Continua l'approfondimento delle misure che i candidati premier e i partiti che li sostengono dovrebbero analizzare per poter, poi, adottare i provvedimenti più consoni per promuovere e supportare le famiglie italiane.
Città Nuova - Fra tutte le proposte riguardanti la famiglia, una almeno andrebbe salvata e perseguita sul serio. Da parte di tutte le formazioni politiche. Un modello di imposizione fiscale che tenga conto dei carichi familiari. Un modello che in Italia, ancorché più volte annunciato, non è stato ancora attuato. Mentre, ad esempio, è valido in Francia, che riserva alla fiscalità della famiglia un trattamento unico, che consente di calcolare l’imposta sul reddito in funzione delle persone fiscalmente a carico e che in quel Paese ha consentito un nuovo boom demografico. Con questo metodo, le entrate (una o più) della famiglia, vengono sommate e poi divise per il numero dei componenti della famiglia stessa (la somma dei coefficienti attribuiti ad ogni componente, che costituisce appunto il quoziente familiare), in modo da tassare non tanto il reddito unitario percepito, quanto il reddito disponibile per ogni componente la famiglia.
Con questo sistema, in Francia, ad esempio una coppia con due figli, con stipendi annuali complessivi per 25 mila euro, in base al "quoziente familiare" é completamente esente da imposte. In ragione delle modeste risorse economiche ed alla composizione del nucleo familiare, il 51 per cento dei contribuenti francesi non paga imposte sui redditi.
Anche la Chiesa italiana, attraverso il presidente della Cei Angelo Bagnasco, è tornata a chiedere un intervento in questo senso per supportare le famiglie colpite dalla crisi globale.
Ci sono, è vero, obiezioni e pareri contrari. In primo luogo il costo: la sua applicazione sarebbe molto onerosa (secondo alcune stime, il minor gettito fiscale ammonterebbe a circa 3-4 miliardi di euro l'anno). In secondo luogo, secondo alcune ricerche (come quella dell'Isfol), a beneficiarne maggiormente sarebbero le famiglie ad alto reddito, monoreddito e con figli, mentre pochi sarebbero i benefici per le famiglie con due redditi simili, o monoreddito senza figli (per le quali sarebbe più vantaggiosa l'opzione del sistema di detrazioni e deduzioni fiscali).
Ma, ovviamente, occorrerebbe valutare anche l'effetto sulle entrate che non sarebbe certo di poco conto: secondo uno studio Eurispes, una famiglia con due componenti risparmierebbe dai 200 ai 1.800 euro l'anno, mentre una famiglia monoreddito con più figli risparmierebbe fino a ben 3 mila euro. Questo vorrebbe dire, per queste famiglie, avere più reddito netto disponibile, con ripercussioni positive sui consumi, e quindi anche sul gettito Iva. La sfida è comunque alta, e rimane aperta. Le risposte ai partiti.
Città Nuova - Fra tutte le proposte riguardanti la famiglia, una almeno andrebbe salvata e perseguita sul serio. Da parte di tutte le formazioni politiche. Un modello di imposizione fiscale che tenga conto dei carichi familiari. Un modello che in Italia, ancorché più volte annunciato, non è stato ancora attuato. Mentre, ad esempio, è valido in Francia, che riserva alla fiscalità della famiglia un trattamento unico, che consente di calcolare l’imposta sul reddito in funzione delle persone fiscalmente a carico e che in quel Paese ha consentito un nuovo boom demografico. Con questo metodo, le entrate (una o più) della famiglia, vengono sommate e poi divise per il numero dei componenti della famiglia stessa (la somma dei coefficienti attribuiti ad ogni componente, che costituisce appunto il quoziente familiare), in modo da tassare non tanto il reddito unitario percepito, quanto il reddito disponibile per ogni componente la famiglia.
Con questo sistema, in Francia, ad esempio una coppia con due figli, con stipendi annuali complessivi per 25 mila euro, in base al "quoziente familiare" é completamente esente da imposte. In ragione delle modeste risorse economiche ed alla composizione del nucleo familiare, il 51 per cento dei contribuenti francesi non paga imposte sui redditi.
Anche la Chiesa italiana, attraverso il presidente della Cei Angelo Bagnasco, è tornata a chiedere un intervento in questo senso per supportare le famiglie colpite dalla crisi globale.
Ci sono, è vero, obiezioni e pareri contrari. In primo luogo il costo: la sua applicazione sarebbe molto onerosa (secondo alcune stime, il minor gettito fiscale ammonterebbe a circa 3-4 miliardi di euro l'anno). In secondo luogo, secondo alcune ricerche (come quella dell'Isfol), a beneficiarne maggiormente sarebbero le famiglie ad alto reddito, monoreddito e con figli, mentre pochi sarebbero i benefici per le famiglie con due redditi simili, o monoreddito senza figli (per le quali sarebbe più vantaggiosa l'opzione del sistema di detrazioni e deduzioni fiscali).
Ma, ovviamente, occorrerebbe valutare anche l'effetto sulle entrate che non sarebbe certo di poco conto: secondo uno studio Eurispes, una famiglia con due componenti risparmierebbe dai 200 ai 1.800 euro l'anno, mentre una famiglia monoreddito con più figli risparmierebbe fino a ben 3 mila euro. Questo vorrebbe dire, per queste famiglie, avere più reddito netto disponibile, con ripercussioni positive sui consumi, e quindi anche sul gettito Iva. La sfida è comunque alta, e rimane aperta. Le risposte ai partiti.
Marco Fatuzzo
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È presente 1 commento
il quoziente familiare e' vantaggioso, la quota però deve essere divisa per il numero effettivo dei componenti,marito e moglie con un figlio = 3 e non 2,5 come in Francia
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