lunedì, dicembre 17, 2012
L'emergenza rappresentata dalle procedure di infrazione Ue per la messa in sicurezza delle discariche non in regola, qualora il Parlamento non fosse in grado di aggiornare la normativa, «potrebbe autorizzare l'emanazione di un decreto legge con misure urgenti.

GreenReport - Tra queste, oltre un vincolo generalizzato per la raccolta differenziata a carico delle Autorità competenti sostenuto da sanzioni a carico degli Amministratori inadempienti, la previsione di impiego degli impianti "fuori regione" per il recupero di materia e di energia dai rifiuti in impianti a tecnologia complessa per tempi limitati all'adeguamento dei singoli sistemi regionali e a condizione di non pregiudicare la corretta gestione dei rifiuti nelle regioni di destinazione. Avendo presente che peraltro già oggi il recupero energetico dei rifiuti urbani indifferenziati non è sottoposto ad alcun vincolo territoriale». Lo dice un comunicato del ministero dell'Ambiente, a seguito dell'incontro odierno tra il ministro Corrado Clini (nella foto) e il commissario Ue Janez Potocnik, a margine della riunione del Consiglio Ambiente a Bruxelles.

«L'Italia - ha detto il Clini - è impegnata a promuovere il recupero di materia e di energia dai rifiuti, attraverso l'estensione a tutte le regioni dei programmi per la raccolta differenziata e la progressiva riduzione delle discariche. Ma - ha aggiunto - è necessario adottare misure urgenti a livello nazionale che erano all'esame del Parlamento e rischiano di essere vanificate per la chiusura anticipata della legislatura».

Il nostro paese, ricorda il ministero, rischia di dover pagare multe pesantissime: 56 milioni di provvisionale e 46 milioni ogni sei mesi, a causa della procedura di infrazione relativa alla messa in sicurezza delle discariche non in regola. Nonostante i grandi progressi (i siti sono passati da 5.000 a 214) c'è ancora molto da fare, e alcune Regioni hanno accumulato gravi ritardi anche per l'uso non efficiente delle risorse finanziarie disponibili e il ricorso a procedure "barocche" di autorizzazione degli interventi necessari.

Ulteriori e analoghe sanzioni (180 milioni all'anno) - spiega sempre il ministero - potrebbero essere imposte per la non corretta gestione dei rifiuti in Campania. Il piano presentato alla Ue dalla Regione prevede una entrata a regime nel 2016, ma nello stesso tempo non sono state adottate tutte le decisioni in merito alla localizzazione degli impianti (in particolare per l'opposizione del Comune di Napoli) mentre la raccolta differenziata procede a rilento.

Un caso a parte è Roma, che ha sulla testa due procedure di infrazione: l'uso quasi esclusivo della discarica come sistema di smaltimento dei rifiuti, per lo più non trattati, lo scarso livello di raccolta differenziata e l'ancora più bassa percentuale di recupero energetico - e, soprattutto, di recupero di materia - creano le condizioni per sanzioni molto onerose a carico dell'Italia.

Per affrontare questa annosa e gravosa situazione, il governo Monti aveva previsto un provvedimento per aggiornare gli obiettivi e gli strumenti per la raccolta differenziata, per il recupero di materia e per quello di energia dai rifiuti, modificando il decreto legislativo 152 del 2006, al fine di assicurare il raggiungimento omogeneo degli obiettivi a livello nazionale. Ma "l'emergenza" non è rappresentata soltanto dalle procedure di infrazione: questa minaccia si mescola infatti alla normalità di un'Italia che all'atto pratico ancora si mostra indecisa nel costruire quella gerarchia indicata già in sede europea, e che pone il recupero di materia avanti a quello di energia.

Peraltro - chiude il comunicato del ministero - il sistema nazionale nel suo insieme sarebbe in grado di assicurare il recupero dei rifiuti prodotti, se sulla situazione italiana non incidesse una normativa nazionale più restrittiva di quella comunitaria. Quest'ultima infatti impone di conseguire l'autosufficienza a livello nazionale. Solo l'Italia ha invece previsto che tale autosufficienza debba attuarsi in ambito regionale e non nazionale, con il risultato paradossale dell'esportazione dei rifiuti all'estero.

Come si vede, il problema per l'Italia dei rifiuti urbani è quello di un uso insostenibile delle discariche che, va ricordato, in Campania non sono altro che quelle abusive sostanzialmente "condonate". Una situazione assurda, dentro una discussione altrettanto assurda che vede opporsi inceneritoristi contro anti-inceneritoristi come se fosse solo qui il nodo del problema. Così, mentre il dibattito va avanti a colpi di dossier e tesi scientifiche poste da una parte e dall'altra, prima si dimentica del tutto il fatto che la maggior parte dei rifiuti è costituita dalla fetta degli speciali, che sono quattro volte gli urbani; poi si sogna che con la raccolta differenziata i rifiuti urbani spariscano e non si pensa invece a che cosa accade dopo, ovvero se vengono e in che quantità avviati al riciclo, che cosa avanza e che cosa torna dal riciclo sotto forma di rifiuti speciali. E a conclusione, per "risolvere" il problema, si inganna tutti spedendo i rifiuti all'estero...


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