“Dieci anni sono pochi per cambiare la storia di un paese, ma in dieci
anni possiamo dare segnali straordinari. La parola impossibile è solo
per i deboli”: con queste parole Luiz Inacio Lula da Silva si è rivolto
alla platea di sostenitori riuniti a San Paolo per i festeggiamenti per i
10 anni al governo del suo Partido dos Trabalhadores, il Partito dei
Lavoratori (Pt) fondato dall’ex sindacalista nel 1980.
Misna - Il presidente più amato nella storia del Brasile si è presentato alle celebrazioni insieme a colei che lo ha seguito nell’incarico, Dilma Rousseff, e a diversi dirigenti storici del partito inclusi alcuni condannati di recente nel cosiddetto processo del secolo per il cosiddetto ‘mensalão’: uno scandalo di corruzione e tangenti – il nome fa riferimento a un compenso mensile elargito illegalmente – che nel 2005 rischiò di abbattere il governo Lula, ma che non ha mai intaccato l’ex capo dello Stato . Ricordando le priorità accordate dalla sua amministrazione alla lotta contro la fame e la povertà e alle politiche per la ridistribuzione del reddito che accompagnano negli ultimi anni la crescita – il paese nel 2012 è diventato la sesta economia mondiale – Lula non ha evitato l’argomento ‘mensalão’: “Tutti sanno che ci sono due modi di affrontare la sporcizia che emerge: mostrarla o nasconderla. Dubito che nella storia del nostro paese ci sia stato un governo che abbia agito con maggiore trasparenza e decisione del nostro nella lotta alla corruzione”. Con lo sguardo già rivolto alle elezioni del 2014, recuperatosi di recente da un cancro alla laringe, Lula si è detto certo che Rousseff verrà confermata alla presidenza; rispondendo a critiche giunte dal senatore Aecio Neves del Partido da Social Democracia Brasileira (Psdb, minoranza) ha invitato l’opposizione ad “allearsi con chi crede, noi risponderemo con la rielezione di Dilma”. E’ di questa settimana la notizia che dall’insediamento di Rousseff, il 1° gennaio 2011, a oggi 22 milioni di brasiliani sono usciti dalla povertà.
Misna - Il presidente più amato nella storia del Brasile si è presentato alle celebrazioni insieme a colei che lo ha seguito nell’incarico, Dilma Rousseff, e a diversi dirigenti storici del partito inclusi alcuni condannati di recente nel cosiddetto processo del secolo per il cosiddetto ‘mensalão’: uno scandalo di corruzione e tangenti – il nome fa riferimento a un compenso mensile elargito illegalmente – che nel 2005 rischiò di abbattere il governo Lula, ma che non ha mai intaccato l’ex capo dello Stato . Ricordando le priorità accordate dalla sua amministrazione alla lotta contro la fame e la povertà e alle politiche per la ridistribuzione del reddito che accompagnano negli ultimi anni la crescita – il paese nel 2012 è diventato la sesta economia mondiale – Lula non ha evitato l’argomento ‘mensalão’: “Tutti sanno che ci sono due modi di affrontare la sporcizia che emerge: mostrarla o nasconderla. Dubito che nella storia del nostro paese ci sia stato un governo che abbia agito con maggiore trasparenza e decisione del nostro nella lotta alla corruzione”. Con lo sguardo già rivolto alle elezioni del 2014, recuperatosi di recente da un cancro alla laringe, Lula si è detto certo che Rousseff verrà confermata alla presidenza; rispondendo a critiche giunte dal senatore Aecio Neves del Partido da Social Democracia Brasileira (Psdb, minoranza) ha invitato l’opposizione ad “allearsi con chi crede, noi risponderemo con la rielezione di Dilma”. E’ di questa settimana la notizia che dall’insediamento di Rousseff, il 1° gennaio 2011, a oggi 22 milioni di brasiliani sono usciti dalla povertà.
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