Bielorussia, Kazakistan, Russia ed Ucraina contro l’accordo di Doha
GreenReport - Bielorussia, Ucraina, Kazakistan e Russia stanno tenendo una serie di riunioni, la prima a Minsk, per decidere il loro ruolo all'interno del Protocollo di Kyoto. Questa riedizione dell'Unione Sovietica, con Paesi come Russia ed Ucraina che hanno comuni problemi con l'opposizione interna, e Bielorussia e Kazakistan che sono due diverse declinazioni della dittatura post-sovietica, punta chiaramente a mettere in discussione il Protocollo di Kyoto nei Paesi dell'ex Urss che fino ad ora avevano visto calare le loro emissioni a causa del disastro economico/industriale dopo il crollo del regime comunista.
Dalla conferenza Unfccc di Doha di fine 2012 i 4 Paesi erano usciti arrabbiati perché le loro quote dopo che il trucco delle loro quote ‘hot air' di riduzione delle emissioni era stato definitivamente smascherato e le loro proposte di aumento di emissioni respinte.
I quattro Paesi leader dello spazio ex-sovietico a Doha erano quindi usciti sbattendo la porta e la Bielorussia in un comunicato aveva sintetizzato il comune sentire, sostenendo che il nuovo accordo raggiunto in Qatar «Non fornisce alcuno spazio per la nostra economia ed alla crescita e non è in linea con i principi della Convenzione».
Ma a Doha è stato finalmente fatto saltare un trucco imposto da Putin per firmare il Protocollo di Kyoto senza assumersi nessun vero impegno: il crollo economico delle repubbliche ex sovietiche degli anni '90 era il motivo dietro i livelli di emissione effettivi in quei Paesi, che erano di gran lunga inferiori a quelli stimati quando è stato stilato il protocollo di Kyoto.
Per i bielorussi, «La decisione adottata a Doha ha chiesto di bloccare anche i nostri incentivi e le intenzioni di utilizzare strumenti di mercato flessibili come emissions trading, joint implementation e carbon markets nazionali di importanza cruciale per le nostre misure e politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici e la politica. Detto questo, non sarebbe una sorpresa se il governo ritirasse la sua lettera di consenso e non ratificasse i Kyoto amendments adottati a Doha».
Il presidente del Wwf Russia, Alexey Kokorin, ha detto a Rtcc di non essere affatto sorpreso: «Mi aspettavo che la Bielorussia e il Kazakistan a non partecipassero ulteriormente all'estensione di Kyoto. Nel caso della Bielorussia e Kazakistan il cambiamento delle emissioni deve essere inferiore ai livelli 2008-2010, in modo che solo i Paesi sviluppati che fanno le "physical reductions" delle emissioni possano partecipare al Protocollo di Kyoto con impegni reali. La Bielorussia ed il Kazakistan, in realtà non sono ancora sviluppati, hanno economie emergenti e, nel caso del Kazakhstan, un grosso potenziale minerario. Continueranno a vedere le loro emissioni aumentare e ci sarà una penale che li costringerebbe a comprare Assigned amount unit (Aau) per cercare di restare sotto i livelli 2008-2010. Questo non è possibile. Quindi, la Bielorussia e il Kazakistan sono esclusi dal secondo periodo di Kyoto. Anche l'Ucraina è in una situazione difficile, ma ha un sacco di "hot air" del primo periodo, così sarà probabilmente in grado di partecipare».
GreenReport - Bielorussia, Ucraina, Kazakistan e Russia stanno tenendo una serie di riunioni, la prima a Minsk, per decidere il loro ruolo all'interno del Protocollo di Kyoto. Questa riedizione dell'Unione Sovietica, con Paesi come Russia ed Ucraina che hanno comuni problemi con l'opposizione interna, e Bielorussia e Kazakistan che sono due diverse declinazioni della dittatura post-sovietica, punta chiaramente a mettere in discussione il Protocollo di Kyoto nei Paesi dell'ex Urss che fino ad ora avevano visto calare le loro emissioni a causa del disastro economico/industriale dopo il crollo del regime comunista.
Dalla conferenza Unfccc di Doha di fine 2012 i 4 Paesi erano usciti arrabbiati perché le loro quote dopo che il trucco delle loro quote ‘hot air' di riduzione delle emissioni era stato definitivamente smascherato e le loro proposte di aumento di emissioni respinte.
I quattro Paesi leader dello spazio ex-sovietico a Doha erano quindi usciti sbattendo la porta e la Bielorussia in un comunicato aveva sintetizzato il comune sentire, sostenendo che il nuovo accordo raggiunto in Qatar «Non fornisce alcuno spazio per la nostra economia ed alla crescita e non è in linea con i principi della Convenzione».
Ma a Doha è stato finalmente fatto saltare un trucco imposto da Putin per firmare il Protocollo di Kyoto senza assumersi nessun vero impegno: il crollo economico delle repubbliche ex sovietiche degli anni '90 era il motivo dietro i livelli di emissione effettivi in quei Paesi, che erano di gran lunga inferiori a quelli stimati quando è stato stilato il protocollo di Kyoto.
Per i bielorussi, «La decisione adottata a Doha ha chiesto di bloccare anche i nostri incentivi e le intenzioni di utilizzare strumenti di mercato flessibili come emissions trading, joint implementation e carbon markets nazionali di importanza cruciale per le nostre misure e politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici e la politica. Detto questo, non sarebbe una sorpresa se il governo ritirasse la sua lettera di consenso e non ratificasse i Kyoto amendments adottati a Doha».
Il presidente del Wwf Russia, Alexey Kokorin, ha detto a Rtcc di non essere affatto sorpreso: «Mi aspettavo che la Bielorussia e il Kazakistan a non partecipassero ulteriormente all'estensione di Kyoto. Nel caso della Bielorussia e Kazakistan il cambiamento delle emissioni deve essere inferiore ai livelli 2008-2010, in modo che solo i Paesi sviluppati che fanno le "physical reductions" delle emissioni possano partecipare al Protocollo di Kyoto con impegni reali. La Bielorussia ed il Kazakistan, in realtà non sono ancora sviluppati, hanno economie emergenti e, nel caso del Kazakhstan, un grosso potenziale minerario. Continueranno a vedere le loro emissioni aumentare e ci sarà una penale che li costringerebbe a comprare Assigned amount unit (Aau) per cercare di restare sotto i livelli 2008-2010. Questo non è possibile. Quindi, la Bielorussia e il Kazakistan sono esclusi dal secondo periodo di Kyoto. Anche l'Ucraina è in una situazione difficile, ma ha un sacco di "hot air" del primo periodo, così sarà probabilmente in grado di partecipare».
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