venerdì, dicembre 21, 2012
Legambiente: «Accertare la verità e rivelare nomi di chi ha osteggiato le indagini»

GreenReport - Ieri è stata annullata la conferenza stampa indetta dal presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti, Gaetano Pecorella, ma sono emersi sviluppi clamorosi riguardanti la morte del Capitano Natale De Grazia, che indagava sulle "navi dei veleni", che sembrano avvalorare i dubbi e le ombre pesanti che da 17 anni circondano la pagina più buia della complessa vicenda delle cosiddette navi radioattive. «Nel contempo però aprono uno squarcio di speranza sulla possibilità di rendere finalmente giustizia alla famiglia e a quanti non si sono arresi di fronte a verità di comodo - sottolinea Legambiente, l'associazione che ha seguito con più attenzione e costanza la vicenda- I risultati acquisiti dalla commissione parlamentare d'inchiesta, con l'ormai evidente probabilità che il Capitano De Grazia sia stato ucciso, se da una parte ridanno tragica e raggelante attualità ad una enorme tragedia umana e civile e al valore di un grande uomo, dall'altra impongono l'immediata riapertura dell'inchiesta sulla sua morte».

Secondo il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, «Questo deve essere il primo passo in direzione dell' accertamento più ampio della verità su quello che ancora di più si conferma come un intrigo di Stat. E' quanto da anni tenacemente chiediamo anche attraverso il Comitato per la Verità istituito ad hoc insieme a magistrati, giornalisti, ambientalisti, rappresentanti istituzionali ed autorevoli esperti».

Sin dagli anni ‘70, complice la carenza legislativa nazionale ed internazionale, l'Italia ha fatto ricorso al dumping ambientale per liberarsi dei propri rifiuti industriali. Il Sud del mondo è il principale destinatario delle sostanze più velenose e più costose da smaltire: Somalia, Guinea, Mozambico, Libano.... Negli anni '80 le proteste ambientaliste e dei Paesi vittime dei traffici spingono le Nazioni Unite e i Paesi esportatori a riprendersi i rifiuti: partono dall'Italia diverse navi con il compito di rimediare al grave imbarazzo internazionale. Tra queste la Jolly Rosso, la Zanoobia, la Keren B vengono ingaggiate dal governo italiano per rimpatriare le sostanze tossiche esportate: verranno ricordate come le navi dei veleni. Altra vittima eccellente dei trafficanti di rifiuti è il mare Mediterraneo. Qui ci finisce di tutto, a cominciare dagli scarichi industriali: il mare come un "tappeto" sotto cui nascondere la polvere più velenosa. Secondo i dati della Direzione nazionale antimafia le navi "sospette" affondate al largo delle coste italiane sarebbero almeno 88 (1979 - aprile 2001), concentrate soprattutto nel sud.

Nuccio Barilla, della segreteria nazionale del Cigno Verde e uomo di punta di Legambiente in Calabria, la reione dove lo scanalo delle navi dei veleni è deflagrato, evidenzia: «Seppure in colpevole ritardo, è arrivato il momento di dare nomi e volti agli autori delle "pressioni e degli atteggiamenti ostili" di cui ha parlato l'allora presidente della Repubblica Ciampi nel conferire la medaglia d'oro alla memoria al fedele servitore dello Stato. Lo stesso Stato che altri evidentemente tradivano. Anche oggi, il pensiero e la solidarietà di Legambiente vanno alla famiglia di Natale De Grazia, posta di fronte ad una realtà che, pur temuta, resta tanto amara quanto sconvolgente».

Intanto i deputati del Pd Ermete Realacci e Alessandro Bratti annunciano interrogazione parlamentare. Realacci, oggi responsabili green economy del Pd ma che ha contribuito a svelare all'epoca in cui era presidente di Legambiente l'indecente e criminale intrigo delle navi dei veleni, ha detto: «Il Capitano Natale De Grazia sarebbe morto avvelenato e non per arresto cardiocircolatorio. La punta di diamante del pool di inquirenti di Reggio Calabria, morto 17 anni fa, mentre indagava sulla motonave Jolly Rosso, la cosiddetta "nave dei veleni" sarebbe stato quindi vittima di un omicido. Secondo quanto si apprende da indiscrezioni stampa in merito ad una perizia nelle mani della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Ciclo dei rifiuti, sarebbe stata rilevata la presenza di elementi tossici nel corpo del capitano, gettando un'ombra ancora più cupa su una delle vicende più buie delle nostra storia recente e delle ecomafie. Tanto che sulla morte di De Grazia e sulle cosiddette "navi dei veleni" da anni si concentrano i sospetti di associazioni ambientaliste e comitati di cittadini. Per fare luce su uno dei più inquietanti misteri italiani e per sapere cosa intendano fare qualora le dichiarazioni contenute nella perizia siano confermate ho presentato, insieme all'On. Bratti, un'interrogazione parlamentare ai ministri dell'Interno, della Giustizia e dell'Ambiente. Nel caso sia confermata la perizia, chiediamo inoltre ai ministri interrogati la riapertura dell'inchiesta sulla morte di Natale De Grazia per rendere giustizia a questo straordinario servitore dello Stato e chiediamo di andare sino in fondo nell'accertamento della verità anche sulla gravissima vicenda delle navi dei veleni. Chiediamo infine quali misure intendano mettere in atto per ripristinare la sicurezza ambientale dei tratti di mare e di costa interessati dall'inabissamento e dall'arenamento delle navi dei veleni».

Il "Comitato per la verità" sui traffici nazionali e internazionali di rifiuti e materiali radioattivi ripropone le sue 10 domande che in questi anni sono rimaste in gran parte senza risposta:

1. E' vero, come riportato dalla stampa, che l'ammiraglio Bruno Branciforte, direttore generale dell'Aise, ha parlato di "55 navi a perdere" in un'audizione dinanzi al Copasir?

2. Perché il 7 agosto 2008 fu ritirata l'ordinanza con cui il 18 aprile 2007 la Capitaneria di Porto di Cetraro, in base ai valori delle analisi effettuate dall'Arpacal su richiesta della Procura della Repubblica di Paola, vietava la pesca in due distinte aree nel mare antistante Cetraro?

3. E' vero, come ha sostenuto il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia che "sono certe le notizie inerenti l'affondamento di una nave carica di rifiuti tossico farmaceutici ad opera della ‘ndrangheta al largo delle coste livornesi"?

4. E' vero che c'è inquinamento radioattivo "con valori da tre a sei volte superiori i limiti previsti" nel torrente Oliva, nel comune di Aiello Calabro, come dichiarato dal sottosegretario Menia in Parlamento e come confermerebbero le testimonianze di numerosi cittadini circa l'interramento di fusti sospetti?

5. E' vero che per i Comuni di Serra d'Aiello, Cleto e Melito è stato redatto uno studio epidemiologico dal dottor Giacomo Brancati, responsabile del settore prevenzione sanitaria ed epidemiologica della Regione Calabria, che parla di aumento dei tumori e sui quali sta indagando la Procura della Repubblica di Paola?

6. Perché per la motonave Rigel, su cui pesa una sentenza definitiva della Cassazione per affondamento doloso e della quale si conoscono le coordinate al largo di Capo Spartivento, non vengono attivate le ricerche per l'individuazione e la caratterizzazione del carico?

7. Perché non viene cercato e ascoltato l'ing. Giorgio Comerio, personaggio chiave di tante vicende legate alle cosiddette navi dei veleni, definito nel 2004 dall'ex ministro per i rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi "noto trafficante d'armi" e "faccendiere italiano al centro di una serie di vicende legate alla Somalia e all'illecita gestione degli aiuti della Direzione generale per la cooperazione e lo sviluppo"?

8. E' vero che vi sono intercettazioni telefoniche tra 'ndranghetisti che parlano di affondare navi cariche di rifiuti pericolosi, come risulta agli atti delle indagini coordinate da Alberto Cisterna, magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria? ("Basta essere furbi, aspettare delle giornate di mare giusto, e chi vuoi che se ne accorga? "E il mare?" "Ma sai quanto ce ne fottiamo del mare? Pensa ai soldi, che con quelli il mare andiamo a trovarcelo da un'altra parte..." intercettazione di un dialogo tra due boss)

9. Sono state chieste all'allora presidente della Commissione d'inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi, Carlo Taormina, tutte le informazioni in suo possesso che lo portarono ad affermare nel 2004 che il clan Iamonte (cosca del Reggino) fosse coinvolto nella gestione di traffici illegali di rifiuti da Saline Ioniche?

10. E' stata realizzata un'indagine conoscitiva sul numero e sulle modalità operative dei centri di stoccaggio di rifiuti speciali di tutta Italia, in particolare sul centro Enea di Rotondella (Mt) già al centro di indagini su traffici di scorie, definiti nel 2007 dall'allora ministro dell'Interno Giuliano Amato "un vero e proprio serbatoio di illegalità"?


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