martedì, gennaio 29, 2013
Il nuovo materiale potrebbe avere lo stesso impatto «causato nel secolo scorso dall’utilizzo dei polimeri per produrre plastica»  

GreenReport - Il XXI secolo sarà dominato dal grafene? In Europa almeno sul fronte della ricerca potrebbe esserlo, e oggi a Bruxelles la Comunità europea ha finanziato con un miliardo di euro il progetto "Graphene", ritenuto in grado di condizionare il futuro tecnologico del continente. Obiettivo del progetto è sviluppare appieno le potenzialità del grafene e di altri materiali bidimensionali, producendo uno spettro di nuove tecnologie che mirano a rivoluzionare molti settori industriali e generare maggiore sviluppo economico su scala europea. L'Italia - con il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) - giocherà un ruolo da protagonista in questo progetto e guiderà le attività di "Graphene" dedicate ai settori energetico e dei materiali compositi. In particolare, le ricerche dedicate ai materiali compositi saranno coordinate da Vincenzo Palermo, dell'Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività (Isof-Cnr): «Il grafene è il materiale più sottile che esista in natura. La sua forma, resistenza e stabilità possono essere utilizzate per creare materiali mai visti prima, provocando una rivoluzione simile a quella causata nel secolo scorso dall'utilizzo dei polimeri per produrre plastica». Sarà invece Vittorio Pellegrini, dell'Istituto nanoscienze del Cnr (CnrNano), a guidare le attività dedicate allo sviluppo di sistemi per applicazioni energetiche. «Batterie al grafene potrebbero durare più a lungo, avere tempi di carica più veloci, immagazzinare più energia e potrebbero essere usate nelle future auto elettriche. Il reticolo di carbonio potrebbe essere usato come una sorta di rete nanoscopica ideale per lo stoccaggio di idrogeno in modo efficiente ed economico».

Di questa Flagship il Cnr è stato il rappresentante per l'Italia e uno dei primi proponenti, d'intesa con le università di Chalmers, Manchester, Lancaster e Cambridge, le aziende Amo GmbH e Nokia, l'Istituto Catalano di Nanotecnologia e l'European Science Foundation. Il progetto coinvolge ora anche altri partner italiani quali Fondazione Bruno Kessler, Istituto Italiano di Tecnologia, Università di Trieste, Politecnico Torino, Politecnico Milano e STMicroelectronics.

«Graphene è il più ambizioso programma di ricerca congiunto mai messo in campo dalla Comunità europea: coinvolge 126 gruppi di ricerca tra enti, università e industrie in 17 paesi - ha sottolineato Luigi Ambrosio, direttore del dipartimento Scienze chimiche e tecnologie dei materiali del Cnr - Le attività, suddivise in 15 aree strategiche, seguiranno una roadmap che porterà il grafene dai laboratori di ricerca alla vita di tutti i giorni con applicazioni in elettronica, ottica, dispositivi flessibili, fino ai materiali compositi e alle batterie di nuova concezione».

Il progetto tra l'altro è risultato vincitore delle Fet (Future and emerging technologies) Flagship come annunciato dalla vice presidente della Commissione europea, Neelie Kroes. «Con questo progetto anticipiamo importanti pezzi del futuro, assicurando all'Europa un ruolo da protagonista nello studio e utilizzo, industriale e commerciale, del grafene, un sorprendente nanomateriale dalla grande versatilità applicativa - ha sottolineato il presidente del Cnr, Luigi Nicolais - Lo facciamo grazie all'entusiasmo e alla bravura dei nostri ricercatori e scienziati. È motivo di grande orgoglio e soddisfazione per la comunità scientifica dell'Ente che vede riconosciuti i suoi sforzi in uno dei più ambiziosi e sfidanti programmi di ricerca comunitari».


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