Napolitano risponde ad una lettera aperta di Antonia Marsella, donna di Taranto che si è rivola al presidente della Repubblica per ritrovare un legame sociale aperto al futuro. Ecco il testo integrale della lettera della signora e della risposta arrivata dal Quirinale
Città Nuova - Si conoscono ormai ufficialmente - numeri del ministero della Salute - gli alti tassi di mortalità per tumore a Taranto. Finite le schermaglie per nascondere un disastro ambientale che ha troppe responsabilità, restano aperte le domande che non si possono nascondere ma solo rimuovere. Le ha poste, con efficacia, Antonia Marsella, una donna di Taranto, in una lettera aperta al presidente della Repubblica Napolitano. Il dissenso è esplicito verso il decreto legge che reimmette i Riva nel possesso della grande acciaieria dell’Ilva. Bonificare senza interrompere la produzione sembra un controsenso alla signora Marsella, come, pare, alla magistratura inquirente che sta studiando i modi per interessare la competenza della Corte Costituzionale.
I numeri del Pil e delle politiche industriali di un Paese in crisi si agitano come la tromba d’aria che si è abbattuta sul cielo della capitale della Magna Grecia. Ma contro il determinismo di chissà quale divinità che ci vuole mantenere nella confusione e nel non senso, la lettera esprime la necessità di un rapporto, di rendere ragione dentro la contraddizione. Come la solidarietà richiesta dai “cittadini e lavoratori liberi e pensanti” ai dipendenti dell’Ilva di Genova che hanno esultato per lo stesso decreto considerato come unica via per scongiurare lo spettro della chiusura dell’attività. Lo hanno chiesto anche alle “donne di Cornigliano” che si batterono per trasferire le lavorazioni a caldo dell’acciaieria lontano dalle abitazioni liguri.
Prima di qualsiasi analisi e obiezione preventiva, bisogna lasciarsi attraversare da questa lettera della donna tarantina che non può lasciare indifferente nessuno e che non ha lasciato indifferente soprattutto il presidente Napolitano alle prese, in queste ore, con la crisi del governo incipiente, con altre lettere e messaggi che non sono affatto così trasparenti.
Ecco il testo integrale dell’appello che abbiamo chiesto alla signora Marsella.
Lettera a Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica
«Avevo davvero riposto in Lei la mia fiducia, credevo che fosse una persona "per bene", che difendesse la nostra Costituzione. Credevo che quei valori, di cui tanto parla, fossero davvero radicati in Lei e fossero il punto di riferimento per ogni sua azione, per ogni sua decisione.
Credevo che avrebbe scelto la Vita e non la morte.. E invece ha firmato la nostra condanna. La condanna di una città sacrificata da anni in nome del profitto più squallido e criminale, abbandonata nelle mani di una famiglia di imprenditori senza scrupoli, plurindagati e pluricondannati e tutt'oggi agli arresti domiciliari o addirittura latitanti.
Come credere ancora nello Stato Italiano? Come credere nella politica e in chi dovrebbe difendere e promuovere il bene comune... e invece ci ha rubato anche il diritto alla Vita?
A Taranto c'è un'ordinanza del sindaco che vieta il pascolo entro un raggio di non meno di 20 km attorno all’area industriale... ma in quei 20 km noi ci viviamo!! Vivono i nostri bambini!!! Le pecore e le capre sono state uccise... ora lo Stato uccide anche noi... per decreto!!!
Ho bisogno di sapere da Lei, signor presidente, cos'hanno di diverso i bambini di Genova rispetto ai nostri. Perché lì l'area a caldo è stata chiusa, in quanto incompatibile con la città, e la produzione spostata a Taranto? Chi ha compiuto il "miracolo" rendendola "compatibile"?!
Venga qui, venga a visitare i nostri bambini devastati dal cancro (e non solo), li guardi negli occhi e sostenga il loro sguardo, se ci riesce, gli spieghi perché lo Stato ha preferito darli in pasto al Mostro, quel mostro che ha distrutto il nostro mare, violentato la nostra terra, insozzato il nostro cielo. Dica alle loro mamme che la malattia e la morte del figlio è necessaria altrimenti cala il Pil!!!
Una pagina vergognosa e vigliacca della storia di questa nazione è stata scritta oggi... e porta la sua firma!
Ora le auguro buona notte, presidente... ma non so se e come riuscirà a dormire... e se ci riuscirà allora si preoccupi, perché temo che ha barattato la sua coscienza col vile denaro».
Città Nuova - Si conoscono ormai ufficialmente - numeri del ministero della Salute - gli alti tassi di mortalità per tumore a Taranto. Finite le schermaglie per nascondere un disastro ambientale che ha troppe responsabilità, restano aperte le domande che non si possono nascondere ma solo rimuovere. Le ha poste, con efficacia, Antonia Marsella, una donna di Taranto, in una lettera aperta al presidente della Repubblica Napolitano. Il dissenso è esplicito verso il decreto legge che reimmette i Riva nel possesso della grande acciaieria dell’Ilva. Bonificare senza interrompere la produzione sembra un controsenso alla signora Marsella, come, pare, alla magistratura inquirente che sta studiando i modi per interessare la competenza della Corte Costituzionale.
I numeri del Pil e delle politiche industriali di un Paese in crisi si agitano come la tromba d’aria che si è abbattuta sul cielo della capitale della Magna Grecia. Ma contro il determinismo di chissà quale divinità che ci vuole mantenere nella confusione e nel non senso, la lettera esprime la necessità di un rapporto, di rendere ragione dentro la contraddizione. Come la solidarietà richiesta dai “cittadini e lavoratori liberi e pensanti” ai dipendenti dell’Ilva di Genova che hanno esultato per lo stesso decreto considerato come unica via per scongiurare lo spettro della chiusura dell’attività. Lo hanno chiesto anche alle “donne di Cornigliano” che si batterono per trasferire le lavorazioni a caldo dell’acciaieria lontano dalle abitazioni liguri.
Prima di qualsiasi analisi e obiezione preventiva, bisogna lasciarsi attraversare da questa lettera della donna tarantina che non può lasciare indifferente nessuno e che non ha lasciato indifferente soprattutto il presidente Napolitano alle prese, in queste ore, con la crisi del governo incipiente, con altre lettere e messaggi che non sono affatto così trasparenti.
Ecco il testo integrale dell’appello che abbiamo chiesto alla signora Marsella.
Lettera a Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica
«Avevo davvero riposto in Lei la mia fiducia, credevo che fosse una persona "per bene", che difendesse la nostra Costituzione. Credevo che quei valori, di cui tanto parla, fossero davvero radicati in Lei e fossero il punto di riferimento per ogni sua azione, per ogni sua decisione.
Credevo che avrebbe scelto la Vita e non la morte.. E invece ha firmato la nostra condanna. La condanna di una città sacrificata da anni in nome del profitto più squallido e criminale, abbandonata nelle mani di una famiglia di imprenditori senza scrupoli, plurindagati e pluricondannati e tutt'oggi agli arresti domiciliari o addirittura latitanti.
Come credere ancora nello Stato Italiano? Come credere nella politica e in chi dovrebbe difendere e promuovere il bene comune... e invece ci ha rubato anche il diritto alla Vita?
A Taranto c'è un'ordinanza del sindaco che vieta il pascolo entro un raggio di non meno di 20 km attorno all’area industriale... ma in quei 20 km noi ci viviamo!! Vivono i nostri bambini!!! Le pecore e le capre sono state uccise... ora lo Stato uccide anche noi... per decreto!!!
Ho bisogno di sapere da Lei, signor presidente, cos'hanno di diverso i bambini di Genova rispetto ai nostri. Perché lì l'area a caldo è stata chiusa, in quanto incompatibile con la città, e la produzione spostata a Taranto? Chi ha compiuto il "miracolo" rendendola "compatibile"?!
Venga qui, venga a visitare i nostri bambini devastati dal cancro (e non solo), li guardi negli occhi e sostenga il loro sguardo, se ci riesce, gli spieghi perché lo Stato ha preferito darli in pasto al Mostro, quel mostro che ha distrutto il nostro mare, violentato la nostra terra, insozzato il nostro cielo. Dica alle loro mamme che la malattia e la morte del figlio è necessaria altrimenti cala il Pil!!!
Una pagina vergognosa e vigliacca della storia di questa nazione è stata scritta oggi... e porta la sua firma!
Ora le auguro buona notte, presidente... ma non so se e come riuscirà a dormire... e se ci riuscirà allora si preoccupi, perché temo che ha barattato la sua coscienza col vile denaro».
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Sono presenti 16 commenti
Sono completamente daccordo con l'autrice della lettera.Napolitano non è stato il mio presidente perche' eletto col consenso di una sola parte politica . Firmando il decreto salva Ilva ha fatto capire di che pasta è fatto . negli anni a venire moriranno tanti di quei bambini di cui parla la signora , ma questo poco importa a Napolitano . Essendo il presidente della consulta dovrebbe prima di tutto rispettare le leggi in vigore che nel caso Ilva come in tutti i casi simili proteggono la salute dei cittadini prima di tutto . Ma per far sembrare tutto in regola firma un decreto che "abroga"solo per Taranto una legge giusta . Secondo l'ordinanza del sindaco , di cui parla la signora , bisogna tutelare gli animali che pascolano e chi se ne frega dei bambiniche muoino e moriranno .Per questo dovrebbe essere denunciato e processato .
-Continuo del commento precedente-
Questo presidente che si comporta come fosse un RE al quale non si puo' fare un appunto per non rischiare di passare per chi non rispetta le istituzioni . Io ho grande rispetto per l'istituzione "PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA", io non rispetto lui , il politico che applaudi' l'invasione dell'Ungheria da parte dell'Unione sovietica . Non rispetto l'uomo che, intercettato mentre si svolgeva una regolare indagine propone il conflitto di attribuzione presso la corte costituzionale (Sapeva che gli avrebbero dato ragione )perche' quello che ha detto a Mancino non esca mai .(Usciranno , usciranno ). Perche' non ha propsto il conflitto di attrbuzione quando intercettato subito dopo il terremoto dell'Aquila si preoccupava degli aquilani? Anzi lascio' che si sapesse perche' in quel caso fece bella figura . Il fratello di Paolo borsellino in un piccolo video (da me sentito )disse che se si venisse a sapere il contenuto di quelle telefonate il presidente dovrebbe solo dimettersi .
-Continuo del commento precedente-
Non rispetto l'uomo che diventato presidente della repubblica corre da mamma ( corte costituzionale)per farsi lavare le mani in modo che non si venga a sapere che è stato beccato con le mani nella marmellata. Non rispetto l'uomo che da presidente fa politica di parte invece di essere superpartes. Fa i governi come se la nostra fosse una repubblica presidenziale .Vorreei sapere se quello che ha fatto Napolitano lo avesse fatto Cossiga cosa avrebbe detto la sinistra che lo voleva interdire e mandare in una clinica a farsi curare . Con Cossiga , del rispetto per le istituzioni se ne poteva fare a meno , per Napolitano invece guai a dire qualcosa .
vada la donna a fare come presidente e poi se ne accorgera'
oggi al contrario di ieri stare in politica à cosa molto diversa da ieri.Perprima cosa entra in mezzo l'economia quella economia che i compagni avevavo tanto avversato chiamando capitalisti anche i piccoli borghesi.Ma tant'è anche i piccoli borghesi piangono gli operai piangeva la Fornero che si apprestava a sacrificare sull'altare del profitto noi tutti,pianse anche il consigliere Amato che oggi gode una bella pesnione di 25.000 euro al mese e gli operai dll'Ilva si domandan se devono lavorare per morire o restare disoccupati x morire di fame. "Io ....non ci sto" come disse un passato presidente della Repubblica,ma anche lui ingurgitò fino al'ultimo la dolce manna della indenntà presidenziale.La soluzione è facile pensarla :quando il popolo è affamato viva la rivoluzion cantava rita pavone anni 70.
cccccccccccccccccccccccccccccccccccc ffffffffffffffffffffffffffefefefsdffd
permittimi di darti del tu . hai nominato Monti senatore a vita con quali soldi lo pagherai con quelli dei cittadini che sono all'estero da 50 anni? essendo in canada dico ai miei nipotini che la proprieta che ho in italia o meglio che avevo,i ladri ministri si sono impadroniti . in cana io e i mie nipotini quando guardiamo il tele giornale e come se fosse una telenovella tale e quale sabrina e michele misserie cosi ci divertiamo hahahahahahahah buo natale io canto la canzone di Venditti in questo mondo di LADRI!!!!!!!!!!!!!
IL MIO PROVERBIO E MENO MALE CHE SI MUORE
ma nessuno pensa ai lavoratori he rimangono senza lavoro quando arrivono i bastardi d'immigrati ammazzateli subito lei e una grandissima stronza se ai il tumore non e colpa dell'azienda e colpa di dio
Uahahashsha! Un ragionamento di uno spessore esaltante!
la signora di taranto, ha ragione dal suo punto di vista,però mi domando: solo adesso si sono accorti che le acciaierie inquinano? la pubblica amministrazione dov'era prima? forse la signora è
troppo giovane per ricordare che quando hanno portato L'ILVA a taranto,in quel quartiere non c'erano case, non c'erano abitazioni,solo in seguito,hanno cominciato a costruire per agevolare i lavoratori ad andare al lavoro,naturalmente per speculazione,ma le autorità che avrebbero dovuto impedirlo forse erano in vacanza? Perchè non dicono anche queste cose? Certo non è bello morire per un'industria,
ma almeno riportino le cose come sono realmente accadute e la responsabilità la diano a chi c'era prima,non addossarla agli ultimi arrivati.
Io penso che prima di chiuderla sarebbe bene accettare il risanamento ma continuando a lavorare,anche morire di fame è brutto!!
Non puoi dare la colpa a Dio se ti viene un brutto male!
Dio non "permette" le cose ... Le "fa"! E non le fa perché è sadico! E ci lascia anche liberi di vivere e di comportarci come piu ci aggrada . . . Non è colpa Sua se l Africa muore di fame, piuttosto nostra che la abbiamo impoverita e che chiudiamo gli occhi per indifferenza o per interesse!
Se tu provassi a vivere nelle condizioni della signora (e di tantissime altre persone) allora - FORSE -potresti capire!
Ma per cortesia non dare la colpa all Onnipotente se l organismo di una creatura viene costantemente e senza sosta avvelenato ed infine sviluppa un male! Sii almeno onesto/a con te stesso/a!
Naolitano tu sei meno di zero e meno di zero rimarrai nella storia un gradino sopra del tuo conterraneo Leone. Caro Napolitano guarda passerai per quello che hai fatto in un paese al baratro e lo sai che sei arrivato li non per i tuoi meriti ma per la tua vecchiaia . Chi ti scrive anche se giovane ti conosce ha studiato legge e nelle migliori universit' italiane e straniere. TU e la tua consorte, vedi ambasciatore Inghilterra, con i vostri raccomandati non ci rappresentate anzi purtroppo siete solo per noi marketing negativo
Al contrario della signora io ho sempre considerato Giorgio Napolitano una disgrazia, come presidente poi penso che sia il peggiore che mi potesse capitare di condividere nella mia epoca. A maggio 2013, finalmente ce lo dovremmo togliere dalle balle... Speriamo che fino ad allora non faccia danni ancora più grandi di quelli già fatti!
Condivido la lettera della signora che evidenzia le contraddizioni insensate di questa "nostra" Italia ma,di questo spirito "autolesionista" e' pieno il mondo.
Non siamo forse anche tutti noi responsabili di cio' che accade quando deleghiamo ad altri "il potere" ? O forse quelli lo hanno perchè Dio glielo ha dato?
Per il resto,molti di questi commenti denotano una scarsa conoscenza della Costituzione,del suo valore e,peggio ancora del suo significato.Manca la conoscenza della Storia con un minimo di riflessione su di essa: sentire ragliare degli asini sarebbe forse meglio!
Prima hanno costruito il rione tamburi poi il primo camino dell'inferno! Chi ha deciso che si doveva spingere sull' industria? Rinnegare l' agricoltura ed il turismo che ne sarebbe venuto.
Qui ed ora vanno create le alternative, a costo di tagliare con quello che è stato, sarebbe peggio non muoversi!
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