Preoccupazione per le attuali politiche sanitarie nazionali è stata espressa oggi da mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio per la Pastorale della Salute, in occasione della Messa da lui presieduta nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia per il personale della Asl Roma 3.
Radio Vaticana - Si tratta della Asl che gestisce uno degli ospedali più antichi del mondo, l’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, che ha visto la presenza dei grandi santi della Carità come San Filippo Neri e San Camillo de’ Lellis. Oggi – ha detto il presule - i centri di cura e di assistenza, “colpiti dalla crisi, rischiano di diventare luoghi di patimento privi della più piccola luce che la speranza emana. Talvolta ci sentiamo sfidati e scoraggiati dalle difficoltà legate al nostro lavoro e dall’apparente incapacità di cambiare le cose” di fronte alle “forti ripercussioni che la crisi economica e finanziaria europea ed internazionale sta avendo nelle politiche sanitarie nazionali. Rinnoviamo in proposito la nostra preoccupazione per le riforme in atto – ha affermato mons. Zimowski - in quanto si ha l’impressione che si tenga conto unicamente dell’aspetto economico del mondo della salute trascurando chi lo anima, dunque chi ne costituisce l’essenza vitale, a partire dalla persona sofferente”.
“Si parla della riduzione di posti letto – ha proseguito - ma non si parla di chi sarà privato della possibilità di essere ricoverato, curato o comunque assistito in modo consono al proprio stato di salute”. E’ necessaria invece – ha concluso citando il Papa - una “vera giustizia distributiva che garantisca a tutti, sulla base dei bisogni oggettivi, cure adeguate”, perché “il mondo della salute non può sottrarsi alle regole morali che devono governarlo affinché non diventi disumano”.
Radio Vaticana - Si tratta della Asl che gestisce uno degli ospedali più antichi del mondo, l’Ospedale di Santo Spirito in Sassia, che ha visto la presenza dei grandi santi della Carità come San Filippo Neri e San Camillo de’ Lellis. Oggi – ha detto il presule - i centri di cura e di assistenza, “colpiti dalla crisi, rischiano di diventare luoghi di patimento privi della più piccola luce che la speranza emana. Talvolta ci sentiamo sfidati e scoraggiati dalle difficoltà legate al nostro lavoro e dall’apparente incapacità di cambiare le cose” di fronte alle “forti ripercussioni che la crisi economica e finanziaria europea ed internazionale sta avendo nelle politiche sanitarie nazionali. Rinnoviamo in proposito la nostra preoccupazione per le riforme in atto – ha affermato mons. Zimowski - in quanto si ha l’impressione che si tenga conto unicamente dell’aspetto economico del mondo della salute trascurando chi lo anima, dunque chi ne costituisce l’essenza vitale, a partire dalla persona sofferente”.
“Si parla della riduzione di posti letto – ha proseguito - ma non si parla di chi sarà privato della possibilità di essere ricoverato, curato o comunque assistito in modo consono al proprio stato di salute”. E’ necessaria invece – ha concluso citando il Papa - una “vera giustizia distributiva che garantisca a tutti, sulla base dei bisogni oggettivi, cure adeguate”, perché “il mondo della salute non può sottrarsi alle regole morali che devono governarlo affinché non diventi disumano”.
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