Il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (United Nations Environment Program) ha compiuto 40 anni, e il suo ultimo Governing Council di Nairobi è servito anche a celebrare l'episodio, con la pubblicazione di un interessante volume dal titolo "UNEP, The First 40 Years. A Narrative" di Stanley Johnson.
GreenReport - La nascita dell'Unep è stata voluta dalla prima grande conferenza che le Nazioni Unite dedicarono alle questioni ambientali, l'United Nations Conference on Human Environment che si tenne a Stoccolma dal 5 al 16 giugno del 1972, mentre la prima sede Unep a Nairobi fu inaugurata il 2 ottobre del 1973 con Maurice Strong come primo direttore generale. L'Unep in questi decenni ha avuto un ruolo molto importante ed è stato un originatore o facilitatore di tanti processi istituzionali, scientifici e di divulgazione per cercare di mettere al centro dell'attenzione pubblica mondialele grandi questioni del nostro crescente e profondo impatto sui sistemi naturali e la promozione di percorsi innovativi di sostenibilità per cambiare rotta ai modelli sociali ed economici dell'umanità.
Negli ultimi anni le pubblicazioni dell'Unep, tutte sempre molto aggiornate e di alta divulgazione, hanno fatto largo utilizzo delle foto satellitari per dimostrare a tutti gli effetti visibili della trasformazione fisica della superficie terrestre dovuta al nostro crescente e pressante intervento.
E proprio nel 1972 fu lanciato in orbita il primo satellite Landsat, il Landsat 1. Era il 23 luglio del 1972, più di un mese dopo la conferenza di Stoccolma, e il Landsat 1 costituì il primo satellite lanciato ufficialmente con lo scopo di monitorare la situazione ambientale della Terra cominciando, da allora, a fornirci una massa di dati di grandissimo valore per la comprensione dei fenomeni di cambiamento ambientale globale al quale abbiamo sottoposto l'intera Terra.
Il 1972 fu anche l'anno in cui il Club di Roma (vedasi www.clubofrome.org) presentò, il 1 marzo presso la Smithsonian Institution a Washington, lo straordinario rapporto sui limiti della crescita ("Limits to Growth") curato da un gruppo di esperti guidati da Dennis Meadows del System Dynamics Group del prestigioso MIT, Massachusetts Institute of Technology che mise chiaramente sul banco degli imputati il mito della crescita economica materiale ed indefinita in un mondo dai chiari limiti biofisici.
L'11 febbraio 2013 la Nasa ha lanciato il suo satellite Landsat 8. Si tratta di un satellite molto importante che continuerà e migliorerà la straordinaria tradizione degli importantissimi satelliti da telerilevamento. Il programma Landsat, organizzato dalla NASA e dall'United States Geological Survey (USGS), costituisce infatti una serie di missioni con lo scopo di osservare la Terra. Oggi abbiamo avuto ed abbiamo in circolazione tanti satelliti che esplorano e monitorano il nostro meraviglioso pianeta (ne ricordo solo alcuni come, Envisat, SPOT, ERS, Itos, Nimbus, RapidEye, GeoEye, Seasat, Oceansat, ecc.), e raccolgono un'incredibile quantità di dati di ogni tipo, dallo stato degli ambienti naturali, ai fenomeni meteorologici, agli andamenti climatici, alle dinamiche degli oceani e delle sfere ghiacciate (i poli, i ghiacciai), ecc.
I satelliti Landsat, in particolare, hanno fornito alla conoscenza umana un record senza precedenti di analisi della situazione ambientale della Terra. Le risoluzioni di soli 30 metri derivate dai raffinati sensori dei Landsat, sono ideali per misurare i cambiamenti naturali e gli impatti umani sulla biosfera. Lo straordinario patrimonio prodotto dalle immagini digitali dei satelliti Landsat costituisce una base fondamentale per conoscere la dinamica del nostro pianeta e gli effetti che il nostro intervento sta provocando sull'intero sistema Terra e per tutta la ricerca scientifica che indaga sul Global Environmental Change (il cambiamento ambientale globale) che l'azione umana produce nei sistemi naturali (vedasi i siti www.nasa.gov/landsat e http://landsat.gsfc.nasa.gov e http://landsat.usgs.gov ).
L'Unep inoltre ha presentato, in questi giorni, anche il suo "UNEP Yearbook 2013. Emerging Issues in our Global Environment" (scaricabile dal sito www.unep.org/yearbook/2013 ). Si tratta della decima edizione di questo Yearbook nel quale viene presentato un quadro della situazione ambientale del 2012 con particolare riferimento ai risultati della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile tenutasi nel giugno 2012 (proprio 40 anni dopo Stoccolma) e soffermandosi poi, con specifici capitoli, sulla preoccupante situazione della fusione dei ghiacci artici della banchisa estiva, la necessità di una maggiore informazione e trasparenza per minimizzare i rischi dovuti alle sostanze chimiche antropogeniche ed infine la presentazione di alcuni indicatori chiave della situazione ambientale mondiale quali quelli relativi al cambiamento climatico ed all'uso dell'energia, all'utilizzo delle sostanze chimiche antropogeniche, ai rifiuti, all'uso delle risorse naturali (il pescato mondiale, le foreste, l'acqua, la biodiversità) ed ai problemi di governance ambientale planetaria.
Il 2012, come ci ricorda anche l'Unep, ha fatto registrare la massima riduzione della superficie della banchisa estiva artica dal 1979, da quando cioè esistono rilevamenti satellitari.
Il National Snow and Ice Data Center (NSIDC www.nsidc.org) ha fornito la segnalazione del record raggiunto nel 2012 (che apparteneva sino ad oggi all'anno 2007) verso la fine di settembre quando la riduzione della superficie della banchisa artica estiva raggiunge normalmente il suo massimo.
La superficie dei ghiacci marini artici è stata, al 16 settembre 2012, di 3.41 milioni di chilometri quadrati, 760.000 kmq in meno del precedente record registrato il 18 settembre del 2007 (si tratta di un'area grande quanto lo stato del Texas negli USA).
Il record 2012 registra 3.29 milioni di kmq in meno della media minima del periodo 1979 - 2000 che rappresenta un'area grande quanto quasi due volte l'Alaska. Includendo anche il 2012, siamo al sesto anno di registrazione satellitare della più bassa estensione dei ghiacci marini artici, nel periodo dal 2007 al 2012.
La banchisa dei ghiacci marini nell'Artico si forma naturalmente durante i freddi inverni artici per poi ridursi quando le temperature crescono in primavera ed estate fino al massimo di riduzione che viene raggiunto tra la metà e la fine di settembre.
GreenReport - La nascita dell'Unep è stata voluta dalla prima grande conferenza che le Nazioni Unite dedicarono alle questioni ambientali, l'United Nations Conference on Human Environment che si tenne a Stoccolma dal 5 al 16 giugno del 1972, mentre la prima sede Unep a Nairobi fu inaugurata il 2 ottobre del 1973 con Maurice Strong come primo direttore generale. L'Unep in questi decenni ha avuto un ruolo molto importante ed è stato un originatore o facilitatore di tanti processi istituzionali, scientifici e di divulgazione per cercare di mettere al centro dell'attenzione pubblica mondialele grandi questioni del nostro crescente e profondo impatto sui sistemi naturali e la promozione di percorsi innovativi di sostenibilità per cambiare rotta ai modelli sociali ed economici dell'umanità.
Negli ultimi anni le pubblicazioni dell'Unep, tutte sempre molto aggiornate e di alta divulgazione, hanno fatto largo utilizzo delle foto satellitari per dimostrare a tutti gli effetti visibili della trasformazione fisica della superficie terrestre dovuta al nostro crescente e pressante intervento.
E proprio nel 1972 fu lanciato in orbita il primo satellite Landsat, il Landsat 1. Era il 23 luglio del 1972, più di un mese dopo la conferenza di Stoccolma, e il Landsat 1 costituì il primo satellite lanciato ufficialmente con lo scopo di monitorare la situazione ambientale della Terra cominciando, da allora, a fornirci una massa di dati di grandissimo valore per la comprensione dei fenomeni di cambiamento ambientale globale al quale abbiamo sottoposto l'intera Terra.
Il 1972 fu anche l'anno in cui il Club di Roma (vedasi www.clubofrome.org) presentò, il 1 marzo presso la Smithsonian Institution a Washington, lo straordinario rapporto sui limiti della crescita ("Limits to Growth") curato da un gruppo di esperti guidati da Dennis Meadows del System Dynamics Group del prestigioso MIT, Massachusetts Institute of Technology che mise chiaramente sul banco degli imputati il mito della crescita economica materiale ed indefinita in un mondo dai chiari limiti biofisici.
L'11 febbraio 2013 la Nasa ha lanciato il suo satellite Landsat 8. Si tratta di un satellite molto importante che continuerà e migliorerà la straordinaria tradizione degli importantissimi satelliti da telerilevamento. Il programma Landsat, organizzato dalla NASA e dall'United States Geological Survey (USGS), costituisce infatti una serie di missioni con lo scopo di osservare la Terra. Oggi abbiamo avuto ed abbiamo in circolazione tanti satelliti che esplorano e monitorano il nostro meraviglioso pianeta (ne ricordo solo alcuni come, Envisat, SPOT, ERS, Itos, Nimbus, RapidEye, GeoEye, Seasat, Oceansat, ecc.), e raccolgono un'incredibile quantità di dati di ogni tipo, dallo stato degli ambienti naturali, ai fenomeni meteorologici, agli andamenti climatici, alle dinamiche degli oceani e delle sfere ghiacciate (i poli, i ghiacciai), ecc.
I satelliti Landsat, in particolare, hanno fornito alla conoscenza umana un record senza precedenti di analisi della situazione ambientale della Terra. Le risoluzioni di soli 30 metri derivate dai raffinati sensori dei Landsat, sono ideali per misurare i cambiamenti naturali e gli impatti umani sulla biosfera. Lo straordinario patrimonio prodotto dalle immagini digitali dei satelliti Landsat costituisce una base fondamentale per conoscere la dinamica del nostro pianeta e gli effetti che il nostro intervento sta provocando sull'intero sistema Terra e per tutta la ricerca scientifica che indaga sul Global Environmental Change (il cambiamento ambientale globale) che l'azione umana produce nei sistemi naturali (vedasi i siti www.nasa.gov/landsat e http://landsat.gsfc.nasa.gov e http://landsat.usgs.gov ).
L'Unep inoltre ha presentato, in questi giorni, anche il suo "UNEP Yearbook 2013. Emerging Issues in our Global Environment" (scaricabile dal sito www.unep.org/yearbook/2013 ). Si tratta della decima edizione di questo Yearbook nel quale viene presentato un quadro della situazione ambientale del 2012 con particolare riferimento ai risultati della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile tenutasi nel giugno 2012 (proprio 40 anni dopo Stoccolma) e soffermandosi poi, con specifici capitoli, sulla preoccupante situazione della fusione dei ghiacci artici della banchisa estiva, la necessità di una maggiore informazione e trasparenza per minimizzare i rischi dovuti alle sostanze chimiche antropogeniche ed infine la presentazione di alcuni indicatori chiave della situazione ambientale mondiale quali quelli relativi al cambiamento climatico ed all'uso dell'energia, all'utilizzo delle sostanze chimiche antropogeniche, ai rifiuti, all'uso delle risorse naturali (il pescato mondiale, le foreste, l'acqua, la biodiversità) ed ai problemi di governance ambientale planetaria.
Il 2012, come ci ricorda anche l'Unep, ha fatto registrare la massima riduzione della superficie della banchisa estiva artica dal 1979, da quando cioè esistono rilevamenti satellitari.
Il National Snow and Ice Data Center (NSIDC www.nsidc.org) ha fornito la segnalazione del record raggiunto nel 2012 (che apparteneva sino ad oggi all'anno 2007) verso la fine di settembre quando la riduzione della superficie della banchisa artica estiva raggiunge normalmente il suo massimo.
La superficie dei ghiacci marini artici è stata, al 16 settembre 2012, di 3.41 milioni di chilometri quadrati, 760.000 kmq in meno del precedente record registrato il 18 settembre del 2007 (si tratta di un'area grande quanto lo stato del Texas negli USA).
Il record 2012 registra 3.29 milioni di kmq in meno della media minima del periodo 1979 - 2000 che rappresenta un'area grande quanto quasi due volte l'Alaska. Includendo anche il 2012, siamo al sesto anno di registrazione satellitare della più bassa estensione dei ghiacci marini artici, nel periodo dal 2007 al 2012.
La banchisa dei ghiacci marini nell'Artico si forma naturalmente durante i freddi inverni artici per poi ridursi quando le temperature crescono in primavera ed estate fino al massimo di riduzione che viene raggiunto tra la metà e la fine di settembre.
di Gianfranco Bologna
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