giovedì, dicembre 13, 2012
Ogni anno, in Italia, muoiono almeno tremila persone per malattie collegate all’amianto. Per questo, la Fondazione “Sosteniamoli Subito” dell’Anmil ha lanciato una campagna nazionale di sensibilizzazione, orientata soprattutto verso i ragazzi tra i 18 e i 35 anni. 

Radio Vaticana - "Malattie sociali", così potremmo chiamare le patologie legate all’esposizione all’amianto. L’Associazione mutilati e invalidi sul lavoro, l’Anmil, assieme ai sindacati ha lanciato una campagna dal titolo “Asbetus Free”. Corpi che appunto hanno tatuato questo motto per indicare che dall’amianto ci si può e ci deve liberare. Basta pensare che in Italia, nonostante questa sostanza sia stata bandita dal ’92, ci sono ancora 75 mila ettari di terreno contaminati e che nel 2025 ci aspetta il picco delle patologie collegate. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi: "Disegnare una strategia comune, ambiente-lavoro-salute, sulla questione amianto. Questo piano nazionale amianto, che stiamo confezionando, credo possa trovare la luce, spero, nel mese di gennaio".

Un aspetto fondamentale è lo smaltimento dell’amianto. Giuseppe Secchi, presidente della Fondazione “Sosteniamoli Subito”: "È un aspetto molto difficile: prepareremo, se è possibile, dei progetti per poter snellire anche la procedura dello smaltimento".

Un vero "killer" è il mesotelioma del polmone. Antonio Bergamaschi, professore di medicina del lavoro alla Cattolica di Roma: "Anche con interventi chirurgici precoci, di pulizia accurata delle lesioni, la prognosi rimane molto drammatica. La chemioterapia, in pratica, non dà al momento nessun tipo di speranza". L’informazione è fondamentale per evitare che aumenti il numero di chi si ammala.

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