lunedì, febbraio 04, 2013
“Per i Vescovi e per la maggior parte dei maliani la sfida principale è quella della riconciliazione nazione” dice all’Agenzia Fides don Edmond Dembele, Segretario Generale della Conferenza Episcopale del Mali che sottolinea come “durante il loro recente incontro con il Presidente ad Interim i Vescovi locali hanno chiesto alle autorità di affrontare al più presto le tematiche della riconciliazione nazionale”.

Bamako (Fides) - Questo significa- spiega don Dembele- riconciliare in primo luogo le diverse comunità che vivono nel nord del Paese, tourareg, arabi, sonrai ed altre. Sono popolazioni che vivevano insieme prima della crisi e che durante la presa del potere dei gruppi jihadisti si sono trovati in campi differenti”. “Occorre reinstaurare la confidenza reciproca tra le diverse comunità e ottenere la riconciliazione attraverso il perdono” afferma il sacerdote. Nel frattempo le operazioni delle forze francesi e maliane sono concentrate nell’area di Kidal. Le forze maliane non sono ancora entrate a Kidal ma sono in corso delle trattative per potere accedere alla città senza usare la forza. L’offensiva militare per liberare il nord del Mali ha però creato un nuovo flusso di sfollati interni nel sud e di rifugiati nei Paesi vicini. “Occorrono cibo, medicine, vestiti e alloggi per aiutare queste persone” dice don Dembele. “La Chiesa fa quel che può. La Caritas è mobilitata a livello locale e nazionale, mentre nelle prossime settimane sono previste almeno due collette speciali a favore dei rifugiati” conclude il sacerdote.

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