martedì, febbraio 05, 2013
Stando al frate cappuccino polacco padre Piotr Gajda, l’idea è venuta a un suo confratello mentre sorseggiava un caffè al bar.

Radio Vaticana -“Nulla di più naturale - si è detto il religioso - tentare di ricavare un aiuto per le missioni della Repubblica Centrafricana e del Ciad bevendo al bar la bevanda che meglio può rappresentarmi: un cappuccino”. Detto fatto. Ha contattato alcune caffetterie, e sei città hanno aderito all’iniziativa “un cappuccino per l’Africa”, devolvendo per tre giorni al mese l’equivalente della bevanda a pro delle missioni affidate alla Provincia cappuccina di Cracovia. In questo modo per ogni “cappuccino” sorseggiato in un bar polacco, i missionari della Repubblica Centrafricana e del Ciad possono distribuire dieci pasti caldi a bambini bisognosi, numerosissimi soprattutto nella Repubblica Centrafricana da vari anni in balia di bande armate che assaltano i villaggi rubando, violentando e reclutando bambini per la guerra. (A cura di padre Egidio Picucci)

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