L’associazione di giornalisti cattolici e ambientali aderisce alla Giornata Mondiale dell’Acqua indetta dalle Nazioni Unite. Il presidente Alfonso Cauteruccio: L’accesso a questo bene essenziale è causa di crescenti conflitti. Anche in Occidente dobbiamo affrontare il problema, se abbiamo a cuore il nostro futuro.
L’impossibilità di accesso all’acqua è qualcosa di difficilmente immaginabile per i cittadini del Nord. Eppure, Un miliardo e 800 milioni di persone non ha accesso ad acque potabili sicure; a causa dei cambiamenti climatici a tale numero si potrebbero aggiungere entro il 2050 altri 2 miliardi e 800 milioni di persone.. I poveri spesso soffrono, non tanto per la scarsità d'acqua in sé, ma per l'impossibilità economica di accedervi. Una situazione che rende il tema della corretta gestione dell’oro “blu” sempre più di stretta attualità. È per questo motivo che l’associazione Greenaccord aderisce con grande convinzione alla Giornata mondiale dell’Acqua che si celebra oggi in tutto il mondo.
“Decidere quale sia il sistema di gestione più equo, più lungimirante, più sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sanitario è un tema ormai ineludibile”, spiega Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord. “L’accesso all’acqua e per il controllo delle fonti, nel Sud del mondo è causa di crescenti conflitti, milioni di persone sono costretti a esodi biblici. Sbaglieremmo, noi cittadini privilegiati dell’Occidente, a disinteressarci del problema. Dobbiamo anzi affrontare seriamente e con risolutezza questo tema, perché ad esso è legato il benessere nostro e delle future generazioni”.
Un tema, quello dell’acqua, che Greenaccord e la sua rete mondiale di giornalisti ambientali hanno sempre avuto molto a cuore. Non a caso, già due anni fa aveva promosso a Roma una giornata di studio con esperti e scienziati di caratura internazionale. “Faccio mia l’analisi che all’epoca fece monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace”, commenta Andrea Masullo, presidente del Comitato scientifico di Greenaccord. “L’acqua non può essere gestita con un criterio esclusivamente privatistico. Essendo un bene essenziale alla vita, alla salute ed alla dignità della persona, ciascuno deve poter accedere ad una quantità minima indispensabile a prescindere dalla propria possibilità di pagare”.
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