All'Angelus Benedetto XVI parla delle odierne Giornate della memoria, dei malati di lebbra e di intercessione per la pace in Terra santa. Il Vangelo di oggi "ci fa pensare al nostro modo di vivere la domenica: giorno del riposo e della famiglia, ma prima ancora giorno da dedicare al Signore".
Asianews - Il ricordo dell'Olocausto, celebrato nella odierna Giornata della memoria, "deve rappresentare per tutti un monito costante affinché non si ripetano gli orrori del passato, si superi ogni forma di odio e di razzismo e si promuovano il rispetto e la dignità della persona umana". Le "vittime del nazismo" e della "immane tragedia, che colpì così duramente soprattutto il popolo ebraico" sono state evocate da Benedetto XVI in occasione di un Angelus che lo ha visto ricordare anche le odierne Giornate per i malati di lebbra e di intercessione per la pace in Terra santa.
"Si celebra oggi - le parole del Papa - la sessantesima Giornata mondiale dei malati di lebbra. Esprimo la mia vicinanza alle persone che soffrono per questo male e incoraggio i ricercatori, gli operatori sanitari e i volontari, in particolare quanti fanno parte di organizzazioni cattoliche e dell'Associazione Amici di Raoul Follereau. Invoco per tutti il sostegno spirituale di san Damiano de Veuster e di santa Marianna Cope, che hanno dato la vita per i malati di lebbra. In questa domenica ricorre anche una speciale Giornata di intercessione per la pace in Terra Santa. Ringrazio quanti la promuovono in molte parti del mondo e saluto in particolare quelli qui presenti".
Pace, quella "che viene da Dio", anche nelle parole dei due ragazzi dell'Azione Cattolica della diocesi di Roma che, accanto al Papa, hanno letto il messaggio della loro "Carovana della Pace", seguito dal tradizionale lancio di due colombe.
Un invito a "pensare al nostro modo di vivere la domenica" è stato invece al centro della riflessione del Papa prima della recita della preghiera mariana. Rivolgendosi alle 30mila persone presenti in piazza san Pietro, Benedetto XVI ha commentato, come di consueto, il Vangelo del giorno, che questa domenica ci presenta anche Gesù che in sinagoga "si alzò a leggere e trovò un passo del profeta Isaia che inizia così: «Lo Spirito del Signore Dio è su di me, / perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; / mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri» (61,1-2)". E "Gesù, terminata la lettura, in un silenzio carico di attenzione, disse: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato»".
"Questo brano - ha commentato - interpella «oggi» anche noi. Anzitutto ci fa pensare al nostro modo di vivere la domenica: giorno del riposo e della famiglia, ma prima ancora giorno da dedicare al Signore, partecipando all'Eucaristia, nella quale ci nutriamo del Corpo e Sangue di Cristo e della sua Parola di vita. In secondo luogo, nel nostro tempo dispersivo e distratto, questo Vangelo ci invita ad interrogarci sulla nostra capacità di ascolto. Prima di poter parlare di Dio e con Dio, occorre ascoltarlo, e la liturgia della Chiesa è la "scuola" di questo ascolto del Signore che ci parla. Infine, ci dice che ogni momento può diventare un «oggi» propizio per la nostra conversione. Ogni giorno (kathēmeran) può diventare l'oggi salvifico, perché la salvezza è storia che continua per la Chiesa e per ciascun discepolo di Cristo. Questo è il senso cristiano del «carpe diem»: cogli l'oggi in cui Dio ti chiama per donarti la salvezza!".
Asianews - Il ricordo dell'Olocausto, celebrato nella odierna Giornata della memoria, "deve rappresentare per tutti un monito costante affinché non si ripetano gli orrori del passato, si superi ogni forma di odio e di razzismo e si promuovano il rispetto e la dignità della persona umana". Le "vittime del nazismo" e della "immane tragedia, che colpì così duramente soprattutto il popolo ebraico" sono state evocate da Benedetto XVI in occasione di un Angelus che lo ha visto ricordare anche le odierne Giornate per i malati di lebbra e di intercessione per la pace in Terra santa.
"Si celebra oggi - le parole del Papa - la sessantesima Giornata mondiale dei malati di lebbra. Esprimo la mia vicinanza alle persone che soffrono per questo male e incoraggio i ricercatori, gli operatori sanitari e i volontari, in particolare quanti fanno parte di organizzazioni cattoliche e dell'Associazione Amici di Raoul Follereau. Invoco per tutti il sostegno spirituale di san Damiano de Veuster e di santa Marianna Cope, che hanno dato la vita per i malati di lebbra. In questa domenica ricorre anche una speciale Giornata di intercessione per la pace in Terra Santa. Ringrazio quanti la promuovono in molte parti del mondo e saluto in particolare quelli qui presenti".
Pace, quella "che viene da Dio", anche nelle parole dei due ragazzi dell'Azione Cattolica della diocesi di Roma che, accanto al Papa, hanno letto il messaggio della loro "Carovana della Pace", seguito dal tradizionale lancio di due colombe.
Un invito a "pensare al nostro modo di vivere la domenica" è stato invece al centro della riflessione del Papa prima della recita della preghiera mariana. Rivolgendosi alle 30mila persone presenti in piazza san Pietro, Benedetto XVI ha commentato, come di consueto, il Vangelo del giorno, che questa domenica ci presenta anche Gesù che in sinagoga "si alzò a leggere e trovò un passo del profeta Isaia che inizia così: «Lo Spirito del Signore Dio è su di me, / perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; / mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri» (61,1-2)". E "Gesù, terminata la lettura, in un silenzio carico di attenzione, disse: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato»".
"Questo brano - ha commentato - interpella «oggi» anche noi. Anzitutto ci fa pensare al nostro modo di vivere la domenica: giorno del riposo e della famiglia, ma prima ancora giorno da dedicare al Signore, partecipando all'Eucaristia, nella quale ci nutriamo del Corpo e Sangue di Cristo e della sua Parola di vita. In secondo luogo, nel nostro tempo dispersivo e distratto, questo Vangelo ci invita ad interrogarci sulla nostra capacità di ascolto. Prima di poter parlare di Dio e con Dio, occorre ascoltarlo, e la liturgia della Chiesa è la "scuola" di questo ascolto del Signore che ci parla. Infine, ci dice che ogni momento può diventare un «oggi» propizio per la nostra conversione. Ogni giorno (kathēmeran) può diventare l'oggi salvifico, perché la salvezza è storia che continua per la Chiesa e per ciascun discepolo di Cristo. Questo è il senso cristiano del «carpe diem»: cogli l'oggi in cui Dio ti chiama per donarti la salvezza!".
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.