lunedì, gennaio 21, 2013
Un ampio blackout ha colpito nella notte l’area di Damasco e i sobborghi, dove in alcune zone la corrente elettrica è tornata stamattina. La zona interessata si estende fino a 50 chilometri a nord della città di Zabadani ma anche le province meridionali di Daraa e Sweida risultano coinvolte. 

Misna - Il governo siriano – riferisce l’agenzia Sana – punta l’indice contro l’opposizione armata, che avrebbe attaccato la principale linea di rifornimento della corrente della capitale siriana. Il ministro dell’Energia Imad Khamis ha annunciato che le autorità stanno lavorando per ripristinare il servizio. Sul fronte politico, intanto, arriva dal ministro degli Esteri Walid al Mouallem l’ultimo appello in ordine di tempo per una soluzione negoziata al conflitto che tiene in ostaggio il paese da oltre 20 mesi: il responsabile della diplomazia di Damasco ha invitato “l’opposizione nazionalista” a deporre le armi e partecipare ai colloqui per la creazione di un governo di unità nazionale. Al Mouallem ha bollato come “inaccettabile” ogni discussione sul futuro politico del presidente Bashar al Assad aprendo al dialogo con tutte le forze “che rifiutano un intervento straniero” nel paese, ribadendo la convinzione che “un nuovo parlamento e una nuova Costituzione” costituiscono l’unica via per uscire dal conflitto.

Un discorso accorato, ma che nella sostanza non apre più di tanto alle forze di opposizione sostenute dalla comunità internazionale, che chiedono come precondizione al cessate-il-fuoco e al negoziato, le dimissioni di Assad.

Nel fine settimana i leader della Coalizione nazionale siriana (Cns) hanno cancellato l’incontro previsto a Istanbul che avrebbe dovuto portare alla creazione di un governo di transizione operativo nelle aree del paese sotto il controllo dei ribelli. Il Cns, ombrello sotto il quale si raccolgono i principali gruppi di opposizione, è nato a novembre con il sostegno delle monarchie del Golfo e dei governi occidentali.

A fermare la creazione dell’organismo sarebbero state ragioni di ordine economico. Prima di presentare il nuovo esecutivo d’opposizione, il Cns – riferiscono fonti vicine all’opposizione – vuole garantirsi i fondi necessari ad operare.

La questione potrebbe essere rinviata al prossimo 28 gennaio al vertice dell’opposizione convocato a Parigi dal governo francese. L’incontro è stato annunciato dopo che il quotidiano francese ‘le Monde’ ha sostenuto che armi chimiche non letali ma debilitanti sono state impiegate dall’esercito siriano lo scorso 23 dicembre a Homs.


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