martedì, febbraio 12, 2013
Per misura di precauzione i servizi di sicurezza maliani hanno fatto evacuare il principale mercato di Gao e deciso la sua chiusura momentanea, temendo possibili infiltrazioni di elementi jihadisti che negli ultimi giorni si sono già resi responsabili di ripetuti attacchi. 

Misna - Lo riferiscono fonti di stampa locale precisando che a un mese dall’inizio dell’operazione militare francese Serval, nel capoluogo settentrionale si respira nuovamente un clima di incertezza e tensione alimentato dalla presenza in città di appartenenti al gruppo islamista del Movimento per l’unità del jihad in Africa occidentale (Mujao). Nelle ultime ore le operazioni di sicurezza si sono concentrate sullo sminamento del commissariato centrale di Gao, dove sono stati rinvenuti quattro ordigni sepolti sotto l’edificio che nei mesi scorsi era servito da base ai ribelli. Gli elicotteri francesi hanno inoltre operato alcuni bombardamenti mirati contro presunte posizioni del Mujao che ha rivendicato gli attacchi dei giorni scorsi ai danni dell’esercito maliano, segnando l’inizio di una nuova fase nel conflitto. Colpi d’arma da fuoco sporadici si sono uditi ieri verso le 13.30 ora locale, in provenienza dai quartieri nord di Gao (1200 chilometri da Bamako), la più popolosa città del nord fondata al VII secolo, ai tempi dell’impero songhai, successivamente occupata dall’impero maliano e da altre nazioni straniere.

Caduta sotto il controllo dei tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla) il 31 marzo 2012, Gao è poi passata a Mujao e Ansar Al Din che hanno applicato la sharia. I francesi di Serval e i militari di Bamako hanno incontrato poco resistenza nella riconquista di Gao, lo scorso 26 gennaio. Per garantire la sicurezza del capoluogo sono state dispiegate unità di soldati del Ciad e del Niger. I primi bilanci delle violenze di Gao diffusi dal ministero della Difesa di Bamako fanno riferimento a tre insorti uccisi, tre catturati e tre militari feriti. Secondo l’emittente francese ‘Rfi’ invece almeno cinque jihadisti sono stati abbattuti e quattro civili raggiunti da proiettili vaganti.

Mentre diversi osservatori sottolineano il rischio di un’espansione della guerriglia urbana non solo a Gao ma anche negli altri centri riconquistati dai gruppi armati estremisti, il quotidiano ‘Journal du Mali’ ha riferito dell’evacuazione di una cinquantina di giornalisti dal capoluogo settentrionale. Un appello alla ‘jihad’ (Guerra santa) in Mali è invece arrivato dallo Yemen. In un comunicato Al Qaida nella penisola arabica (Aqpa) ha denunciato la “crociata contro l’Islam portata avanti dalla Francia (…) con un intervento militare in nessun caso giustificato”, bollato come “una dichiarazione di guerra contro i musulmani”. Secondo il ramo di Al Qaida basato in Yemen, nato dalla fusione tra forze saudite e yemenite, “sostenere i musulmani in Mali è un dovere per ogni musulmano in grado di farlo (…) con la propria vita o con un contributo finanziario”.

Da Parigi, al termine di un colloquio con il suo omologo nigeriano Goodluck Jonathan, il presidente François Hollande ha dichiarato che “siamo entrati in una nuova fase: quella di ristabilire la piena sicurezza laddove gli islamisti sono stati cacciati”, assicurando che “andremo fino in fondo per non lasciare un minimo spazio del territorio al controllo dei terroristi”. Hollande ha poi aggiunto che “la maggior parte del territorio maliano è già stato liberato, nessuna città è occupata da gruppi terroristi che ormai non sono più in grado di lanciare una vera e propria offensiva”, sollecitando il pieno e celere dispiegamento delle truppe africane nell’ambito della Missione internazionale di sostegno al Mali (Misma). Jonathan ha invece sottolineato che si tratta di un intervento che “prenderà un po’ di tempo perché i ribelli useranno tattiche di guerriglia e ritorneranno”, auspicando inoltre “l’organizzazione di elezioni in tempi brevi” e maggior impegno delle autorità di Bamako nel settore della sicurezza. Da Washington il presidente Barack Obama ha sbloccato 50 milioni di dollari di aiuti alla Francia e al Ciad per “far fronte a una situazione di emergenza imprevista che richiede un’assistenza militare immediata negli sforzi in atto per proteggere il Mali da terroristi ed estremisti violenti”.


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