Raul Castro ha annunciato che lascerà la vita politica al termine del suo secondo mandato presidenziale, nel 2018.
Radio Vaticana - L’annuncio, che in breve ha fatto il giro del mondo, è avvenuto subito dopo la sua rielezione da parte dell’Assemblea Nazionale che ha designato anche il nuovo numero due del regime, Miguel Diaz-Canel, considerato da molti il suo ‘delfino’ alla successione. Nel suo discorso il Presidente ha lasciato intendere che ci saranno altre riforme costituzionali, alcune delle quali dovranno essere ratificate dal popolo cubano tramite referendum. Al contempo - riferisce l'agenzia Misna - Castro ha escluso l’ipotesi che Cuba possa abbandonare in tempi brevi la via del socialismo: “Non sono stato scelto come presidente per restaurare il capitalismo. Sono stato eletto per difendere, mantenere e continuare a perfezionare il socialismo, non per distruggerlo” ha detto. Il nuovo vicepresidente, 52 anni, è un ingegnere elettronico che ha già ricoperto l’incarico di ministro dell’Istruzione. Prende il posto dell’ottantunenne Jose Ramon Machado Ventura, che combatté con i Castro durante la rivoluzione. La sua nomina, ha detto lo stesso Castro, “rappresenta un passo definitivo nella configurazione della strada futura del Paese, con un passaggio senza intoppi e ordinato alle nuove generazioni”. Alla guida dell’isola nel 2006, quando il fratello Fidel si ritirò, Raul ha varato una serie di riforme economiche e sociali di grande impatto, espandendo il settore privato, legalizzando il mercato immobiliare e allentando le restrizioni ai viaggi all’estero. L’annuncio del ritiro di Castro potrebbe avere significative ripercussioni sui rapporti con gli Stati Uniti; il testo dell’embargo americano in vigore sull’isola da 51 anni ribadisce infatti che non potrà essere revocato fino a quando un componente della famiglia Castro sarà al potere. (R.P.)
Radio Vaticana - L’annuncio, che in breve ha fatto il giro del mondo, è avvenuto subito dopo la sua rielezione da parte dell’Assemblea Nazionale che ha designato anche il nuovo numero due del regime, Miguel Diaz-Canel, considerato da molti il suo ‘delfino’ alla successione. Nel suo discorso il Presidente ha lasciato intendere che ci saranno altre riforme costituzionali, alcune delle quali dovranno essere ratificate dal popolo cubano tramite referendum. Al contempo - riferisce l'agenzia Misna - Castro ha escluso l’ipotesi che Cuba possa abbandonare in tempi brevi la via del socialismo: “Non sono stato scelto come presidente per restaurare il capitalismo. Sono stato eletto per difendere, mantenere e continuare a perfezionare il socialismo, non per distruggerlo” ha detto. Il nuovo vicepresidente, 52 anni, è un ingegnere elettronico che ha già ricoperto l’incarico di ministro dell’Istruzione. Prende il posto dell’ottantunenne Jose Ramon Machado Ventura, che combatté con i Castro durante la rivoluzione. La sua nomina, ha detto lo stesso Castro, “rappresenta un passo definitivo nella configurazione della strada futura del Paese, con un passaggio senza intoppi e ordinato alle nuove generazioni”. Alla guida dell’isola nel 2006, quando il fratello Fidel si ritirò, Raul ha varato una serie di riforme economiche e sociali di grande impatto, espandendo il settore privato, legalizzando il mercato immobiliare e allentando le restrizioni ai viaggi all’estero. L’annuncio del ritiro di Castro potrebbe avere significative ripercussioni sui rapporti con gli Stati Uniti; il testo dell’embargo americano in vigore sull’isola da 51 anni ribadisce infatti che non potrà essere revocato fino a quando un componente della famiglia Castro sarà al potere. (R.P.)
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