Per l'opposizione si trattava di un aereo del governo; per Damasco l'attentato è opera di terroristi. Halfaya era una "zona liberata" dai ribelli. Brahimi è a Damasco per nuovi dialoghi di pace. Il suo lavoro sembra impossibile.
Asianews - Diverse decine di persone sono state uccise e molte di più ferite in un raid aereo che ha colpito una lunga fila di persone in attesa di acquistare del pane da un forno. Gli oppositori del regime accusano il governo siriano della carneficina; la tivu di Stato accusa "gruppi terroristi armati". L'attacco avvenuto ieri a Halfaya, vicino ad Hama, è uno dei più crudeli e mortali di tutta la guerra civile che da 21 mesi infiamma la Siria. Finora non vi sono conferme indipendenti, poiché il governo di Damasco restringe la presenza di giornalisti e corrispondenti. I ribelli avevano dichiarato Halfaya "zona liberata" solo cinque giorni fa.
Video messi on-line dagli attivisti mostrano decine di corpi sanguinanti e inerti sotto le macerie. Gli abitanti di Halfaya affermano che i morti sono 90, ma il bilancio è in crescita perché molti feriti sono in gravissime condizioni. Secondo i ribelli il regime è disperato e ricorre a queste distruzioni di massa. Mentre le violenze continuano, è giunto a Damasco via terra - per il perdurare degli scontri attorno all'aeroporto internazionale della capitale - l'inviato Onu Lakhdar Brahimi per continuare i dialoghi che portino alla pace e a un cessate-il-fuoco. Ma il suo lavoro sembra ormai impossibile, rifiutato dai ribelli, che affermano di essere vicini alla vittoria, e dal governo siriano che sprezzante continua la sua offensiva.
Secondo gli attivisti dell'opposizione, la guerra siriana ha già prodotto almeno 44mila morti, 100 morti al giorno.
Asianews - Diverse decine di persone sono state uccise e molte di più ferite in un raid aereo che ha colpito una lunga fila di persone in attesa di acquistare del pane da un forno. Gli oppositori del regime accusano il governo siriano della carneficina; la tivu di Stato accusa "gruppi terroristi armati". L'attacco avvenuto ieri a Halfaya, vicino ad Hama, è uno dei più crudeli e mortali di tutta la guerra civile che da 21 mesi infiamma la Siria. Finora non vi sono conferme indipendenti, poiché il governo di Damasco restringe la presenza di giornalisti e corrispondenti. I ribelli avevano dichiarato Halfaya "zona liberata" solo cinque giorni fa.
Video messi on-line dagli attivisti mostrano decine di corpi sanguinanti e inerti sotto le macerie. Gli abitanti di Halfaya affermano che i morti sono 90, ma il bilancio è in crescita perché molti feriti sono in gravissime condizioni. Secondo i ribelli il regime è disperato e ricorre a queste distruzioni di massa. Mentre le violenze continuano, è giunto a Damasco via terra - per il perdurare degli scontri attorno all'aeroporto internazionale della capitale - l'inviato Onu Lakhdar Brahimi per continuare i dialoghi che portino alla pace e a un cessate-il-fuoco. Ma il suo lavoro sembra ormai impossibile, rifiutato dai ribelli, che affermano di essere vicini alla vittoria, e dal governo siriano che sprezzante continua la sua offensiva.
Secondo gli attivisti dell'opposizione, la guerra siriana ha già prodotto almeno 44mila morti, 100 morti al giorno.
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