In una lettera trasmessa al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 14 gennaio 2013, la Svizzera e altri 56 stati membri di ogni continente hanno chiesto l'immediato deferimento della situazione in Siria al procuratore della Corte penale internazionale, provvedimento che Amnesty International sollecita dall'aprile 2011.
Amnesty - "La situazione sul terreno" - si legge nella lettera - "è diventata ancora più disperata, gli attacchi contro la popolazione civile e le atrocità sono quasi la norma".
"Il Consiglio di sicurezza, da quasi due anni, resta a guardare mentre crimini di guerra e crimini contro l'umanità vengono commessi nella completa impunità contro la popolazione siriana" - ha dichiarato José Luis Díaz, rappresentante di Amnesty International presso le Nazioni Unite a New York. "Tutto questo non può continuare. La situazione della Siria dev'essere immediatamente deferita al procuratore della Corte penale internazionale, per garantire che persone di ogni parte attiva nel conflitto siano indagate e, laddove vi siano sufficienti prove, incriminate per i più gravi crimini di diritto internazionale".
Dall'inizio della rivolta, nel marzo 2011, Amnesty International ha denunciato sistematiche e diffuse violazioni dei diritti umani che costituiscono crimini contro l'umanità. Da quando la situazione si è trasformata in un conflitto armato interno, l'organizzazione ha riscontrato le prove di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e di crimini di guerra ad opera delle autorità siriane. I gruppi armati di opposizione, compresi quelli associati all'Esercito libero siriano, hanno a loro volta compiuto violazioni del diritto internazionale umanitario e possibili crimini di guerra, tra cui la cattura di ostaggi e l'uccisione illegale di prigionieri.
Anche la Commissione indipendente internazionale d'inchiesta promossa dalle Nazioni Unite ha riscontrato prove di crimini di guerra e crimini contro l'umanità e la stessa Alta commissaria per i diritti umani ha ripetutamente chiesto al Consiglio di sicurezza di deferire la situazione alla Corte penale internazionale.
Tuttavia, il Consiglio di sicurezza non ha dato seguito a queste richieste, limitandosi a dichiarare che "i responsabili delle violenze dovrebbero essere chiamati a risponderne". Russia e Cina, in particolare, hanno bloccato risoluzioni che avrebbero consentito una maggiore pressione internazionale sulle autorità siriane.
"La flebile retorica del Consiglio di sicurezza non ha reso alcuna giustizia alle vittime e ha dato il via libera ai responsabili di gravi crimini di diritto internazionale per poter agire senza timore di subire conseguenze. In questa mancanza d'azione si può leggere un messaggio inquietante: che la comunità internazionale ha smarrito la volontà di proteggere i civili nel conflitto" - ha sottolineato Díaz.
Oltre al deferimento della situazione della Siria alla Corte penale internazionale, Amnesty International continua a chiedere a tutti gli stati di esercitare la giurisdizione universale nei confronti di chiunque sia sospettato di aver commesso crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
(19/09/2012) Siria: da Amnesty International nuove prove sulla campagna di attacchi indiscriminati
Amnesty - "La situazione sul terreno" - si legge nella lettera - "è diventata ancora più disperata, gli attacchi contro la popolazione civile e le atrocità sono quasi la norma".
"Il Consiglio di sicurezza, da quasi due anni, resta a guardare mentre crimini di guerra e crimini contro l'umanità vengono commessi nella completa impunità contro la popolazione siriana" - ha dichiarato José Luis Díaz, rappresentante di Amnesty International presso le Nazioni Unite a New York. "Tutto questo non può continuare. La situazione della Siria dev'essere immediatamente deferita al procuratore della Corte penale internazionale, per garantire che persone di ogni parte attiva nel conflitto siano indagate e, laddove vi siano sufficienti prove, incriminate per i più gravi crimini di diritto internazionale".
Dall'inizio della rivolta, nel marzo 2011, Amnesty International ha denunciato sistematiche e diffuse violazioni dei diritti umani che costituiscono crimini contro l'umanità. Da quando la situazione si è trasformata in un conflitto armato interno, l'organizzazione ha riscontrato le prove di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e di crimini di guerra ad opera delle autorità siriane. I gruppi armati di opposizione, compresi quelli associati all'Esercito libero siriano, hanno a loro volta compiuto violazioni del diritto internazionale umanitario e possibili crimini di guerra, tra cui la cattura di ostaggi e l'uccisione illegale di prigionieri.
Anche la Commissione indipendente internazionale d'inchiesta promossa dalle Nazioni Unite ha riscontrato prove di crimini di guerra e crimini contro l'umanità e la stessa Alta commissaria per i diritti umani ha ripetutamente chiesto al Consiglio di sicurezza di deferire la situazione alla Corte penale internazionale.
Tuttavia, il Consiglio di sicurezza non ha dato seguito a queste richieste, limitandosi a dichiarare che "i responsabili delle violenze dovrebbero essere chiamati a risponderne". Russia e Cina, in particolare, hanno bloccato risoluzioni che avrebbero consentito una maggiore pressione internazionale sulle autorità siriane.
"La flebile retorica del Consiglio di sicurezza non ha reso alcuna giustizia alle vittime e ha dato il via libera ai responsabili di gravi crimini di diritto internazionale per poter agire senza timore di subire conseguenze. In questa mancanza d'azione si può leggere un messaggio inquietante: che la comunità internazionale ha smarrito la volontà di proteggere i civili nel conflitto" - ha sottolineato Díaz.
Oltre al deferimento della situazione della Siria alla Corte penale internazionale, Amnesty International continua a chiedere a tutti gli stati di esercitare la giurisdizione universale nei confronti di chiunque sia sospettato di aver commesso crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
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