Emergenza-carceri in Italia: la vera rivoluzione sta nell'applicare quanto già previsto dalla legge!
Riportiamo la dichiarazione di Lucia Castellano, Assessore alla Casa, Lavori Pubblici e Demanio del Comune di Milano, sull'emergenza-carceri in Italia
L’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo per il sovraffollamento delle sue carceri: E’ una notizia che non fa onore a questo Paese, anche perché le norme penitenziarie più avanzate d’Europa (tanto la legge del 75 quanto il regolamento di esecuzione del 2000). Purtropo queste norme non sono mai state applicate nella loro interezza. Non solo. Si sono succedute nel tempo una serie di norme che guardano al solo profilo retributivo della pena (vedi legge ex Cirielli). Sarebbero due, a mio parere, i rimedi per evitare queste ignominose condanne. In primo luogo abolire leggi "carcerogene" come la Bossi Fini e la ex Cirielli e finalmente considerare il carcere l’extrema ratio e non la prima risposta punitiva che ci viene in mente. Ci é di esempio, in questo senso, il progetto di riforma del codice penale del nostro Sindaco, quando era Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati. In secondo luogo, bisognerebbe occuparsi di come organizzare il tempo e le condizioni di vita di chi é recluso in carcere. Cominciando da una banalita: aprire le porte delle stanze di detenzione, come prevede la legge. Ci vuole solo un po' di coraggio: più il carcere è affollato, più le stanze devono stare aperte. E’ un suggerimento che viene dal buon senso, oltre che da una precisa disposizione normativa (la legge distingue infatti i locali di pernottamento da quelli di svolgimento delle attivita).
Una terza via d’uscita a questa vergogna potrebbe essere quella di considrare il detenuto portatore di tutti i diritti civili previsti dalla Costituzione, escluso quello della libertà personale, che è limitata dalla detenzione. In una parola, la pena é il muro di cinta. All’interno di queste mura debbono essere conservati la dignità personale, la libertà di movimento, la responsabilita individuale, la qualità della vita.
C’e un esempio in italia, il Carcere di Bollate. Dove ci si limita ad applicare la legge. Oggi, purtroppo, la vera rivoluzione sta nell'applicazione di quanto già prescritto dal legislatore.
L’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo per il sovraffollamento delle sue carceri: E’ una notizia che non fa onore a questo Paese, anche perché le norme penitenziarie più avanzate d’Europa (tanto la legge del 75 quanto il regolamento di esecuzione del 2000). Purtropo queste norme non sono mai state applicate nella loro interezza. Non solo. Si sono succedute nel tempo una serie di norme che guardano al solo profilo retributivo della pena (vedi legge ex Cirielli). Sarebbero due, a mio parere, i rimedi per evitare queste ignominose condanne. In primo luogo abolire leggi "carcerogene" come la Bossi Fini e la ex Cirielli e finalmente considerare il carcere l’extrema ratio e non la prima risposta punitiva che ci viene in mente. Ci é di esempio, in questo senso, il progetto di riforma del codice penale del nostro Sindaco, quando era Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati. In secondo luogo, bisognerebbe occuparsi di come organizzare il tempo e le condizioni di vita di chi é recluso in carcere. Cominciando da una banalita: aprire le porte delle stanze di detenzione, come prevede la legge. Ci vuole solo un po' di coraggio: più il carcere è affollato, più le stanze devono stare aperte. E’ un suggerimento che viene dal buon senso, oltre che da una precisa disposizione normativa (la legge distingue infatti i locali di pernottamento da quelli di svolgimento delle attivita).
Una terza via d’uscita a questa vergogna potrebbe essere quella di considrare il detenuto portatore di tutti i diritti civili previsti dalla Costituzione, escluso quello della libertà personale, che è limitata dalla detenzione. In una parola, la pena é il muro di cinta. All’interno di queste mura debbono essere conservati la dignità personale, la libertà di movimento, la responsabilita individuale, la qualità della vita.
C’e un esempio in italia, il Carcere di Bollate. Dove ci si limita ad applicare la legge. Oggi, purtroppo, la vera rivoluzione sta nell'applicazione di quanto già prescritto dal legislatore.
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