lunedì, febbraio 04, 2013
Per i reati di stupro in India scatta anche la pena capitale: il presidente indiano ha firmato un decreto che prevede un inasprimento delle pene per gli stupratori compresa l'adozione della condanna a morte nel caso la vittima muoia o resti gravemente menomata. 

In questo modo l'India ha scelto il pugno di ferro contro gli stupratori dopo il clamoroso caso della ragazza di New Delhi violentata brutalmente a morte circa un mese e mezzo fa a bordo di un autobus che ha scatenato un'ondata nazionale di indignazione e risentimento contro il governo. L'iter legislativo e' partito ieri quando il Consiglio dei ministri ha varato il decreto. Adesso dopo la firma del capo dello Stato, Pranab Mukherjee, il provvedimento dovra' essere approvato dal Parlamento entro sei mesi. Il Codice penale indiano prevedeva finora una pena massima di dieci anni per le violenze sessuali.

Il testo della legge si basa in parte sulle conclusioni di un comitato giuridico ad hoc creato dopo lo stupro shock del 16 dicembre scorso, ma inasprisce le raccomandazioni introducendo la pena capitale che in India solo raramente e' applicata, come nel caso del terrorista delle stragi di Mumbai impiccato lo scorso anno. L'esecutivo ha infatti voluto rendere piu' severe le pene ed estendere il raggio di azione non solo allo ''stupro'' ma alle ''aggressioni sessuali''. Inoltre, nel decreto si considerano punibili anche altri crimini contro le donne come il lancio di acido, il voyerismo e le molestie con gesti e parole.

L'iniziativa, accolta con favore dai familiari della studentessa di fisioterapia morta dopo lo stupro, e rimasta ancora senza nome per la tutela della privacy, e' stata criticata dalle femministe. In particolare alcune associazioni di difesa dei diritti delle donne contestano il fatto che il decreto non prenda in considerazione alcuni aspetti che devono invece essere considerati reati, come ad esempio lo stupro commesso all'interno dell'unione matrimoniale e le violenze sessuali perpetrate dalle forze di sicurezza nell'ambito di una legge sui poteri speciali (Afspa) in vigore in Kashmir e nelle zone della guerriglia maoista. Inoltre non proibisce agli imputati di stupro di candidarsi alle elezioni.

Il caso della giovane continua a commuovere l'intero Paese. Solo ieri la leader italo-indiana Sonia Gandhi e il figlio Rahul si erano recati dai genitori promettendo leggi piu' severe in un paese in cui si consuma una violenza ogni 22 minuti.

fonte orginale articolo

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