Il nuovo esperimento nucleare in Corea del Nord potrebbe avvenire il prossimo 10 febbraio, primo giorno dell'Anno del Serpente, oppure il 16 per il compleanno del defunto Kim Jong-il. La comunità internazionale: "Gravissimo". Una fonte cattolica in Corea: “Siamo abituati alle minacce. Ma l’Onu è sbilanciata, dato che non protesta contro i test del regime cinese”.
Seoul (AsiaNews) - Il dittatore nordcoreano Kim Jong-un non ha inviato alcun messaggio di auguri per il Nuovo Anno al governo cinese e a quello russo. Si tratta di una prima assoluta nella storia del Paese, che dal 1953 è governato con pugno di ferro dalla famiglia Kim con il sostegno economico, militare e diplomatico di Pechino e Mosca. Secondo diversi esperti, si tratta di una ritorsione al voto favorevole espresso dai due governi al Consiglio di Sicurezza Onu per sanzioni contro l'ennesima provocazione militare di Pyongyang.
La notizia è apparsa con grande risalto sui media sudcoreani, che citano fonti diplomatiche di Seoul nei due Paesi "snobbati" dal giovane Kim: il dittatore ha inviato come al solito gli auguri tradizionali per il Capodanno lunare a circa 30 nazioni - fra cui Libano e Iran - ma non ha risposto alle lettere inviate da Cina e Russia. Il tutto proprio nel giorno in cui l'ambasciatore sudcoreano all'Onu ha annunciato "l'intento unanime" di punire "con severità" la Corea del Nord in caso di un nuovo test nucleare.
Il regime stalinista continua a puntare la propria sopravvivenza sul rapporto esclusivo con l'esercito e sulla potenza militare. Per questo, nonostante i numerosi avvertimenti internazionali, ha perfezionato il proprio programma nucleare arrivando a ottenere un ordigno atomico e ha compiuto diversi test missilistici proibiti dal diritto internazionale. L'ultimo, avvenuto all'inizio del dicembre 2012, ha provocato un inasprimento delle sanzioni economiche che - secondo fonti di AsiaNews - ha "affamato 20 milioni di persone".
Ora si moltiplicano le voci di un nuovo test atomico, il terzo nella storia del Paese. I media cinesi hanno pubblicato diversi editoriali dallo stesso tenore, che minacciano Pyongyang di "gravi conseguenze"; Seoul, attraverso canali diplomatici e governativi, si è detta "pronta a intervenire" mentre gli Stati Uniti hanno chiesto alla Corea del Nord di "pensare sul serio prima di fare passi falsi". Il Giappone, infine, ha definito "operativi" i suoi sistemi anti-missile che potrebbero colpire il regime "in qualunque momento".
Secondo alcune fonti il test potrebbe avvenire il 10 febbraio - in occasione proprio del Capodanno lunare che apre l'Anno del Serpente in tutta l'Asia - oppure il 16 febbraio - compleanno del defunto dittatore Kim Jong-il, padre dell'attuale "uomo forte" di Pyongyang. Il tutto per una spesa complessiva di circa 50 milioni di dollari, impegnati nel settore militare mentre metà della popolazione - composta da circa 22 milioni di persone - vive con meno di 1 dollaro al giorno.
Una fonte cattolica di AsiaNews in Corea commenta: "I proclami del Nord sono ormai un'abitudine per il nostro popolo. Ne parlano i politici per tenere alta la tensione, ma noi cerchiamo di non vivere nel terrore. D'altra parte, molti sudcoreani considerano un poco sbilanciato questo atteggiamento: anche la Cina è un regime, eppure conduce senza problemi i propri test nucleari quando vuole e con la benedizione delle Nazioni Unite".
Seoul (AsiaNews) - Il dittatore nordcoreano Kim Jong-un non ha inviato alcun messaggio di auguri per il Nuovo Anno al governo cinese e a quello russo. Si tratta di una prima assoluta nella storia del Paese, che dal 1953 è governato con pugno di ferro dalla famiglia Kim con il sostegno economico, militare e diplomatico di Pechino e Mosca. Secondo diversi esperti, si tratta di una ritorsione al voto favorevole espresso dai due governi al Consiglio di Sicurezza Onu per sanzioni contro l'ennesima provocazione militare di Pyongyang.
La notizia è apparsa con grande risalto sui media sudcoreani, che citano fonti diplomatiche di Seoul nei due Paesi "snobbati" dal giovane Kim: il dittatore ha inviato come al solito gli auguri tradizionali per il Capodanno lunare a circa 30 nazioni - fra cui Libano e Iran - ma non ha risposto alle lettere inviate da Cina e Russia. Il tutto proprio nel giorno in cui l'ambasciatore sudcoreano all'Onu ha annunciato "l'intento unanime" di punire "con severità" la Corea del Nord in caso di un nuovo test nucleare.
Il regime stalinista continua a puntare la propria sopravvivenza sul rapporto esclusivo con l'esercito e sulla potenza militare. Per questo, nonostante i numerosi avvertimenti internazionali, ha perfezionato il proprio programma nucleare arrivando a ottenere un ordigno atomico e ha compiuto diversi test missilistici proibiti dal diritto internazionale. L'ultimo, avvenuto all'inizio del dicembre 2012, ha provocato un inasprimento delle sanzioni economiche che - secondo fonti di AsiaNews - ha "affamato 20 milioni di persone".
Ora si moltiplicano le voci di un nuovo test atomico, il terzo nella storia del Paese. I media cinesi hanno pubblicato diversi editoriali dallo stesso tenore, che minacciano Pyongyang di "gravi conseguenze"; Seoul, attraverso canali diplomatici e governativi, si è detta "pronta a intervenire" mentre gli Stati Uniti hanno chiesto alla Corea del Nord di "pensare sul serio prima di fare passi falsi". Il Giappone, infine, ha definito "operativi" i suoi sistemi anti-missile che potrebbero colpire il regime "in qualunque momento".
Secondo alcune fonti il test potrebbe avvenire il 10 febbraio - in occasione proprio del Capodanno lunare che apre l'Anno del Serpente in tutta l'Asia - oppure il 16 febbraio - compleanno del defunto dittatore Kim Jong-il, padre dell'attuale "uomo forte" di Pyongyang. Il tutto per una spesa complessiva di circa 50 milioni di dollari, impegnati nel settore militare mentre metà della popolazione - composta da circa 22 milioni di persone - vive con meno di 1 dollaro al giorno.
Una fonte cattolica di AsiaNews in Corea commenta: "I proclami del Nord sono ormai un'abitudine per il nostro popolo. Ne parlano i politici per tenere alta la tensione, ma noi cerchiamo di non vivere nel terrore. D'altra parte, molti sudcoreani considerano un poco sbilanciato questo atteggiamento: anche la Cina è un regime, eppure conduce senza problemi i propri test nucleari quando vuole e con la benedizione delle Nazioni Unite".
di Joseph Yun Li-sun
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