martedì, gennaio 08, 2013
“La democrazia è il nostro orizzonte” ed è la forma politica che si è affermata negli ultimi due secoli sostituendo le altre forme presenti nella storia precedente

di Carlo Mafera

Il professor Massimo Crosti, docente di filosofia politica all’Università Salesiana di Roma, ha tenuto un’interessante conferenza nell’ambito della scuola di formazione SocioPolitica all’interno della parrocchia di Santa Maria della Speranza a Roma. Il tema, molto suggestivo, è stato preceduto dalla presentazione del prof. Andrea Farina, anch’egli docente all’UPS, che ha fatto un brevissimo inquadramento storico del rapporto del pensiero della Chiesa nei confronti del fenomeno democratico. Si è infatti passati da un giudizio assolutamente negativo di Gregorio XVI nella metà del secolo XIX ad un profondo apprezzamento da parte di Giovanni Paolo II verso questa forma di governo tipica dell’età contemporanea.

Massimo Crosti poi ha esordito mettendo in evidenza la complessità del tema. Innanzitutto “bisogna conoscere le condizioni che caratterizzano il regime democratico e queste sono il suffragio universale maschile e femminile”. E poi – ha proseguito il docente – “occorre che siano rispettati i diritti fondamentali e ci siano organi di informazione liberi.” Inoltre “bisogna vedere se queste condizioni reggono alla prova dei fatti.” Il docente ha fatto quindi un breve cenno sull’importanza del sistema elettorale, che può incidere sul livello di democraticità di un determinato sistema, essendo uno dei parametri che si usa per misurarlo. Ma quello che ha caratterizzato la storia della democrazia è l’ossimoro “promessa e contestazione”: promessa perché la democrazia porta con sé la difesa dei diritti umani, un desiderio di crescita economica e di trasferire i diritti dei pochi ai molti; contestazione perché queste aspettative vengono disattese laddove esistono e permangono disuguaglianze stridenti.

In ogni modo “la democrazia è il nostro orizzonte” ed è la forma politica che si è affermata negli ultimi due secoli sostituendo le altre forme presenti nella storia precedente. È quindi una vera e propria novità, frutto di una lenta evoluzione e nello stesso tempo bisognevole di tanta cura, attenzione e partecipazione. Sono all’ordine del giorno infatti tanti episodi che denotano la crisi della democrazia, soprattutto nella sfiducia che il corpo elettorale dimostra talvolta con l’astensionismo. Questo è spesso giustificato dall’impreparazione del ceto politico, sprovvisto di un serio progetto lungimirante a fronte di uno “con lo sguardo corto”. “Ma - ha concluso il professor Crosti - il ceto politico si forma (purtroppo) all’interno di un’esperienza storica”. Insomma, ha lasciato intendere, è molto difficile che nasca un nuovo Alcide De Gasperi!

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