Radio Akicha è una piccola emittente – sostenuta da Aiuto alla Chiesa che Soffre - che trasmette dalla diocesi keniota di Lodwar e si rivolge ai turkana, una tribù che abita l’omonima regione del Kenya nord-occidentale
Diffondere il Vangelo nel deserto abitato da popolazioni tribali. Portare la parola di Dio a chi non sa leggere e scrivere. È la missione di Radio Akicha, una piccola emittente – sostenuta da Aiuto alla Chiesa che Soffre - che trasmette dalla diocesi keniota di Lodwar e si rivolge ai turkana, una tribù che abita l’omonima regione nella parte nord-occidentale del paese. «È il principale mezzo di comunicazione della nostra diocesi – spiega ad ACS il vescovo di Lodwar, monsignor Dominic Kimengich – Più del 60% della popolazione locale è costituito da nomadi e pastori senza alcuna istruzione e Radio Akicha offre un preziosissimo supporto al servizio pastorale».
I primi missionari sono giunti in quest’area negli anni ’60. In oltre mezzo secolo la Chiesa ha contribuito in modo determinante al miglioramento del sistema scolastico e del servizio sanitario, e sempre più turkana hanno abbracciato la fede cristiana. Oggi la tribù ha uno strettissimo legame con la Chiesa locale e oltre il 25% dei suoi appartenenti è battezzato.
Tra i turkana il tasso di analfabetismo è molto elevato - circa il 98% - e molti di loro non conoscono l’inglese o lo swahili, in cui trasmettono le principali emittenti keniote. Ecco perché nel dicembre del 2008, con il sostegno di Aiuto alla Chiesa che Soffre, è nata Radio Akicha [“luce” in turkana], la prima radio con una programmazione interamente in lingua turkana. «Grazie alla nostra emittente possiamo diffondere le notizie locali, nazionali e della Chiesa universale – afferma il vescovo - Contribuendo alla formazione e all’educazione dei giovani».
Il palinsesto comprende programmi religiosi, come la lettura delle sacre scritture, ma anche notizie e musica. «Perfino i musulmani seguono con interesse le trasmissioni – racconta ad ACS padre Avelino Bassols, della locale comunità missionaria di San Paolo Apostolo – al punto che alcuni di loro hanno comprato una Bibbia per approfondire i testi sacri ascoltati in radio».
Radio Akicha assolve inoltre un importante compito educativo, con programmi istruttivi che approfondiscono numerosi temi: dalla battaglia contro le violenze domestiche, ai pericoli dell’alcolismo. «Nella lotta alla dilagante diffusione di HIV e AIDS – aggiunge monsignor Kimengich - la radio è essenziale per informare i turkana sulle modalità di prevenzione e di trasmissione». Le informazioni sono veicolate da sceneggiati e musical che, divertendo il pubblico, riescono a raggiungere un’audience più ampia. «Tramite la nostra emittente – continua il presule keniota – rendiamo noti anche i tanti programmi di sostegno della diocesi. Così chi ha bisogno sa che può rivolgersi a noi».
«Soprattutto Radio Akicha è uno strumento di evangelizzazione – afferma padre Avelino - A Ludwar le donne si riuniscono ogni pomeriggio per recitare il rosario assieme alla loro radiolina. E la sera, anche nel bel mezzo del deserto, molte comunità si radunano intorno al fuoco per ascoltare, da un piccolo trasmettitore, la Buona Novella».
Nel 2012 Aiuto alla Chiesa che Soffre ha donato a progetti di apostolato mediatico circa un milione e 300mila euro. La Fondazione pontificia sostiene la creazione e lo sviluppo di emittenti radio, televisioni, case di produzione, siti Internet e periodici cristiani in tutto il mondo.
Diffondere il Vangelo nel deserto abitato da popolazioni tribali. Portare la parola di Dio a chi non sa leggere e scrivere. È la missione di Radio Akicha, una piccola emittente – sostenuta da Aiuto alla Chiesa che Soffre - che trasmette dalla diocesi keniota di Lodwar e si rivolge ai turkana, una tribù che abita l’omonima regione nella parte nord-occidentale del paese. «È il principale mezzo di comunicazione della nostra diocesi – spiega ad ACS il vescovo di Lodwar, monsignor Dominic Kimengich – Più del 60% della popolazione locale è costituito da nomadi e pastori senza alcuna istruzione e Radio Akicha offre un preziosissimo supporto al servizio pastorale».
I primi missionari sono giunti in quest’area negli anni ’60. In oltre mezzo secolo la Chiesa ha contribuito in modo determinante al miglioramento del sistema scolastico e del servizio sanitario, e sempre più turkana hanno abbracciato la fede cristiana. Oggi la tribù ha uno strettissimo legame con la Chiesa locale e oltre il 25% dei suoi appartenenti è battezzato.
Tra i turkana il tasso di analfabetismo è molto elevato - circa il 98% - e molti di loro non conoscono l’inglese o lo swahili, in cui trasmettono le principali emittenti keniote. Ecco perché nel dicembre del 2008, con il sostegno di Aiuto alla Chiesa che Soffre, è nata Radio Akicha [“luce” in turkana], la prima radio con una programmazione interamente in lingua turkana. «Grazie alla nostra emittente possiamo diffondere le notizie locali, nazionali e della Chiesa universale – afferma il vescovo - Contribuendo alla formazione e all’educazione dei giovani».
Il palinsesto comprende programmi religiosi, come la lettura delle sacre scritture, ma anche notizie e musica. «Perfino i musulmani seguono con interesse le trasmissioni – racconta ad ACS padre Avelino Bassols, della locale comunità missionaria di San Paolo Apostolo – al punto che alcuni di loro hanno comprato una Bibbia per approfondire i testi sacri ascoltati in radio».
Radio Akicha assolve inoltre un importante compito educativo, con programmi istruttivi che approfondiscono numerosi temi: dalla battaglia contro le violenze domestiche, ai pericoli dell’alcolismo. «Nella lotta alla dilagante diffusione di HIV e AIDS – aggiunge monsignor Kimengich - la radio è essenziale per informare i turkana sulle modalità di prevenzione e di trasmissione». Le informazioni sono veicolate da sceneggiati e musical che, divertendo il pubblico, riescono a raggiungere un’audience più ampia. «Tramite la nostra emittente – continua il presule keniota – rendiamo noti anche i tanti programmi di sostegno della diocesi. Così chi ha bisogno sa che può rivolgersi a noi».
«Soprattutto Radio Akicha è uno strumento di evangelizzazione – afferma padre Avelino - A Ludwar le donne si riuniscono ogni pomeriggio per recitare il rosario assieme alla loro radiolina. E la sera, anche nel bel mezzo del deserto, molte comunità si radunano intorno al fuoco per ascoltare, da un piccolo trasmettitore, la Buona Novella».
Nel 2012 Aiuto alla Chiesa che Soffre ha donato a progetti di apostolato mediatico circa un milione e 300mila euro. La Fondazione pontificia sostiene la creazione e lo sviluppo di emittenti radio, televisioni, case di produzione, siti Internet e periodici cristiani in tutto il mondo.
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