancato economicamente e socialmente e percorso dalle bande neonaziste dei picchiatori di Alba Dorata, che ha avviato oggi la costruzione di un muro lungo 12,5 Km alla frontiera con la Turchia, destinato a respingere i disperati che vogliono entrare nel Paese più disperato d'Europa per raggiungere i ricchi Paesi del Nord, ma che invece restano prigionieri in Grecia, facili prede delle squadracce razziste ed accusati di voler togliere un lavoro che non c'è.

Il nuovo muro tra la culla della civiltà occidentale ed un Paese della Nato che vuole entrare nell'Unione europea chiuderà solo una parte dei 150 km del confine greco-turco, in corrispondenza di un'ansa del fiume Evros in territorio turco dove fino ad ora non era stato possibile mettere nessun ostacolo per impedire ai migranti di entrare in Grecia.

Per costruire questo nuovo muro che tiene fuori gli esseri umani da un confine dove passano le merci della globalizzazione, saranno necessari più di 6.000 m3 di cemento, 800 tonnellate di acciaio, 370 Km di filo spinato e ben 3,2 milioni di euro in un Paese che non riesce più nemmeno a pagare stipendi e pensioni per far sopravvivere i suoi cittadini.

Eppure, in piena crisi economico/politica, a fine 2010, il governo greco aveva annunciato l'intenzione di costruire il muro alla frontiera, una decisione subito criticata da diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani.

Ogni anno dalla Grecia passano centinaia di migliaia di migranti clandestini e ne sono stati fermati tra i 100.000 e i 150.000. Il 2 agosto scorso era stata annunciata la realizzazione di una fossa anticarro lunga 120 Km, larga 30 metri e profonda 7 che segnerà la frontiera greco-turca, scoraggiando un attacco turco (anche la Grecia è un Paese Nato, sic!) ma soprattutto fermando l'invasione dei migranti. In realtà i lavori, finanziati dal ministero della Difesa greco, sono già partiti nel dicembre 2009 e una tranche di 14,5 Km era già pronta 4 mesi fa ma, in un Paese dove la Troika dell'Ue controlla anche la più povera delle pensioni, il costo del vallo anti-immigrati è un segreto.

Ora nel punto più "facile" - quello del fiume Evros - i migranti si troveranno davanti un muro pattugliato da guardie di frontiera greche. Gli altri continueranno a passare, guidati dai trafficanti di carne umana, negli stretti che separano la Turchia dalle isole greche: solo il 15 dicembre ne sono morti 20, ed 8 sono andati dispersi in un naufragio al largo dell'isola di Lesbo.

Ad appoggiare subito la creazione del muro, già il 27 gennaio, è stato il Paese della liberté, égalité, fraternité, della Rivoluzione e dei diritti umani, la Francia. All'epoca Brice Hortefeux, l'allora ministro dell'Interni di Nicolas Sarkozy, disse ad Atene che la barriera anti-immigrati era un'ottima cosa: «Le misure che sono state prese, dato che non si tratta di restaurare il muro di Berlino, sono di buon senso e noi le sosteniamo».

Chissà quale è la differenza tra i tedeschi dell'est, gli ungheresi, i bulgari, i romeni o gli albanesi che scappavano da una dittatura e i migranti che scappano dalle dittature, dalle guerre e dalla fame? Chissà che differenza c'è tra il muro di Evros e quello di Berlino, tra le fosse ed i reticolati greci e quelli della Cortina di ferro che separavano due mondi per tenere separati gli esseri umani?


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