Dopo i colpi di pistola della camorra, in centinaia al fianco di Nuova cucina organizzata
Liberainformazione - Hanno risposto tutti all’appello lanciato dal Comitato don Peppe Diana e da Libera. I quattro colpi di pistola sparati nella notte di San Silvestro fuori il portone del ristorante Nuova Cucina Organizzata a San Cipriano di Aversa, in via Po n. 12, avevano lo scopo di intimidire tutto il movimento di base che lotta contro la camorra, ma la risposta per l’attacco ad un luogo simbolico non ha sortito l’effettosperato. Anzi. All’assemblea tenuta sabato mattina dentro Nco, c’era la folla delle grandi occasioni. Tutti consapevoli che si risponde compatti all’attacco della camorra, o si torna indietro di anni. “Questo luogo è un simbolo. Sparare qui ha un significato profondo. I camorristi vogliono dire che il territorio e le realtà produttive sono “roba nostra”. Noi invece diciamo che si tratta di “cosa nostra”, ovvero di beni restituiti alla collettività». Don Luigi Ciotti, il presidente di Libera, parla come al solito il linguaggio della chiarezza. Davanti a centinaia di persone che affollano l’atrio del ristorante della Nuova Cucina Organizzata. Il messaggio che arriva a chi ha voluto tentare di intimidire tutto il movimento anticamorra è chiaro: “non ci fate paura”.
In un freddo sabato mattina, in via Po n. 12, è arrivata gente da tutta la Campania e finanche dal Lazio per esprimere la solidarietà alla Nco e a quanti lavorano in questa realtà sociale che fa diventare protagonisti soprattutto le persone disabili. “C’è un escalation in atto – ha detto Valerio Taglione, referente di Libera e del Comitato don Diana, aprendo l’assemblea – tutto è cominciato a Casapesenna dove è stato sfondato il portone del presidio di Legambiente e Libera. Poi hanno imbrattato la targa del centro sociale intitolato ad Antonio Cangiano. Il 29 dicembre è sparita la stele commemorativa al carabiniere Salvatore Nuvoletta nel giardino prospiciente al Santuario della Madonna di Briano. Abbiamo aspettato ad alzare la voce perché pensavamo che fosse tutto opera di balordi. Invece la sera del 31 dicembre, poco dopo la mezzanotte, una macchina sgomma e spara quattro colpi davanti al portone d’ingresso di Nco. E’ stato allora che abbiamo deciso lanciare un appello a tutte le forze sane della provincia di Caserta per dire basta! Non è più possibile a vivere in questo territorio se si pensa di distruggere le realtà produttive con quattro colpi di pistola”.
All’appello, nonostante il periodo ancora festivo, hanno risposto davvero in tanti: il Vescovo di Aversa, Monsignor Angelo Spinillo, il questore di Caserta, Giuseppe Gualtieri, il magistrato Raffaello Magi, il presidente della camera di Commercio, Tommaso De Simone, il presidente degli industriali Casertani, Luciano Morelli, i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, la parlamentare del Pd, Pina Picierno, i consiglieri regionali Tonino Amato (PD) e Gennaro Uliviero (Pse), associazioni si volontariato, cooperative sociali, Tano Grasso con la Federazione Antiracket, scout della Campania e del Lazio, tantissimi i familiari delle vittime innocenti della camorra, il presidente della fondazione Polis, Paolo Siani, Geppino Fiorenza e don Tonino Palmese di Libera Campania con tutti i presidi di Libera della provincia di Caserta e quelli di Gaeta e Formia, rappresentanti delle organizzazioni sindacali degli studenti e moltissimi cittadini. Con loro i vertici della Finanza, dei carabinieri e della Dia. “Siamo qui per accompagnare il cammino di una foresta che cresce, senza spaventarci dei rigurgiti di chi vuole che questa crescita non ci sia”, ha detto il vescovo di Aversa, monsignor Spinillo.
“Non bisogna abbassare la guardia – ha sostenuto Tano Grasso, presidente della Federazione Antiracket – oggi sono molti di più gli imprenditori che non sopportano più il peso del condizionamento della camorra e sono più disponibili a denunciare. Ma i clan sono ancora molto forti”. “Quando sento pronunciare l ‘acronimo Nco – ha detto Annamaria Torre, figlia di Marcello, il sindaco di Pagani ucciso l’11 dicembre del 1980 – non penso più agli assassini di mio padre, ma a questi ragazzi che lottano per contrastare il potere della camorra. E questo mi rende in qualche modo più lieve il dolore”. Il magistrato Raffaello Magi, presidente del collegio del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che si occupa di confische di beni, ha sottolineato che ''Solo a Milano e Palermo vi sono dei magistrati che si dedicano esclusivamente al settore della prevenzione reale e personale. Il Csm farebbe bene ad occuparsene per assegnare anche in altri tribunali figure specifiche”. Per il questore di Caserta, Giuseppe Gualtieri. “L’attentato che c’è stato a Nco, è la dimostrazione che stiamo andando nella direzione giusta: repressione giudiziaria ed impresa etica”. E poi una considerazione: “La camorra è potente perché è radicata. Come si sradica? Con una sorta di apostolato di cittadinanza. E’ importante che ognuno di noi si impegni a portare un amico a ragionare come noi”.
Tanti ancora gli interventi di gente comune e rappresentanti di associazioni e sindacati, che è quasi impossibile riassumere qui. Ma chi c’era all’assemblea li ha ben introiettati come energia pura, carburante per andare avanti in questo 2013 che si annuncia importante per affondare nuovi colpi alla camorra e dare una svolta notevole ai territori della provincia di Caserta che continuano a soffrire della presenza dei clan. «E’ in Parlamento che si deve davvero combattere la mafia – ha detto don Ciotti nel suo intervento finale - penso alle numerose ambiguità riguardanti la legge sulla corruzione che non ha recepito le chiare e rigide indicazioni europee, o al gioco d'azzardo, o alla circostanza che i reati ambientali non sono ancora stati inseriti nel codice penale. Purtroppo, anche nella campagna elettorale da poco partita questi temi vengono solo accennati. Noi siamo qui per continuare a camminare insieme – ha concluso - nella consapevolezza che il cambiamento che sogniamo incomincia dentro ognuno di noi”.
Liberainformazione - Hanno risposto tutti all’appello lanciato dal Comitato don Peppe Diana e da Libera. I quattro colpi di pistola sparati nella notte di San Silvestro fuori il portone del ristorante Nuova Cucina Organizzata a San Cipriano di Aversa, in via Po n. 12, avevano lo scopo di intimidire tutto il movimento di base che lotta contro la camorra, ma la risposta per l’attacco ad un luogo simbolico non ha sortito l’effettosperato. Anzi. All’assemblea tenuta sabato mattina dentro Nco, c’era la folla delle grandi occasioni. Tutti consapevoli che si risponde compatti all’attacco della camorra, o si torna indietro di anni. “Questo luogo è un simbolo. Sparare qui ha un significato profondo. I camorristi vogliono dire che il territorio e le realtà produttive sono “roba nostra”. Noi invece diciamo che si tratta di “cosa nostra”, ovvero di beni restituiti alla collettività». Don Luigi Ciotti, il presidente di Libera, parla come al solito il linguaggio della chiarezza. Davanti a centinaia di persone che affollano l’atrio del ristorante della Nuova Cucina Organizzata. Il messaggio che arriva a chi ha voluto tentare di intimidire tutto il movimento anticamorra è chiaro: “non ci fate paura”.
In un freddo sabato mattina, in via Po n. 12, è arrivata gente da tutta la Campania e finanche dal Lazio per esprimere la solidarietà alla Nco e a quanti lavorano in questa realtà sociale che fa diventare protagonisti soprattutto le persone disabili. “C’è un escalation in atto – ha detto Valerio Taglione, referente di Libera e del Comitato don Diana, aprendo l’assemblea – tutto è cominciato a Casapesenna dove è stato sfondato il portone del presidio di Legambiente e Libera. Poi hanno imbrattato la targa del centro sociale intitolato ad Antonio Cangiano. Il 29 dicembre è sparita la stele commemorativa al carabiniere Salvatore Nuvoletta nel giardino prospiciente al Santuario della Madonna di Briano. Abbiamo aspettato ad alzare la voce perché pensavamo che fosse tutto opera di balordi. Invece la sera del 31 dicembre, poco dopo la mezzanotte, una macchina sgomma e spara quattro colpi davanti al portone d’ingresso di Nco. E’ stato allora che abbiamo deciso lanciare un appello a tutte le forze sane della provincia di Caserta per dire basta! Non è più possibile a vivere in questo territorio se si pensa di distruggere le realtà produttive con quattro colpi di pistola”.
All’appello, nonostante il periodo ancora festivo, hanno risposto davvero in tanti: il Vescovo di Aversa, Monsignor Angelo Spinillo, il questore di Caserta, Giuseppe Gualtieri, il magistrato Raffaello Magi, il presidente della camera di Commercio, Tommaso De Simone, il presidente degli industriali Casertani, Luciano Morelli, i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, la parlamentare del Pd, Pina Picierno, i consiglieri regionali Tonino Amato (PD) e Gennaro Uliviero (Pse), associazioni si volontariato, cooperative sociali, Tano Grasso con la Federazione Antiracket, scout della Campania e del Lazio, tantissimi i familiari delle vittime innocenti della camorra, il presidente della fondazione Polis, Paolo Siani, Geppino Fiorenza e don Tonino Palmese di Libera Campania con tutti i presidi di Libera della provincia di Caserta e quelli di Gaeta e Formia, rappresentanti delle organizzazioni sindacali degli studenti e moltissimi cittadini. Con loro i vertici della Finanza, dei carabinieri e della Dia. “Siamo qui per accompagnare il cammino di una foresta che cresce, senza spaventarci dei rigurgiti di chi vuole che questa crescita non ci sia”, ha detto il vescovo di Aversa, monsignor Spinillo.
“Non bisogna abbassare la guardia – ha sostenuto Tano Grasso, presidente della Federazione Antiracket – oggi sono molti di più gli imprenditori che non sopportano più il peso del condizionamento della camorra e sono più disponibili a denunciare. Ma i clan sono ancora molto forti”. “Quando sento pronunciare l ‘acronimo Nco – ha detto Annamaria Torre, figlia di Marcello, il sindaco di Pagani ucciso l’11 dicembre del 1980 – non penso più agli assassini di mio padre, ma a questi ragazzi che lottano per contrastare il potere della camorra. E questo mi rende in qualche modo più lieve il dolore”. Il magistrato Raffaello Magi, presidente del collegio del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che si occupa di confische di beni, ha sottolineato che ''Solo a Milano e Palermo vi sono dei magistrati che si dedicano esclusivamente al settore della prevenzione reale e personale. Il Csm farebbe bene ad occuparsene per assegnare anche in altri tribunali figure specifiche”. Per il questore di Caserta, Giuseppe Gualtieri. “L’attentato che c’è stato a Nco, è la dimostrazione che stiamo andando nella direzione giusta: repressione giudiziaria ed impresa etica”. E poi una considerazione: “La camorra è potente perché è radicata. Come si sradica? Con una sorta di apostolato di cittadinanza. E’ importante che ognuno di noi si impegni a portare un amico a ragionare come noi”.
Tanti ancora gli interventi di gente comune e rappresentanti di associazioni e sindacati, che è quasi impossibile riassumere qui. Ma chi c’era all’assemblea li ha ben introiettati come energia pura, carburante per andare avanti in questo 2013 che si annuncia importante per affondare nuovi colpi alla camorra e dare una svolta notevole ai territori della provincia di Caserta che continuano a soffrire della presenza dei clan. «E’ in Parlamento che si deve davvero combattere la mafia – ha detto don Ciotti nel suo intervento finale - penso alle numerose ambiguità riguardanti la legge sulla corruzione che non ha recepito le chiare e rigide indicazioni europee, o al gioco d'azzardo, o alla circostanza che i reati ambientali non sono ancora stati inseriti nel codice penale. Purtroppo, anche nella campagna elettorale da poco partita questi temi vengono solo accennati. Noi siamo qui per continuare a camminare insieme – ha concluso - nella consapevolezza che il cambiamento che sogniamo incomincia dentro ognuno di noi”.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.