Combattimenti sono avvenuti ieri nei pressi della moschea degli Omayyadi, ad Aleppo, nel nord della Siria. La notizia è stata riferita da fonti vicine all’opposizione, ma anche l’agenzia di stampa Sana (filo-governativa) ha riferito di “un ordigno fatto esplodere da terroristi contro il muro sud della moschea”.
Misna - L’edificio sacro è situato all’interno della città vecchia di Aleppo ed è inserito nella lista del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Già lo scorso ottobre era stato teatro di combattimenti subendo danni. Ad Aleppo sono in corso da settimane più intensi combattimenti con i ribelli riusciti a guadagnare diverse posizioni sia all’interno della città sia intorno ad essa. Ancora ieri si è combattuto per il controllo dell’Accademia di polizia mentre l’aviazione di Damasco ha bombardato a più riprese un quartiere di Deir Ezzor, nell’est, in mano ai ribelli. Bombardamenti e vittime civili si sono avuti anche a Jobar, un quartiere di Damasco
. Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, dopo aver ricevuto due giorni fa il suo omologo siriano Walid Al Muallem, ieri ha incontrato a Berlino il nuovo segretario di Stato statunitense John Kerry. I due hanno discusso possibili vie d’uscita della crisi alla vigilia dell’undicesima riunione degli Amici della Siria, il gruppo di paesi che sostiene l’opposizione, in programma domani a Roma. All’appuntamento romano si parlerà di quale tipo di sostegno garantire ai ribelli. Secondo un articolo pubblicato due giorni fa dal New York Times, questi ultimi stanno ricevendo armi soprattutto dall’Arabia Saudita. Il governo di Riad avrebbe acquistato grossi quantitativi di armi e munizioni dalla Croazia (che ha smentito) risalenti alle guerre balcaniche. A rifornire le truppe del presidente siriano Bashar al Assad sarebbe invece l’Iran.
Misna - L’edificio sacro è situato all’interno della città vecchia di Aleppo ed è inserito nella lista del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Già lo scorso ottobre era stato teatro di combattimenti subendo danni. Ad Aleppo sono in corso da settimane più intensi combattimenti con i ribelli riusciti a guadagnare diverse posizioni sia all’interno della città sia intorno ad essa. Ancora ieri si è combattuto per il controllo dell’Accademia di polizia mentre l’aviazione di Damasco ha bombardato a più riprese un quartiere di Deir Ezzor, nell’est, in mano ai ribelli. Bombardamenti e vittime civili si sono avuti anche a Jobar, un quartiere di Damasco
. Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, dopo aver ricevuto due giorni fa il suo omologo siriano Walid Al Muallem, ieri ha incontrato a Berlino il nuovo segretario di Stato statunitense John Kerry. I due hanno discusso possibili vie d’uscita della crisi alla vigilia dell’undicesima riunione degli Amici della Siria, il gruppo di paesi che sostiene l’opposizione, in programma domani a Roma. All’appuntamento romano si parlerà di quale tipo di sostegno garantire ai ribelli. Secondo un articolo pubblicato due giorni fa dal New York Times, questi ultimi stanno ricevendo armi soprattutto dall’Arabia Saudita. Il governo di Riad avrebbe acquistato grossi quantitativi di armi e munizioni dalla Croazia (che ha smentito) risalenti alle guerre balcaniche. A rifornire le truppe del presidente siriano Bashar al Assad sarebbe invece l’Iran.
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