In occasione del processo che parte oggi a Brindisi e vede imputati 13 dirigenti Enel della centrale Federico II, sveliamo il mistero dei manifesti anonimi comparsi da alcuni giorni negli spazi affissivi della città, dove accanto all’immagine della centrale Enel di Cerano si leggeva: “Sono in arrivo nuovi filtri per le centrali a carbone della tua città”.
GreenPeace - Oggi su quegli stessi spazi ci sono nuovi manifesti, stavolta a firma Greenpeace, dove compare la stessa centrale accanto ai primi piani di alcuni bambini di Brindisi con la scritta “Le centrali a carbone della tua città hanno nuovi filtri. I polmoni di…” e il vero nome del minore ritratto, di cui si specifica l’età. In calce alle foto, poi, il seguente messaggio: “Deficit nello sviluppo neonatale, deficit polmonari, malattie respiratorie, asma infantile, disordini dello sviluppo, patologie neuronali, cancro. Gli 84 inquinanti emessi da una centrale a carbone hanno molti effetti sui tuoi figli, ma una sola soluzione: fermare il carbone”. L’obiettivo di questa campagna è richiamare l’attenzione su un dato che non dobbiamo dimenticare: gli impatti sanitari delle centrali a carbone di Brindisi, come quelli di qualsiasi impianto alimentato con la stessa fonte, sono enormi; e la popolazione più esposta a quei mali sono i bambini, spesso colpiti dagli inquinanti già prima di nascere.
L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha segnalato nel 2011 la centrale Enel di Brindisi come il sito industriale più inquinante d’Italia. Secondo l’Agenzia dell’UE le emissioni di quell’impianto (in riferimento ai dati del 2009) determinano una mortalità prematura stimabile in 119 casi l’anno. A questi andrebbero sommati gli impatti dell’impianto di Brindisi Nord di Edipower, che ha appena ottenuto una nuova AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per tornare a lavorare a pieno regime.
In riferimento alla popolazione di Brindisi, uno studio del 2011 - realizzato dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Lecce e di Pisa con l’Unità operativa di Neonatologia dell’ospedale Perrino di Brindisi, la Asl di Brindisi e l’Università di Pisa - segnala un eccesso nelle patologie neonatali riscontrate nel capoluogo pugliese del 18% rispetto alla media europea, con uno scarto che raggiunge quasi il 68% in riferimento alle patologie congenite cardiovascolari.
Chiediamo un progressivo abbandono, entro il 2030, del carbone: una fonte energetica fortemente dannosa per la salute e la più impattante sul clima globale. Oltre allo stop ai nuovi progetti di centrale a carbone è assolutamente evidente che gli impatti di questa fonte sporca non sono più tollerabili e che è necessario da subito ridurre la produzione di elettricità da carbone che va progressivamente abbandonata. Esistono tutte le condizioni per un dimezzamento entro il 2020 e un azzeramento entro il 2030.
Ringraziamo i bambini di Brindisi e i loro genitori che, in nome della salute e dell’ambiente, ci hanno permesso di realizzare questa campagna di sensibilizzazione. Grazie, inoltre, al comitato “Mamme No al Carbone”.
GreenPeace - Oggi su quegli stessi spazi ci sono nuovi manifesti, stavolta a firma Greenpeace, dove compare la stessa centrale accanto ai primi piani di alcuni bambini di Brindisi con la scritta “Le centrali a carbone della tua città hanno nuovi filtri. I polmoni di…” e il vero nome del minore ritratto, di cui si specifica l’età. In calce alle foto, poi, il seguente messaggio: “Deficit nello sviluppo neonatale, deficit polmonari, malattie respiratorie, asma infantile, disordini dello sviluppo, patologie neuronali, cancro. Gli 84 inquinanti emessi da una centrale a carbone hanno molti effetti sui tuoi figli, ma una sola soluzione: fermare il carbone”. L’obiettivo di questa campagna è richiamare l’attenzione su un dato che non dobbiamo dimenticare: gli impatti sanitari delle centrali a carbone di Brindisi, come quelli di qualsiasi impianto alimentato con la stessa fonte, sono enormi; e la popolazione più esposta a quei mali sono i bambini, spesso colpiti dagli inquinanti già prima di nascere.
L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha segnalato nel 2011 la centrale Enel di Brindisi come il sito industriale più inquinante d’Italia. Secondo l’Agenzia dell’UE le emissioni di quell’impianto (in riferimento ai dati del 2009) determinano una mortalità prematura stimabile in 119 casi l’anno. A questi andrebbero sommati gli impatti dell’impianto di Brindisi Nord di Edipower, che ha appena ottenuto una nuova AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per tornare a lavorare a pieno regime.
In riferimento alla popolazione di Brindisi, uno studio del 2011 - realizzato dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Lecce e di Pisa con l’Unità operativa di Neonatologia dell’ospedale Perrino di Brindisi, la Asl di Brindisi e l’Università di Pisa - segnala un eccesso nelle patologie neonatali riscontrate nel capoluogo pugliese del 18% rispetto alla media europea, con uno scarto che raggiunge quasi il 68% in riferimento alle patologie congenite cardiovascolari.
Chiediamo un progressivo abbandono, entro il 2030, del carbone: una fonte energetica fortemente dannosa per la salute e la più impattante sul clima globale. Oltre allo stop ai nuovi progetti di centrale a carbone è assolutamente evidente che gli impatti di questa fonte sporca non sono più tollerabili e che è necessario da subito ridurre la produzione di elettricità da carbone che va progressivamente abbandonata. Esistono tutte le condizioni per un dimezzamento entro il 2020 e un azzeramento entro il 2030.
Ringraziamo i bambini di Brindisi e i loro genitori che, in nome della salute e dell’ambiente, ci hanno permesso di realizzare questa campagna di sensibilizzazione. Grazie, inoltre, al comitato “Mamme No al Carbone”.
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