Si continua a combattere in Siria, nonostante l’approssimarsi del Natale.
Radio Vaticana - Oggi, un cameraman della Tv di nazionale è stato ucciso a Damasco. L'emittente accusa i ribelli. Almeno 17 giornalisti, tra stranieri e siriani, e 44 giornalisti non professionisti sono morti nel Paese dall'inizio del conflitto, oltre 20 mesi fa. Intanto, un gruppo di miliziani ha minacciato di bombardare due villaggi a maggioranza cristiana se non espelleranno i soldati del regime. In questo drammatico contesto, la piccola comunità cristiana cerca di vivere in qualche modo le festività natalizie . Tracey McLure ha intervistato il vescovo caldeo di Aleppo, Antoine Audo: ascolta
R. - Prima di tutto, vorrei dire che Natale è la festa della pace e della gioia, la festa delle famiglie. Ma quest’anno, a causa della guerra, stiamo vivendo nelle tenebre perché non c’è elettricità e manca il gasolio per il riscaldamento nelle case e nelle chiese. Cionosostante, cerchiamo di celebrare il Natale con una Messa alle cinque del pomeriggio. Poi, faremo un incontro per salutarci, per stare insieme. Vi chiediamo di pregare per noi con la convinzione che si possa fare qualcosa per la pace e per la riconciliazione malgrado tutte le difficoltà.
D. - Quale preghiera vuole elevare a Dio per questo Natale?
R. - La Siria ha perso la pace da due anni, ma noi cristiani ritroviamo la pace e la gioia ogni volta che ci mettiamo in adorazione davanti al Bambino Gesù, ogni volta che soffriamo con i poveri e cerchiamo di servirli. Il Bambino Gesù allontani da noi la paura e le tenebre. Il Natale sia tempo di pace e di gioia.
Radio Vaticana - Oggi, un cameraman della Tv di nazionale è stato ucciso a Damasco. L'emittente accusa i ribelli. Almeno 17 giornalisti, tra stranieri e siriani, e 44 giornalisti non professionisti sono morti nel Paese dall'inizio del conflitto, oltre 20 mesi fa. Intanto, un gruppo di miliziani ha minacciato di bombardare due villaggi a maggioranza cristiana se non espelleranno i soldati del regime. In questo drammatico contesto, la piccola comunità cristiana cerca di vivere in qualche modo le festività natalizie . Tracey McLure ha intervistato il vescovo caldeo di Aleppo, Antoine Audo: ascolta
R. - Prima di tutto, vorrei dire che Natale è la festa della pace e della gioia, la festa delle famiglie. Ma quest’anno, a causa della guerra, stiamo vivendo nelle tenebre perché non c’è elettricità e manca il gasolio per il riscaldamento nelle case e nelle chiese. Cionosostante, cerchiamo di celebrare il Natale con una Messa alle cinque del pomeriggio. Poi, faremo un incontro per salutarci, per stare insieme. Vi chiediamo di pregare per noi con la convinzione che si possa fare qualcosa per la pace e per la riconciliazione malgrado tutte le difficoltà.
D. - Quale preghiera vuole elevare a Dio per questo Natale?
R. - La Siria ha perso la pace da due anni, ma noi cristiani ritroviamo la pace e la gioia ogni volta che ci mettiamo in adorazione davanti al Bambino Gesù, ogni volta che soffriamo con i poveri e cerchiamo di servirli. Il Bambino Gesù allontani da noi la paura e le tenebre. Il Natale sia tempo di pace e di gioia.
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