Ma gli antinucleari francesi già promettono battaglia
GreenReport - Stanotte una sessantina di attivisti No Tav piemontesi hanno cercato di impedire il transito della stazione di Avigliana del treno con i container "Castor" carichi di scorie radioattive provenienti dalla centrale nucleare dismessa di Saluggia (Vercelli). Il treno è diretto verso l'impianto di "riprocessamento" francese di La Hague, Francia, dove il materiale verrà trattato prima di essere rispedito di nuovo in Piemonte per uno stoccaggio definitivo che nessuno sa ancora dove e come avverrà.
La contestazione degli attivisti, conclusasi senza incidenti, è iniziata intorno alle 1,30 quando una quarantina di No Tav si sono sdraiati sui binari per tentare di fermare il treno composto da tre segmenti: la motrice civetta, il carico di scorie e la scorta delle forze dell'ordine, che è intervenuta spostando uno ad uno i manifestanti e confinandoli sui marciapiedi della stazione. Solo dopo le 4 di mattina il treno è riuscito a passare. Gli unici momenti di vera tensione e ci sono stati quando, dopo il passaggio del convoglio nucleare, un gruppo di No Tav ha tentato di rientrare nella stazione di Avigliana ed è stato affrontato con decisione dalle forze dell'ordine. Attorno alle 4 gli attivisti antinucleari si sono allontanati senza essere mai entrati in contatto con le forze dell'ordine. La situazione sembra tornata alla normalità.
L'arrivo del combustibile nucleare esausto italiano sul suolo francese era cessato dal maggio 2011 proprio a causa delle forti proteste in Va di Susa contro la Tav, ma i convogli nucleari sono ripresi nel luglio 2012 ed una nuova spedizione è prevista a breve.
Intanto gli antinucleari francesi promettono battaglia. Réseau "Sortir du Nucléaire" lancia nuovamente l'allarme: «Lunedi 14 gennaio, alle 23, 43, un convoglio di scorie altamente radioattive ha lasciato l'Italia per raggiungere l'impianto Areva di La Hague nella mattina di giovedi 17 gennaio. Attraverserà per via ferrovia una gran parte della Francia, mercoledì 16 e giovedi 17 gennaio. Come di abitudine, questo pericoloso trasporto avrà luogo senza alcuna informazione dell'opinione pubblica. Réseau "Sortir du nucléaire" aveva quindi depositato un référé-liberté per far annullare questo convoglio. L'udienza ha avuto luogo venerdì 11 gennaio al tribunale di Cergy-Pontoise ed il nostro ricorso è stato rigettato. Davanti al rifiuto di annullare questo convoglio, dobbiamo subito cercare di farvi luce finché possibile, pubblicando sul nostro sito gli itinerari e gli orari potenziali ed appellandoci alla vigilanza ed alla mobilitazione su tutto il tragitto».
Il convoglio in Francia dovrebbe essere composto come al solito da due vagoni Q70 carichi di combustibile esausto da ritrattare a La Hague. "Sortir du nucléaire" spiega che «Nel quadro del contratto concluso tra Areva e la società italiana Sogin (Società gestione impianti nucleari), Areva deve trattare nell'impianto di La Hague più di 200 tonnellate di combustibile esaurito prodotto dai reattori italiani in smantellamento. Un accordo è dunque stato firmato tra la Francia e l'Italia nel 2006 ed è stato ratificato con un decreto nel 2007 basato sul transito di questo combustibile tra i due Paesi».
La rete antinucleare francese ricorda che in occasione del primo trasporto di combustibile nucleare italiano l'Autorité de sûreté nucléaire (Asn) aveva tenuto «A ricordare pubblicamente le sue riserve» sull'accordo italo-francese ed in articolare l'Agenzia di sicurezza statale francese è preoccupata per i tempi previsti delle scorie italiane "ritrattate" in patria: tra il 2020 e il 2025, visto che fino ad ora nel nostro Paese non esiste nessuna soluzione per lo stoccaggio di lungo periodo o definitivo delle scorie. Insomma l'Asn teme che alla scadenza del 2025 se le dovranno tenere i francesi, magari spedendole nell'accogliente Russia. Anche per Réseau "Sortir du Nucléaire" «Non solo il "ritrattamento" a La Hague non costituisce per niente un riciclaggio, ma l'invio delle scorie radioattive a La Hague sembra soprattutto un'astuzia di alcuni Paesi per far dimenticare temporaneamente il problema insolubile della loro gestione».
I No Nuke francesi accusano governo ed Areva di non aver informato popolazione e ferrovieri del rischio di questo convoglio e sottolineano: «Non solo il trattamento all'impianto di La Hague non diminuisce la radioattività delle scorie, ma aumenta il loro volume. Questa attività è anche estremamente inquinante e contamina l'acqua e l'ambiente. In più, i vagoni speciali restano irradiati, pieni o vuoti, ed è fortemente sconsigliato avvicinarsi a meno di due metri o intervenire sul treno. Inoltre, trasportare queste scorie è estremamente rischioso: essendo altamente radioattivo il combustibile esausto trasportato nei container, le conseguenze di un incidente potrebbero essere gravissime».
GreenReport - Stanotte una sessantina di attivisti No Tav piemontesi hanno cercato di impedire il transito della stazione di Avigliana del treno con i container "Castor" carichi di scorie radioattive provenienti dalla centrale nucleare dismessa di Saluggia (Vercelli). Il treno è diretto verso l'impianto di "riprocessamento" francese di La Hague, Francia, dove il materiale verrà trattato prima di essere rispedito di nuovo in Piemonte per uno stoccaggio definitivo che nessuno sa ancora dove e come avverrà.
La contestazione degli attivisti, conclusasi senza incidenti, è iniziata intorno alle 1,30 quando una quarantina di No Tav si sono sdraiati sui binari per tentare di fermare il treno composto da tre segmenti: la motrice civetta, il carico di scorie e la scorta delle forze dell'ordine, che è intervenuta spostando uno ad uno i manifestanti e confinandoli sui marciapiedi della stazione. Solo dopo le 4 di mattina il treno è riuscito a passare. Gli unici momenti di vera tensione e ci sono stati quando, dopo il passaggio del convoglio nucleare, un gruppo di No Tav ha tentato di rientrare nella stazione di Avigliana ed è stato affrontato con decisione dalle forze dell'ordine. Attorno alle 4 gli attivisti antinucleari si sono allontanati senza essere mai entrati in contatto con le forze dell'ordine. La situazione sembra tornata alla normalità.
L'arrivo del combustibile nucleare esausto italiano sul suolo francese era cessato dal maggio 2011 proprio a causa delle forti proteste in Va di Susa contro la Tav, ma i convogli nucleari sono ripresi nel luglio 2012 ed una nuova spedizione è prevista a breve.
Intanto gli antinucleari francesi promettono battaglia. Réseau "Sortir du Nucléaire" lancia nuovamente l'allarme: «Lunedi 14 gennaio, alle 23, 43, un convoglio di scorie altamente radioattive ha lasciato l'Italia per raggiungere l'impianto Areva di La Hague nella mattina di giovedi 17 gennaio. Attraverserà per via ferrovia una gran parte della Francia, mercoledì 16 e giovedi 17 gennaio. Come di abitudine, questo pericoloso trasporto avrà luogo senza alcuna informazione dell'opinione pubblica. Réseau "Sortir du nucléaire" aveva quindi depositato un référé-liberté per far annullare questo convoglio. L'udienza ha avuto luogo venerdì 11 gennaio al tribunale di Cergy-Pontoise ed il nostro ricorso è stato rigettato. Davanti al rifiuto di annullare questo convoglio, dobbiamo subito cercare di farvi luce finché possibile, pubblicando sul nostro sito gli itinerari e gli orari potenziali ed appellandoci alla vigilanza ed alla mobilitazione su tutto il tragitto».
Il convoglio in Francia dovrebbe essere composto come al solito da due vagoni Q70 carichi di combustibile esausto da ritrattare a La Hague. "Sortir du nucléaire" spiega che «Nel quadro del contratto concluso tra Areva e la società italiana Sogin (Società gestione impianti nucleari), Areva deve trattare nell'impianto di La Hague più di 200 tonnellate di combustibile esaurito prodotto dai reattori italiani in smantellamento. Un accordo è dunque stato firmato tra la Francia e l'Italia nel 2006 ed è stato ratificato con un decreto nel 2007 basato sul transito di questo combustibile tra i due Paesi».
La rete antinucleare francese ricorda che in occasione del primo trasporto di combustibile nucleare italiano l'Autorité de sûreté nucléaire (Asn) aveva tenuto «A ricordare pubblicamente le sue riserve» sull'accordo italo-francese ed in articolare l'Agenzia di sicurezza statale francese è preoccupata per i tempi previsti delle scorie italiane "ritrattate" in patria: tra il 2020 e il 2025, visto che fino ad ora nel nostro Paese non esiste nessuna soluzione per lo stoccaggio di lungo periodo o definitivo delle scorie. Insomma l'Asn teme che alla scadenza del 2025 se le dovranno tenere i francesi, magari spedendole nell'accogliente Russia. Anche per Réseau "Sortir du Nucléaire" «Non solo il "ritrattamento" a La Hague non costituisce per niente un riciclaggio, ma l'invio delle scorie radioattive a La Hague sembra soprattutto un'astuzia di alcuni Paesi per far dimenticare temporaneamente il problema insolubile della loro gestione».
I No Nuke francesi accusano governo ed Areva di non aver informato popolazione e ferrovieri del rischio di questo convoglio e sottolineano: «Non solo il trattamento all'impianto di La Hague non diminuisce la radioattività delle scorie, ma aumenta il loro volume. Questa attività è anche estremamente inquinante e contamina l'acqua e l'ambiente. In più, i vagoni speciali restano irradiati, pieni o vuoti, ed è fortemente sconsigliato avvicinarsi a meno di due metri o intervenire sul treno. Inoltre, trasportare queste scorie è estremamente rischioso: essendo altamente radioattivo il combustibile esausto trasportato nei container, le conseguenze di un incidente potrebbero essere gravissime».
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È presente 1 commento
Spiace constatare come i media, in questo caso voi, non abbiano capito nulla di quello che si vuole fare dimostrando contro il passaggio dei treni con le scorie. Nan interessa a nessuno il fermare il treno o meglio impedirne il passaggio, il fine di queste manifestazioni è il portare l'attenzione di tutti, si anche la vostra, sul fatto che queste operazioni devono avere la necessaria informazione, le amministrazioni ed i cittadini dei luoghi attraversati dal passaggoi delle scorie DEVONO essere regolarmente informati e DEVE essere preparato e reso pubblico un piano di emergenza in modo che la gente sia informata e sappia cosa fare nella malaugurata ipotesi di un qualunque problema. Mi rendo conto che fare i giornalisti (veri) possa essere cosa difficile ma almeno evitate di dire schiocchezze. Grazie.
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