Lo strano caso del comandante Schettino, che abbandonò la nave quando invece avrebbe dovuto prestare soccorso ai passeggeri e ora, a distanza di un anno, si oppone al licenziamento presentato dalla Costa Crociere dimostrando una fervida volontà di risalire a bordo…
Dopo quasi un anno di distanza dalla tragedia navale, la più grande dell’ultimo secolo dal naufragio del Titanic, che ha provocato la morte di 32 passeggeri, due dei quali mai più ritrovati, e il ferimento di altre 110 persone, si ritorna a parlare di lui: il comandante Francesco Schettino. Non vogliamo aggiungerci al coro dei media che lo ospitano in programmi televisivi, che spendono parole per trovare, se mai esiste, una giustificazione ai suoi imperdonabili errori (l’inchino, la mossa azzardata, l’abbandono della nave, il mancato soccorso ai passeggeri, le false dichiarazioni), o ai documentari che da questa sera andranno in onda Sky, dove sono state ricostruite le sequenze di quel fatidico venerdì 13 gennaio che ha visto la nave Concordia, una delle più grandi della flotta Costa Crociere, salpare dal porto di Civitavecchia per la prima tappa del tour “Profumo degli agrumi” e urtare alle ore 21:45 contro lo scoglio delle Scole, presso l’isola del Giglio, causando una falla di 70 metri sul lato sinistro dell’imbarcazione, dove erano a bordo 3216 persone insieme ai 1013 membri dell’equipaggio.
Mentre il personale impiegato nel soccorso della nave aspetta ancora di essere retribuito, il comandante Schettino ha fatto ricorso contro il licenziamento presentato da Costa Crociere. Sull’ex capitano, che dopo gli arresti domiciliari ha l’obbligo di dimora nel Comune di Meta di Sorrento, ricade l’accusa di naufragio, omicidio colposo plurimo e disastro ambientale: Schettino rischia fino a 20 anni di reclusione. In attesa di questo verdetto, il comandante si è dovuto presentare di fronte ai giudici di Torre Annunziata, il 3 gennaio, poi il 9 a Genova, per stabilire se il ricorso alla richiesta di licenziamento può essere accolto oppure no. Ad aggravare il nodo della matassa c’è anche il “rito Fornero”, la legge n°92/2012, che è una novità assoluta nel panorama giurisprudenziale e prevede nuovi procedimenti circa la prassi dei licenziamenti nelle imprese con più di 15 dipendenti. Presso il tribunale di Genova, il giudice Enrico Ravera ha stabilito che Costa Crociere può utilizzare il rito introdotto l’estate scorsa dal Ministro del Lavoro, procurando soddisfazione alla società armatrice rappresentata dal legale Camillo Paroletti mentre il difensore di Schettino, Rosario D’Orazio, ha parlato di “aborto giuridico”. L’udienza finale sarà emessa dal tribunale di Torre Annunziata il 30 gennaio, ponendo fine così alle controversie fra il capitano Schettino e il suo datore di lavoro. Rimane ancora aperto naturalmente il maxi-processo riguardo la colpevolezza dell’ex comandante della nave Concordia e degli altri presunti colpevoli del terribile naufragio.
di Paola Bisconti
Dopo quasi un anno di distanza dalla tragedia navale, la più grande dell’ultimo secolo dal naufragio del Titanic, che ha provocato la morte di 32 passeggeri, due dei quali mai più ritrovati, e il ferimento di altre 110 persone, si ritorna a parlare di lui: il comandante Francesco Schettino. Non vogliamo aggiungerci al coro dei media che lo ospitano in programmi televisivi, che spendono parole per trovare, se mai esiste, una giustificazione ai suoi imperdonabili errori (l’inchino, la mossa azzardata, l’abbandono della nave, il mancato soccorso ai passeggeri, le false dichiarazioni), o ai documentari che da questa sera andranno in onda Sky, dove sono state ricostruite le sequenze di quel fatidico venerdì 13 gennaio che ha visto la nave Concordia, una delle più grandi della flotta Costa Crociere, salpare dal porto di Civitavecchia per la prima tappa del tour “Profumo degli agrumi” e urtare alle ore 21:45 contro lo scoglio delle Scole, presso l’isola del Giglio, causando una falla di 70 metri sul lato sinistro dell’imbarcazione, dove erano a bordo 3216 persone insieme ai 1013 membri dell’equipaggio.
Mentre il personale impiegato nel soccorso della nave aspetta ancora di essere retribuito, il comandante Schettino ha fatto ricorso contro il licenziamento presentato da Costa Crociere. Sull’ex capitano, che dopo gli arresti domiciliari ha l’obbligo di dimora nel Comune di Meta di Sorrento, ricade l’accusa di naufragio, omicidio colposo plurimo e disastro ambientale: Schettino rischia fino a 20 anni di reclusione. In attesa di questo verdetto, il comandante si è dovuto presentare di fronte ai giudici di Torre Annunziata, il 3 gennaio, poi il 9 a Genova, per stabilire se il ricorso alla richiesta di licenziamento può essere accolto oppure no. Ad aggravare il nodo della matassa c’è anche il “rito Fornero”, la legge n°92/2012, che è una novità assoluta nel panorama giurisprudenziale e prevede nuovi procedimenti circa la prassi dei licenziamenti nelle imprese con più di 15 dipendenti. Presso il tribunale di Genova, il giudice Enrico Ravera ha stabilito che Costa Crociere può utilizzare il rito introdotto l’estate scorsa dal Ministro del Lavoro, procurando soddisfazione alla società armatrice rappresentata dal legale Camillo Paroletti mentre il difensore di Schettino, Rosario D’Orazio, ha parlato di “aborto giuridico”. L’udienza finale sarà emessa dal tribunale di Torre Annunziata il 30 gennaio, ponendo fine così alle controversie fra il capitano Schettino e il suo datore di lavoro. Rimane ancora aperto naturalmente il maxi-processo riguardo la colpevolezza dell’ex comandante della nave Concordia e degli altri presunti colpevoli del terribile naufragio.
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È presente 1 commento
hai proprio la faccia come un pesce lesso!!!!!!!
dovresti sprondare come hai fatto con la nave
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