Gli investimenti rischiano già di essere compromessi
GreenReport - La costruzione di strade nell'Africa subsahariana scatena spesso controversie sul loro impatto ambientale e sulle comunità locali, e l'Unione europea è uno dei principali donatori in questo settore. Ora la Corte dei Conti europea solleva una questione tanto presente quanto trascurata. Quella della scarsa manutenzione di grandi infrastrutture realizzate con le donazioni in Paesi spesso poverissimi e che non hanno le risorse per farla.
La relazione speciale n. 17/2012, "Il contributo del Fondo europeo di sviluppo (Fes) per una rete stradale sostenibile nell'Africa subsahariana", ha verificato se il Fes abbia contribuito efficacemente alla sostenibilità della rete stradale nell'Africa subsahariana, se le infrastrutture stradali finanziate dal Fes siano sostenibili e se la Commissione ne promuova efficacemente la sostenibilità. L'audit si è concentrato sulla sostenibilità tecnica, finanziaria e istituzionale delle infrastrutture per il trasporto stradale e ha preso in considerazione 48 programmi finanziati a partire dal 1995 nell'ambito dell'ottavo, nono e decimo Fes in 6 Paesi partner (Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Tanzania e Zambia) dove gli auditor della Corte dei conti hanno esaminato circa 2. 400 Km di strade finanziate dal Fes.
La Corte sottolinea che «Il trasporto su strada rappresenta un settore cruciale per la strategia di cooperazione del Fes (Fondo europeo di sviluppo) con la maggior parte dei Paesi di tale regione. A livello finanziario rappresenta di gran lunga il settore più importante nell'ambito della cooperazione, con circa 7,4 miliardi di euro di fondi Fes impegnati nella regione dal 1995 al 2011. Una manutenzione stradale inadeguata e il sovraccarico dei veicoli stanno mettendo a repentaglio la sostenibilità della rete stradale sub-sahariana. Le strade sono fondamentali ai fini dell'integrazione regionale, della crescita economica, dello sviluppo sociale, dell'efficacia della pubblica amministrazione e della sicurezza. Nell'Africa subsahariana il trasporto di merci e passeggeri avviene prevalentemente su strada (oltre l'80 % dei movimenti complessivi di beni e servizi) e le esigenze di trasporto sono in rapida crescita».
Il problema, come ha spiegato Szabolcs Fazakas, il membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione speciale, è che «In Europa possiamo scegliere fra diverse modalità di trasporto. Nell'Africa subsahariana, non vi è che il trasporto su strada. Se la Commissione europea e i suoi partner nell'Africa subsahariana non affronteranno con l'impegno necessario la questione della sostenibilità delle strade, questi ultimi rischieranno di perdere ciò che è stato costruito con l'aiuto dell'Ue. È necessario che si assumano la responsabilità di far applicare i limiti di carico e di provvedere a una manutenzione adeguata delle strade».
La Corte conclude che la Commissione europea «E' parzialmente efficace nel sostenere una rete stradale durevole nell'Africa subsahariana. I Paesi partner visitati dalla Corte non fanno abbastanza per garantire la sostenibilità delle infrastrutture stradali. Le strade presentano, in misura diversa, un livello di deterioramento precoce. La maggior parte di questi Paesi ha adottato riforme istituzionali che prevedono in particolare la creazione di fondi ed enti per la viabilità e ha compiuto notevoli progressi nella manutenzione stradale, ma ovunque rimangono molte sfide da affrontare per garantire una manutenzione adeguata. Nonostante la spesa per la manutenzione stradale sia aumentata nel tempo in tutti i Paesi partner visitati dalla Corte, essa resta comunque insufficiente a coprire il fabbisogno. Uno dei motivi principali è la priorità conferita nei bilanci nazionali al riattamento e alla modernizzazione della rete viaria piuttosto che agli interventi di manutenzione».
La critica ad investimenti che non vengono poi seguiti con attenzione è evidente: «La Commissione è parzialmente efficace nel promuovere l'adozione e l'attuazione delle riforme del settore necessarie a superare gli ostacoli esistenti per una rete stradale sostenibile nell'Africa subsahariana. Il modo in cui la Commissione utilizza le condizioni previste per la concessione del sostegno finanziario costituisce un incentivo moderato. Ciò si ripercuote anche sul dialogo politico, che non è pienamente sfruttato dalla Commissione, pur essendosi dimostrato determinante nel promuovere il progresso in alcune aree, in particolare per quanto riguarda il quadro istituzionale e i finanziamenti per la manutenzione stradale. La cooperazione tecnica finanziata dalla Commissione si è rivelata meno fruttuosa di quanto si potesse prevedere».
Per questo la Corte dei Conti europea «Raccomanda alla Commissione di orientare meglio, sotto molti aspetti, le risorse del Fes e di sfruttare più efficacemente le condizioni associate ai programmi, il dialogo politico con i governi dei Paesi partner e la cooperazione tecnica, in modo da massimizzare l'efficacia del sostegno allo sviluppo offerto dal Fes ai fini di una rete stradale sostenibile nell'Africa subsahariana».
GreenReport - La costruzione di strade nell'Africa subsahariana scatena spesso controversie sul loro impatto ambientale e sulle comunità locali, e l'Unione europea è uno dei principali donatori in questo settore. Ora la Corte dei Conti europea solleva una questione tanto presente quanto trascurata. Quella della scarsa manutenzione di grandi infrastrutture realizzate con le donazioni in Paesi spesso poverissimi e che non hanno le risorse per farla.
La relazione speciale n. 17/2012, "Il contributo del Fondo europeo di sviluppo (Fes) per una rete stradale sostenibile nell'Africa subsahariana", ha verificato se il Fes abbia contribuito efficacemente alla sostenibilità della rete stradale nell'Africa subsahariana, se le infrastrutture stradali finanziate dal Fes siano sostenibili e se la Commissione ne promuova efficacemente la sostenibilità. L'audit si è concentrato sulla sostenibilità tecnica, finanziaria e istituzionale delle infrastrutture per il trasporto stradale e ha preso in considerazione 48 programmi finanziati a partire dal 1995 nell'ambito dell'ottavo, nono e decimo Fes in 6 Paesi partner (Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Tanzania e Zambia) dove gli auditor della Corte dei conti hanno esaminato circa 2. 400 Km di strade finanziate dal Fes.
La Corte sottolinea che «Il trasporto su strada rappresenta un settore cruciale per la strategia di cooperazione del Fes (Fondo europeo di sviluppo) con la maggior parte dei Paesi di tale regione. A livello finanziario rappresenta di gran lunga il settore più importante nell'ambito della cooperazione, con circa 7,4 miliardi di euro di fondi Fes impegnati nella regione dal 1995 al 2011. Una manutenzione stradale inadeguata e il sovraccarico dei veicoli stanno mettendo a repentaglio la sostenibilità della rete stradale sub-sahariana. Le strade sono fondamentali ai fini dell'integrazione regionale, della crescita economica, dello sviluppo sociale, dell'efficacia della pubblica amministrazione e della sicurezza. Nell'Africa subsahariana il trasporto di merci e passeggeri avviene prevalentemente su strada (oltre l'80 % dei movimenti complessivi di beni e servizi) e le esigenze di trasporto sono in rapida crescita».
Il problema, come ha spiegato Szabolcs Fazakas, il membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione speciale, è che «In Europa possiamo scegliere fra diverse modalità di trasporto. Nell'Africa subsahariana, non vi è che il trasporto su strada. Se la Commissione europea e i suoi partner nell'Africa subsahariana non affronteranno con l'impegno necessario la questione della sostenibilità delle strade, questi ultimi rischieranno di perdere ciò che è stato costruito con l'aiuto dell'Ue. È necessario che si assumano la responsabilità di far applicare i limiti di carico e di provvedere a una manutenzione adeguata delle strade».
La Corte conclude che la Commissione europea «E' parzialmente efficace nel sostenere una rete stradale durevole nell'Africa subsahariana. I Paesi partner visitati dalla Corte non fanno abbastanza per garantire la sostenibilità delle infrastrutture stradali. Le strade presentano, in misura diversa, un livello di deterioramento precoce. La maggior parte di questi Paesi ha adottato riforme istituzionali che prevedono in particolare la creazione di fondi ed enti per la viabilità e ha compiuto notevoli progressi nella manutenzione stradale, ma ovunque rimangono molte sfide da affrontare per garantire una manutenzione adeguata. Nonostante la spesa per la manutenzione stradale sia aumentata nel tempo in tutti i Paesi partner visitati dalla Corte, essa resta comunque insufficiente a coprire il fabbisogno. Uno dei motivi principali è la priorità conferita nei bilanci nazionali al riattamento e alla modernizzazione della rete viaria piuttosto che agli interventi di manutenzione».
La critica ad investimenti che non vengono poi seguiti con attenzione è evidente: «La Commissione è parzialmente efficace nel promuovere l'adozione e l'attuazione delle riforme del settore necessarie a superare gli ostacoli esistenti per una rete stradale sostenibile nell'Africa subsahariana. Il modo in cui la Commissione utilizza le condizioni previste per la concessione del sostegno finanziario costituisce un incentivo moderato. Ciò si ripercuote anche sul dialogo politico, che non è pienamente sfruttato dalla Commissione, pur essendosi dimostrato determinante nel promuovere il progresso in alcune aree, in particolare per quanto riguarda il quadro istituzionale e i finanziamenti per la manutenzione stradale. La cooperazione tecnica finanziata dalla Commissione si è rivelata meno fruttuosa di quanto si potesse prevedere».
Per questo la Corte dei Conti europea «Raccomanda alla Commissione di orientare meglio, sotto molti aspetti, le risorse del Fes e di sfruttare più efficacemente le condizioni associate ai programmi, il dialogo politico con i governi dei Paesi partner e la cooperazione tecnica, in modo da massimizzare l'efficacia del sostegno allo sviluppo offerto dal Fes ai fini di una rete stradale sostenibile nell'Africa subsahariana».
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