Secondo la guida religiosa dell’Iran, Washington “ha ancora il fucile puntato contro Teheran”. Il riferimento è alle nuove sanzioni approvate dal Congresso contro la Repubblica islamica, che continua con il suo programma nucleare.
Teheran (AsiaNews) - Il grande ayatollah Alì Khamenei ha sminuito l'offerta Usa di un dialogo diretto e bilaterale sul programma nucleare di Teheran. In una dichiarazione pubblicata sul suo sito internet, Khamenei afferma che il dialogo sarebbe troppo costretto perché - alludendo alle sanzioni - gli Usa "mantengono un fucile puntato" sull'Iran.
Lo scorso 2 febbraio, a Monaco, il vicepresidente Usa, Joe Biden, aveva suggerito la possibilità di dialoghi diretti fra Washington e Teheran. La proposta è stata apprezzata da Ali Akbar Salehi, ministro iraniano degli esteri, presente allo stesso incontro.
"I dialoghi non risolveranno alcun problema", ha dichiarato Khamenei. "Voi [Usa] mantenete un fucile puntato contro l'Iran e dite: Dialoga o ti spariamo. La nazione iraniana non sarà non si spaventa davanti a queste minacce".
Il grande ayatollah si riferisce a una nuova imposizione di sanzioni decisa da Washington due giorni fa, che vanno ad aggiungersi a tutte quelle imposte da anni, tutte attuate nel tentativo di fermare il programma nucleare iraniano che Stati Uniti, Israele e una parte dell'Unione europea pensano abbia scopi militari. Teheran invece si difende affermando gli scopi pacifici del suo programma.
Le sanzioni hanno già costretto l'Iran a diminuire del 45% le esportazioni di greggio e bloccato i trasferimenti bancari fra Teheran e il mondo della finanza. Le nuove sanzioni chiedono ai clienti abituali di greggio iraniano - come India e Cina - di evitare di pagare in moneta, ma di offrire a Teheran un baratto con prodotti delle loro economie.
L'embargo ha creato difficoltà e situazioni di povertà in Iran. Alcune banche (come la Sarerat e la Mellat) si sono appellate alla Corte di giustizia europea e sono riuscite nel giorni scorsi ad essere cancellate dalla lista delle istituzioni sanzionate.
Nel no di Khamenei agli Usa, diversi analisti vi vedono un attacco sottile al presidente Mahmoud Ahmadinejad, che già in passato aveva proposto dialoghi diretti con Washington.
"I dialoghi non risolveranno alcun problema", ha dichiarato Khamenei. "Voi [Usa] mantenete un fucile puntato contro l'Iran e dite: Dialoga o ti spariamo. La nazione iraniana non sarà non si spaventa davanti a queste minacce".
Il grande ayatollah si riferisce a una nuova imposizione di sanzioni decisa da Washington due giorni fa, che vanno ad aggiungersi a tutte quelle imposte da anni, tutte attuate nel tentativo di fermare il programma nucleare iraniano che Stati Uniti, Israele e una parte dell'Unione europea pensano abbia scopi militari. Teheran invece si difende affermando gli scopi pacifici del suo programma.
Le sanzioni hanno già costretto l'Iran a diminuire del 45% le esportazioni di greggio e bloccato i trasferimenti bancari fra Teheran e il mondo della finanza. Le nuove sanzioni chiedono ai clienti abituali di greggio iraniano - come India e Cina - di evitare di pagare in moneta, ma di offrire a Teheran un baratto con prodotti delle loro economie.
L'embargo ha creato difficoltà e situazioni di povertà in Iran. Alcune banche (come la Sarerat e la Mellat) si sono appellate alla Corte di giustizia europea e sono riuscite nel giorni scorsi ad essere cancellate dalla lista delle istituzioni sanzionate.
Nel no di Khamenei agli Usa, diversi analisti vi vedono un attacco sottile al presidente Mahmoud Ahmadinejad, che già in passato aveva proposto dialoghi diretti con Washington.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.