L’esplosione di un’autobomba oggi a Kidal, nel nord del Mali, è l’ultima conferma del cambio di strategia dei gruppi armati che fino a gennaio controllavano questa parte del paese e che ora stanno cercando di contrastare l’avanzata dei militari francesi e dei loro alleati africani venuti in soccorso di Bamako.
Misna - Secondo fonti concordanti, l’autobomba era stata piazzata nelle vicinanze di una base militare franco-ciadiana e avrebbe causato il ferimento di due civili. Non è comunque ancora chiaro se a bordo dell’auto si trovasse chi materialmente ha azionato l’esplosivo e se quindi si sia trattato di un attentato suicida come sembrano indicare prime ricostruzioni. L’avanzata francese, avvenuta rapidamente, non ha finora comportato vere e proprie battaglie; Ansar al Din, Mujao e Aqmi – i tre gruppi islamisti che si spartivano il controllo della regione – si sono ritirati in relativo buon ordine e ora i combattimenti sono soprattutto concentrati in aree remote come l’Adrar degli Ifoghas, un’ampia zona montuosa nell’estremo nord. Il controllo della città di Kidal è invece passato ai tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla) che insieme al Movimento islamico dell’Azawad (Mia) sta fornendo sostegno ai francesi.
Che la situazione sia ancora lontana da una completa normalizzazione, anche lì dove gli islamisti si sarebbero ritirati, lo confermano notizie di colpi d’artiglieria pesante uditi nelle ultime ore a Gao, città dove lo scorso 8 e 9 febbraio si sono avuti i primi due attentati suicidi nel corso di questo conflitto.
Intanto, a Bamako è giunta una delegazione di parlamentari della Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (Ecowas/Cedeao). La delegazione è parte della Commissione ad hoc sul Mali ed è già stata ricevuta dalle massima autorità del paese. Nei prossimi giorni incontrerà rappresentanti politici, della società civile e di comunità del nord con l’obiettivo di valutare la situazione sociale e politica nel paese alla luce del conflitto e della transizione in corso.
Misna - Secondo fonti concordanti, l’autobomba era stata piazzata nelle vicinanze di una base militare franco-ciadiana e avrebbe causato il ferimento di due civili. Non è comunque ancora chiaro se a bordo dell’auto si trovasse chi materialmente ha azionato l’esplosivo e se quindi si sia trattato di un attentato suicida come sembrano indicare prime ricostruzioni. L’avanzata francese, avvenuta rapidamente, non ha finora comportato vere e proprie battaglie; Ansar al Din, Mujao e Aqmi – i tre gruppi islamisti che si spartivano il controllo della regione – si sono ritirati in relativo buon ordine e ora i combattimenti sono soprattutto concentrati in aree remote come l’Adrar degli Ifoghas, un’ampia zona montuosa nell’estremo nord. Il controllo della città di Kidal è invece passato ai tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla) che insieme al Movimento islamico dell’Azawad (Mia) sta fornendo sostegno ai francesi.
Che la situazione sia ancora lontana da una completa normalizzazione, anche lì dove gli islamisti si sarebbero ritirati, lo confermano notizie di colpi d’artiglieria pesante uditi nelle ultime ore a Gao, città dove lo scorso 8 e 9 febbraio si sono avuti i primi due attentati suicidi nel corso di questo conflitto.
Intanto, a Bamako è giunta una delegazione di parlamentari della Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (Ecowas/Cedeao). La delegazione è parte della Commissione ad hoc sul Mali ed è già stata ricevuta dalle massima autorità del paese. Nei prossimi giorni incontrerà rappresentanti politici, della società civile e di comunità del nord con l’obiettivo di valutare la situazione sociale e politica nel paese alla luce del conflitto e della transizione in corso.
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