giovedì, dicembre 13, 2012
«Non diremo ai fedeli di boicottare la consultazione. Ma di certo non li incoraggeremo a votare a favore». 

Acs - In vista del prossimo referendum – che si terrà in due fasi, il 15 e il 22 dicembre - in cui gli egiziani saranno chiamati ad accettare o a respingere la bozza della nuova Costituzione, padre Rafic Greiche, portavoce della Conferenza episcopale d’Egitto, esprime l’insoddisfazione della Chiesa copto-cattolica per il testo approvato dall’assemblea costituente lo scorso 30 novembre durante una seduta notturna. Pochi giorni prima, i rappresentanti delle Chiese cristiane, insieme agli esponenti dei partiti liberali, si erano ritirati dall’assemblea in segno di protesta contro le esplicite tendenze islamiche della nuova Carta. «È semplicemente ingiusto affrettarsi a discutere un documento tanto importante, senza neanche concedere ai cittadini un genuino dibattito pubblico».

In una conversazione avuta ieri, 11 dicembre, con Aiuto alla Chiesa che Soffre padre Greiche si dichiara per niente sorpreso dalla piega presa dagli eventi. «Quando l’Islam diviene politicizzato si trasforma automaticamente in una dittatura fascista. E ora siamo di fronte alla minaccia dell’introduzione della sharia come prima fonte di diritto. Introduzione che avrà gravi ripercussioni non solo nella vita dei cristiani, ma di tutti gli egiziani che chiedono pace e giustizia». Il riferimento alla legge coranica non è l’unico aspetto della bozza - tra le principali cause delle attuali rimostranze - che preoccupa padre Greiche: molti articoli sono stati scientemente formulati in modo ambiguo per dare adito ad interpretazioni fondamentaliste. Attraverso Aiuto alla Chiesa che Soffre, il sacerdote esorta l’Unione europea a premere sul Cairo, richiamando Morsi e il suo governo al rispetto dei diritti umani. «Le milizie dei Fratelli musulmani hanno minacciato molte persone che manifestavano pacificamente contro la politica presidenziale. Questo è inaccettabile, esattamente come il testo proposto per la futura costituzione egiziana».

Tuttavia la Chiesa cattolica – che conta circa 250mila fedeli - non perde la speranza e continua a cercare il dialogo con il presidente. «Se Morsi ha ancora un barlume di saggezza, deve avere un confronto vero con tutti i gruppi politici e le diverse realtà del Paese. Ma tutte le proposte che abbiamo ricevuto finora erano imbrogli. E noi non abbiamo bisogno di un finto dialogo».

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