lunedì, gennaio 14, 2013
Ennesima domenica di sangue in Siria, con almeno 50 morti concentrati soprattutto nei sobborghi di Damasco. E’ qui, infatti, che si sono concentrati gli scontri tra regime e ribelli. E intanto la Russia continua a sostenere il presidente Assad. Il servizio è di Marina Calculli: ascolta

Radio Vaticana - Ieri “il regime è impazzito con i bombardamenti” ha dichiarato l’attivista Yasmina al-Chami, intervistata telefonicamente da Damasco e ripresa da diverse testate internazionali. Dopo la conquista dell’aeroporto di Taftanaz, la periferia di Damasco è diventata un inferno. La caccia ai ribelli sembra non avere prezzo per l’establishment di Asad. Sono circa una cinquantina le persone morte ieri e tra di loro ci sarebbe anche una mamma con i suoi tre figli.Un video, la cui autenticità deve essere ancora verificata mostra delle donne in lacrime di fronte ai corpi dilaniati di almeno 14 bambini. Il regime inamovibile continua a scagliarsi contro la diplomazia internazionale e etichetta l’emissario delle Nazioni Unite e della Lega Araba, Lakhdar Brahimi, come “un falso mediatore”. Da Mosca il ministro degli esteri Lavrov invita l’opposizione ad avanzare proposte alternative a quelle del regime e non solo ad opporsi ad esse. Nel frattempo si fa sempre più drammatica l’emergenza rifugiati. 2milioni e mezzo all’interno della Siria e 750.000 nei paesi limitrofi vivono in condizioni difficilissime, rese ancora più dure dal freddo e dalla neve.

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