venerdì, febbraio 22, 2013
Gioco d'azzardo. Il Moige: migliaia i casi di minorenni coinvolti  

Radio Vaticana - Si diffonde sempre più fra i minorenni l’abitudine di spendere la "paghetta" con i giochi d’azzardo: dalle scommesse ai giochi online. Questo nonostante l’azione di controllo si sia intensificata dopo l’entrata in vigore del decreto Balduzzi, che vieta ai minori di 18 anni l’accesso nelle aree destinate al gioco con vincita in denaro interne alle sale bingo. Sono invece migliaia i casi di minorenni che giocano “a soldi”, denuncia Antonio Affinita, il direttore del Moige, Movimento italiano genitori. La sua opinione nell’intervista di Debora Donnini: ascolta

R. – Siamo molto allarmati da questa questione. Ci sentiamo soli nel nostro progetto didattico-educativo verso i nostri figli, nell’educarli a comportamenti corretti, perché il più delle volte vi è un comportamento scorretto da parte di chi li fa giocare: ad esempio, non c’è un’adeguata vigilanza da parte del rivenditore del gioco, che spesso non effettua una selezione significativa in termini di età.


D. – Su Avvenire vengono forniti i dati della Guardia di Finanza, che nel 2012 ha accertato circa 61 violazioni delle norme su gioco e minori...

R. – Si contano più di 100 mila punti-gioco esistenti, ai quali si possono aggiungere i giochi che vengono venduti anche dai supermercati, che sono comunque giochi con vincite in denaro e vietati ai minori. Ci troviamo davanti a una diffusione molto ampia ed è quindi necessaria un’attenzione fortissima da parte di coloro che vendono questi prodotti: devono venderli con grande responsabilità, facendo sì che il minore non possa accedervi. A fronte dei circa 60 casi “analizzati”, ce ne sono migliaia di altri che non emergono, che non vengono rilevati, perché il fenomeno è ampio.

D. – Poi, c’è un altro problema: quello del gioco on line. Da una ricerca recente di Telefono azzurro ed Eurispes, emerge che l’8% dei bambini tra i 7e gli 11 anni e il 12% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni gioca a soldi on line.

R. – Sulla questione dell’on line - che è un altro fronte - abbiamo di recente, insieme con la Polizia, portato avanti un’iniziativa molto importante e significativa sul web sicuro. La tematica è molto più acuta e riguarda il mondo web. La prima raccomandazione che facciamo ai genitori è di utilizzare filtri per garantire una navigazione più controllata per i propri figli e tenere il computer in una zona centrale della casa. L’altro aspetto fondamentale è quello di non dare loro il portafoglio, perché dare una carta di credito a un minore è un gesto di un’irresponsabilità inaccettabile. Quindi, questa è una problematica che può essere risolta molto tranquillamente, anzitutto – ripeto – non dando la carta di credito ai propri figli.

D. – Secondo lei, l’aumento della tassazione su questi giochi d’azzardo aiuterebbe in generale a far desistere le persone, i bambini e i ragazzi dal giocare?

R. – Per far sì che ci sia una regolamentazione del sistema, è necessario agire su tanti fronti. Il primo è quello di riversare una parte significativa della raccolta per attività e politiche sul corretto uso di questi strumenti, per una corretta attività di prevenzione per evitare i fenomeni di dipendenza. Il secondo è quello di una riduzione più significativa dei cosiddetti punti di offerta, che non possono moltiplicarsi a dismisura. Ricordiamoci il motivo per cui è nata l’ipotesi di legalizzare il gioco, che era quello di liberarlo dalla malavita organizzata che lo gestiva clandestinamente. Siamo invece passati a un eccesso diverso: dal fatto di toglierlo alla malavita legalizzandolo – e quindi mantenendoli su livelli accettabili – siamo arrivati invece ben oltre quello che poteva essere un discorso di legalizzazione per semplice finalità, facendolo diventare un qualcosa di diffuso e pericoloso, di cui stiamo iniziando a raccogliere i danni velenosi che sta producendo.


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