giovedì, febbraio 21, 2013
I ragazzi, 17 e 18 anni, chiedevano la fine del regime cinese e il ritorno del Dalai Lama in Tibet. Il Consiglio Onu per i Diritti del bambino vuole inserire le autoimmolazioni di minorenni tra le violazioni ai diritti dei più piccoli. 

Dharamsala (AsiaNews) - Due giovani tibetani si sono dati fuoco e sono morti a Ngaba (provincia del Sichuan), invocando la fine del regime cinese e il ritorno del Dalai Lama in Tibet. Rinchen (nella foto) e Sonam Dargye - questi i loro nomi - avevano 17 e 18 anni e vivevano nella città di Kyantsa. Come riferisce Radio Free Asia (Rfa), il fatto è avvenuto nel pomeriggio di ieri. Le vittime sono decedute sul posto e i loro corpi sono stati portati subito dalle loro famiglie. Su 104 tibetani che dal 2008 a oggi si sono autoimmolati, sono almeno 20 i giovani di 18 anni o minorenni. Secondo Dicki Chhoyang, ministro dell'Informazione e delle relazioni internazionali del governo tibetano in esilio a Dharamsala, "le autoimmolazioni compiute dalle nuove generazioni mandano un messaggio inequivocabile al mondo circa la gravità della situazione in Tibet".

Nel corso di un incontro a Ginevra in vista della nuova sessione del Consiglio Onu per i diritti umani, il ministro ha letto una lettera lasciata da Nangdrol, un tibetano di 18 anni che è morto dopo essersi dato fuoco il 19 febbraio 2012: "Non possiamo più sottostare a queste leggi draconiane, tollerare questo tormento che non lascia cicatrici, perché il dolore nel non godere di alcun diritto umano è molto più grande di quello di un'autoimmolazione".

Dato l'alto numero di giovani e adolescenti che hanno scelto di autoimmolarsi per la causa del Tibet, la Commissione Onu per i Diritti del bambino sta valutando la possibilità di inserire le autoimmolazioni di minorenni tibetani nella lista degli abusi ai diritti dei bambini, e di interrogare la Cina a riguardo.

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