Storie di giornalismo sociale per immagini
“Andare a vedere” ciò che altrimenti resterebbe invisibile: è questo lo scopo del giornalismo sociale che per essere più efficace necessita dell'immagine. Parole e foto assieme per documentare, denunciare, testimoniare.Per ottenere l'immagine di qualcosa si devono tenere gli occhi bene aperti; ma per immaginare qualcosa, gli occhi vanno tenuti chiusi e aperta la mente.Per raccontare la realtà un reporter deve fare questo e quello. Occhi aperti servono per andare a scovare le zone grigie, off-limits, non perlustrate del nostro “villaggio trasparente”, che poi così trasparente non è. Capacità di immaginare è la qualità creativa e il surplus d'impegno che un redattore sociale mette nella sua professione. Il laboratorio, organizzato dalla scuola “Kolbe-A. Chiodi” di Mestre, quest'anno porta in cattedra i maestri nell'uso delle immagini e delle parole documentarie. Sono fotoreporter, giornalisti, free-lance d'assalto, cineasti, cameraman.
Ognuno di loro ha una storia “scomoda” da raccontare. Una storia che intende dare volto e voce a chi non ne ha: gli invisibili della società, i difficili da avvicinare, i “lebbrosi” per il mondo dei media.Dedicato espressamente a chi non vuole girarsi dall'altra parte.IL CALENDARIO: 16 febbraio 2013: Francesco Cavalli, fondatore e direttore Premio giornalistico I. Alpi. L'uso del reportage sociale nella televisione italiana. 2 marzo 2013: Davide De Michelis, giornalista regista e Alessandro Rocca, cameraman. La professione del reporter tv. 16 marzo 2013: Stefano Schirato, fotoreporter. Dalla parte dell'ombra. Raccontare col reportage: da Chernobyl a Sarajevo. 23 marzo 2013: Nino Leto, fotoreporter. L'occhio fotografico in guerra. 6 aprile 2013: Daniele Vicari, regista cinematografico, autore di “Diaz” Gli invisibili al cinema. 13 aprile 2013: Riccardo Iacona, giornalista Rai La marginalità sociale in Tv. 27 aprile 2013: Diego Zanetti, fotoreporter free-lance L'”Obiettivo” delle Ong. 11 maggio 2013: Alessandro Tosatto, fotoreporter free-lance Italia in... movimento. Immagini del Paese che cambia. 25 maggio 2013: Emiliano Bos, giornalista Tv svizzera italiana. Una telecamera alla deriva nel Mediterraneo.
CENTRO KOLBE: la cultura al centro della vita di ogni uomo. “Fare del pensiero cristiano un fermento della cultura contemporanea”: ne ha fatta di strada il centro culturale “Kolbe” di Mestre, da quando sorse, nel 1976, per una brillante intuizione del francescano padre Francesco Ruffato, già fondatore del Centro Antonianum di Milano. Sono passati trent'anni e, per forze di cose, le attività sono cambiate, ma quel primo obiettivo è rimasto una pietra miliare. Così oggi, attraverso la musica, il teatro, le letture, i corsi di giornalismo. “Il centro, intitolato a padre Massimiliano Kolbe, martire ad Auschwitz, volontario per sostituire un padre di famiglia condannato a morte, continua a documentare la vitalità sociale del cristianesimo e a considerare la cultura al centro della vita di ogni uomo”: spiegano dal direttivo. Padre Kolbe sognava i soci della “Milizia dell'Immacolata”, uomini e donne coraggiosi nelle arti per diffondere i patrimoni culturali del cristianesimo. Ecco allora il teatro, con produzioni che riguardano Tonino Bello, padre Romero, don Primo Mazzolari, papa Giovanni Paolo II. Chi ama la musica può invece partecipare ai “Pomeriggi musicali”, ovvero concerti senza abito scuro, a cadenza mensile, accompagnati da una guida all'ascolto, perché anche i meno esperti possano assaporare al meglio. Per continuare nel campo musicale, lavora con il Kolbe da 35 anni, la Polifonica Benedetto Marcello, fondata da padre Ruffato, oggi una delle istituzioni musicali di rilievo di Mestre. Undici anni fa, ha celebrato il 25esimo di istituzione, eseguendo ad Auschwitz, “Massimiliano Kolbe”, oratorio in due parti per soli, voci recitanti e orchestra. Non va dimenticata la biblioteca, nei cui locali abbondano le opere dedicate alla cultura veneta e quelle riguardanti la teologia e la spiritualità.
Nel 1989, dall'incontro tra il giornalista Arturo Chiodi (a cui la scuola è intitolata), discepolo e amico di don Primo Mazzolari, direttore di tre quotidiani di Milano, Firenze e Torino, nonché tra i fondatori dell'Istituto per la formazione al giornalismo – Ifg, di Milano, e padre Ruffato, nasceva l'idea di creare un corso di giornalismo per i giovani del Triveneto. Da allora, dalle aule della scuola “A. Chiodi” sono usciti oltre 600 allievi provenienti da tutta Italia. I cambiamenti avvenuti negli anni a seguire, anche nel mondo dell'informazione, hanno fatto sì che quel corso si trasformasse, “Ma non cambiasse il suo stile, di insegnare a scrivere, scrivendo”. Attualmente, funzionano tre laboratori: uno di scrittura giornalistica, uno di web journalism, e, il fiore all'occhiello, il laboratorio dedicato al giornalismo sociale. E' rivolto a quanti - giornalisti, operatori del mondo del sociale, del volontariato, della cooperazione internazionale, insegnanti... - sono interessati alla vita degli “invisibili”.
Informazioni e iscrizioni: via Aleardi 156 - Mestre; telefono e fax 041/5314717; mail: cck.giornalismo@centrokolbemestre.it.
“Andare a vedere” ciò che altrimenti resterebbe invisibile: è questo lo scopo del giornalismo sociale che per essere più efficace necessita dell'immagine. Parole e foto assieme per documentare, denunciare, testimoniare.Per ottenere l'immagine di qualcosa si devono tenere gli occhi bene aperti; ma per immaginare qualcosa, gli occhi vanno tenuti chiusi e aperta la mente.Per raccontare la realtà un reporter deve fare questo e quello. Occhi aperti servono per andare a scovare le zone grigie, off-limits, non perlustrate del nostro “villaggio trasparente”, che poi così trasparente non è. Capacità di immaginare è la qualità creativa e il surplus d'impegno che un redattore sociale mette nella sua professione. Il laboratorio, organizzato dalla scuola “Kolbe-A. Chiodi” di Mestre, quest'anno porta in cattedra i maestri nell'uso delle immagini e delle parole documentarie. Sono fotoreporter, giornalisti, free-lance d'assalto, cineasti, cameraman.
Ognuno di loro ha una storia “scomoda” da raccontare. Una storia che intende dare volto e voce a chi non ne ha: gli invisibili della società, i difficili da avvicinare, i “lebbrosi” per il mondo dei media.Dedicato espressamente a chi non vuole girarsi dall'altra parte.IL CALENDARIO: 16 febbraio 2013: Francesco Cavalli, fondatore e direttore Premio giornalistico I. Alpi. L'uso del reportage sociale nella televisione italiana. 2 marzo 2013: Davide De Michelis, giornalista regista e Alessandro Rocca, cameraman. La professione del reporter tv. 16 marzo 2013: Stefano Schirato, fotoreporter. Dalla parte dell'ombra. Raccontare col reportage: da Chernobyl a Sarajevo. 23 marzo 2013: Nino Leto, fotoreporter. L'occhio fotografico in guerra. 6 aprile 2013: Daniele Vicari, regista cinematografico, autore di “Diaz” Gli invisibili al cinema. 13 aprile 2013: Riccardo Iacona, giornalista Rai La marginalità sociale in Tv. 27 aprile 2013: Diego Zanetti, fotoreporter free-lance L'”Obiettivo” delle Ong. 11 maggio 2013: Alessandro Tosatto, fotoreporter free-lance Italia in... movimento. Immagini del Paese che cambia. 25 maggio 2013: Emiliano Bos, giornalista Tv svizzera italiana. Una telecamera alla deriva nel Mediterraneo.
CENTRO KOLBE: la cultura al centro della vita di ogni uomo. “Fare del pensiero cristiano un fermento della cultura contemporanea”: ne ha fatta di strada il centro culturale “Kolbe” di Mestre, da quando sorse, nel 1976, per una brillante intuizione del francescano padre Francesco Ruffato, già fondatore del Centro Antonianum di Milano. Sono passati trent'anni e, per forze di cose, le attività sono cambiate, ma quel primo obiettivo è rimasto una pietra miliare. Così oggi, attraverso la musica, il teatro, le letture, i corsi di giornalismo. “Il centro, intitolato a padre Massimiliano Kolbe, martire ad Auschwitz, volontario per sostituire un padre di famiglia condannato a morte, continua a documentare la vitalità sociale del cristianesimo e a considerare la cultura al centro della vita di ogni uomo”: spiegano dal direttivo. Padre Kolbe sognava i soci della “Milizia dell'Immacolata”, uomini e donne coraggiosi nelle arti per diffondere i patrimoni culturali del cristianesimo. Ecco allora il teatro, con produzioni che riguardano Tonino Bello, padre Romero, don Primo Mazzolari, papa Giovanni Paolo II. Chi ama la musica può invece partecipare ai “Pomeriggi musicali”, ovvero concerti senza abito scuro, a cadenza mensile, accompagnati da una guida all'ascolto, perché anche i meno esperti possano assaporare al meglio. Per continuare nel campo musicale, lavora con il Kolbe da 35 anni, la Polifonica Benedetto Marcello, fondata da padre Ruffato, oggi una delle istituzioni musicali di rilievo di Mestre. Undici anni fa, ha celebrato il 25esimo di istituzione, eseguendo ad Auschwitz, “Massimiliano Kolbe”, oratorio in due parti per soli, voci recitanti e orchestra. Non va dimenticata la biblioteca, nei cui locali abbondano le opere dedicate alla cultura veneta e quelle riguardanti la teologia e la spiritualità.
Nel 1989, dall'incontro tra il giornalista Arturo Chiodi (a cui la scuola è intitolata), discepolo e amico di don Primo Mazzolari, direttore di tre quotidiani di Milano, Firenze e Torino, nonché tra i fondatori dell'Istituto per la formazione al giornalismo – Ifg, di Milano, e padre Ruffato, nasceva l'idea di creare un corso di giornalismo per i giovani del Triveneto. Da allora, dalle aule della scuola “A. Chiodi” sono usciti oltre 600 allievi provenienti da tutta Italia. I cambiamenti avvenuti negli anni a seguire, anche nel mondo dell'informazione, hanno fatto sì che quel corso si trasformasse, “Ma non cambiasse il suo stile, di insegnare a scrivere, scrivendo”. Attualmente, funzionano tre laboratori: uno di scrittura giornalistica, uno di web journalism, e, il fiore all'occhiello, il laboratorio dedicato al giornalismo sociale. E' rivolto a quanti - giornalisti, operatori del mondo del sociale, del volontariato, della cooperazione internazionale, insegnanti... - sono interessati alla vita degli “invisibili”.
Informazioni e iscrizioni: via Aleardi 156 - Mestre; telefono e fax 041/5314717; mail: cck.giornalismo@centrokolbemestre.it.
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