martedì, gennaio 29, 2013
Un giovane è stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco a Port Said, durante tafferugli tra agenti di polizia e manifestanti scesi ieri sera per le strade della città nord-orientale, sfidando il coprifuoco decretato poche ore prima dal presidente Mohammed Morsi.

Misna -Lo riferiscono fonti di stampa internazionali, precisando che il ragazzo è deceduto mentre veniva trasferito all’ospedale di Zagazig, a nord della capitale. Il decesso del giovane si è verificato nonostante l’entrata in vigore di un coprifuoco previsto per una durata di 30 giorni, dalle ore 21 alle 6 (ora locale) a Port Said, Ismailiya e Suez, le tre città più colpite dai disordini cominciati la scorsa settimana e nei quali almeno 50 persone hanno già perso la vita. Le proteste sono riprese in concomitanza con il secondo anniversario della rivolta popolare del 25 gennaio 2011 che portò alla caduta del regime di Hosni Mubarak.

Ma a Port Said le manifestazioni hanno registrato una grave escalation da sabato pomeriggio, dopo che un tribunale locale ha condannato alla pena capitale 21 tifosi della squadra locale Al Masry per il loro coinvolgimento nei disordini avvenuti lo scorso anno durante una partita con il club cairota dell’Ahly, conclusasi con 72 morti. Nelle proteste di ieri, sono stati presi di mira alcuni commissariati della città costiera mentre le forze armate hanno respinto un tentativo di assalto al carcere centrale di Port Said messo a segno da un non meglio precisato gruppo armato.

Un’altra vittima si è avuta nella capitale, nei pressi di piazza Tahrir, epicentro della rivolta del 2011, dove un passante di 46 anni è rimasto ucciso in circostanze poche chiare, mentre erano in corso tafferugli tra manifestanti e agenti della polizia. Almeno 27 persone sono state arrestate, con l’accusa di sommossa, mentre partecipavano a un corteo partito dalla moschea Sayeda Zeinab e diretto al Consiglio della Shura per chiederne la dissoluzione, ma anche la sospensione della Costituzione e la formazione di un governo di coalizione.

Il quotidiano panarabo Al Jazeera ha riferito di centinaia di persone che hanno protestato per le strade di Ismailiya e di Suez, con slogan anti-Morsi e critiche all’entrata in vigore dello stato di emergenza. A Suez è fallito un tentativo di far evadere dal carcere decine di prigionieri.

Al termine di una giornata concitata, l’agenzia di stampa ufficiale Mena ha riferito che il Senato – dominato dalle forze politiche vicine alla Fratellanza musulmana di Morsi – ha ratificato il disegno di legge approvato poche ore prima dal governo. Di fatto il provvedimento autorizza il presidente a dispiegare i militari per aiutare la polizia a restaurare l’ordine fino alle elezioni legislative da tenersi nei prossimi mesi e, inoltre, dà all’esercito il potere di arrestare i civili.

Nonostante le manifestazioni e le violenze ai quattro angoli del paese, in serata il presidente Morsi ha inaugurato il dialogo nazionale con diverse formazioni politiche. L’agenzia Mena ha riferito della partecipazione di alcuni leader, tra cui Ayman Nour del Ghad al-Thawra Party e Abdel Moneim Abouel Fotouh del Strong Egypt Party. L’iniziativa è stata però boicottata dal Fronte per la salvezza nazionale, principale coalizione dei partiti di opposizione, che ha indetto nuove proteste per i prossimi giorni.


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