martedì, febbraio 19, 2013
Il 12 febbraio sono crollati una parte dei muri e del tetto della sala macchine del reattore 4 di Chernobyl, quello che con la sua esplosione il 26 aprile 1986 provocò la più grande tragedia del nucleare civile della storia.  

GreenReport - Come scrive Andreï Reznitchenko su Ria Novosti, «La centrale nucleare di Chernobyl è il numero uno dei siti più pericolosi del mondo mai eretti dall'uomo» e si chiede «Esistono delle valutazioni preventive sul suo stato nei prossimi anni?». Secondo l'esperto russo, «La centrale di Chernobyl è probabilmente la più malconcia del mondo», tanto che sopra questo cadavere nucleare radioattivo si sta costruendo da anni un "arco" o un "sarcofago" destinato a ricoprire le sue pericolosissime macerie.

«Secondo gli esperti - scrive Reznitchenko - lo stesso incidente non ha colpito il sarcofago ma ha ricordato la serie di cattive decisioni prese a Chernobyl. Una di queste è stata la scelta del Consorzio francese Framatome per costruire il deposito del combustibile nucleare esausto della centrale, nel 2003. I francesi hanno fallito in questo progetto. Secondo la versione ufficiale, Framatome non è riuscita a gestire il problema dell'essiccamento del combustibile e dell'eliminazione dell'acqua delle barre di uranio che avevano perduto la loro integrità».

Ma il recente incidente, avvenuto ad una cinquantina di metri dall'area dove si sta costruendo l'"arco", apre anche altri gravissimi problemi che riguardano la sorveglianza dell'intera struttura della centrale nucleare ex sovietica ed oggi lasciata in eredità all'Ucraina (e finanziariamente soprattutto all'Unione europea) perché «La sua struttura invecchia con il tempo e senza manutenzione potrebbe crollare rapidamente». La nuova enorme struttura di contenimento in fase di costruzione verrà fatta "scivolare" sul reattore 4 proprio perché il sarcofago di cemento esistente è già crepato dalla radioattività, anche se gli ucraini dicono che non sta rilasciando radiazioni.

Anton Usov, portavoce della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, che gestisce il progetto da 2 miliardi di dollari co-sponsorizzato dalla Banca e dai donatori internazionali, ha detto che il crollo non ha coinvolto l'"arco" che sta costruendo il consorzio russo-ucraino a guida francese, e la portavoce di Chernobyl, Maya Rudenko, ha cercato di tranquillizzare: «Non ci sono cambiamenti nella situazione delle radiazioni della centrale nucleare di Chernobyl o nella zona di esclusione. Tutti dovrebbero mantenere la calma. Sì, è spiacevole, ma non c'è pericolo», ma per Reznitchenko si pongono comunque alcune questioni: «Chi è incaricato di sorvegliare il sito della centrale di Chernobyl al di fuori del perimetro del sarcofago? Dato che non si tratta di edifici ausiliari ma della sala macchine. Secondo le stime degli esperti, il crollo dei siti a Chernobyl non comporta alcun rischio radioattivo ma la situazione ugualmente molto strana. La centrale fa parte dei siti più pericolosi del mondo. Non bisogna sottovalutare l'attenzione della comunità internazionale. Lo stato dei luoghi Chernobyl è stato valutato con diversi anni di anticipo? Quali misure saranno prese per evitare che questo genere di cose si riproduca? Chi finanzierà i lavori di manutenzione dei siti di Chernobyl al di fuori del progetto "Arco di Chernobyl"? Sicuramente, le domande sono sempre più numerose delle risposte ma per quel che riguarda questa centrale nucleare, vorremmo comunque che delle soluzioni fossero già state prese. Dopo tutto, una centrale nucleare, tanto più se è Chernobyl, non è una piccola fabbrica di candele».

La lentezza dei lavori per il nuovo, gigantesco, confinamento a forma di arco per ricoprire il vecchio sarcofago di cemento che imprigiona il reattore 4 di Chernobyl preoccupa molto il fisico nucleare Nils Bøhmer, direttore generale dell'Ong norvegese/russa Bellona: «Questo dimostra l'importanza di velocizzare il tempo dei lavori per costruire il sarcofago di Chernobyl. Dimostra anche che il Giappone deve concentrarsi molto nei suoi sforzi per mettere al sicuro dalle radiazioni di reattori distrutti di Fukushima».


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