A dieci giorni dalla sua elezione, Papa Francesco si recherà domani a mezzogiorno a Castel Gandolfo per incontrare in privato Benedetto XVI e intrattenersi con lui a pranzo, per poi ritornare in Vaticano. Un programma semplice per un momento invece unico, preceduto in questi giorni da molte manifestazioni di affetto da parte del nuovo Pontefice nei riguardi del suo predecessore. Alessandro De Carolis le ricorda in questo servizio: ascolta
Radio Vaticana - Raccontare e mostrare l’inimmaginabile, il saluto tra due Papi, un unicum storico, è il sogno di queste ore di ogni testata giornalistica del pianeta, che lo considera una sorta di “big bang” mediatico. Ed è pure desiderio di tanta gente comune, che sceglierà di salire sui rilievi di Castel Gandolfo o di accendere la tv per coltivare una speranza a dispetto di ogni possibilità. E tuttavia non saranno i bastioni del Palazzo apostolico che affaccia sul lago, probabilmente oggetto di un pacifico assedio mediatico e di folla, a impedire di percepire comunque, di “vedere” il sentimento – di fraternità, di affetto, di stima – che certamente riempirà il cuore dei primi due Papi del terzo millennio cristiano, quando si troveranno, in modo straordinario, faccia a faccia. E questo perché entrambi hanno in certo modo potuto “incontrarsi” più volte in questi dieci giorni, in un dialogo a distanza cominciato la sera del 13 marzo, poco dopo le 20.20, davanti 100 mila “testimoni”:
“Prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”. (Papa Francesco, primo saluto all’elezione, 13 marzo 2013)
Appena eletto, il primo pensiero di Papa Francesco è per Benedetto XVI e quella sera stessa – con il suo stile informale, fatto di immediatezza – gli telefona a Castel Gandolfo. Non si conosce ovviamente il contenuto della telefonata, ma la memoria suggerisce idealmente una risposta del Papa emerito. Un atto di umiltà col quale, a un passo dal congedo, aveva stupito i suoi primi collaboratori, la Chiesa e il mondo:
“Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui. E tra voi, tra il Collegio Cardinalizio, c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza”. (Benedetto XVI, congedo dai cardinali, 28 febbraio 2013)
È l’inizio del dialogo tra Francesco e Benedetto, all’ombra di quello Spirito che il predecessore aveva invitato a seguire negli istanti della grande scelta e che il successore indica, parlando con i giornalisti, come l’unico, vero “motore” degli eventi di questo periodo:
“In tutto quanto è accaduto il protagonista è, in ultima analisi, lo Spirito Santo. Egli ha ispirato la decisione di Benedetto XVI per il bene della Chiesa; Egli ha indirizzato nella preghiera e nell’elezione i cardinali”. (Papa Francesco, udienza ai rappresentanti dei media, 16 marzo 2013)
Ma le parole più belle di questo dialogo, quelle che fanno presagire quanto avverrà al riparo delle mura di Castel Gandolfo, sono quella scaturite dalle labbra di Papa Francesco due giorni dopo l’elezione, davanti ai confratelli cardinali:
“Un pensiero colmo di grande affetto e di profonda gratitudine rivolgo al mio venerato Predecessore Benedetto XVI, che in questi anni di Pontificato ha arricchito e rinvigorito la Chiesa con il Suo magistero, la Sua bontà, la Sua guida, la Sua fede, la Sua umiltà e la Sua mitezza. Rimarranno un patrimonio spirituale per tutti! (Papa Francesco, udienza a tutti i cardinali, 15 marzo 2013)
E Papa Francesco prosegue, in crescendo: “Il ministero petrino, vissuto con totale dedizione, ha avuto in Lui un interprete sapiente e umile, con lo sguardo sempre fisso a Cristo, Cristo risorto, presente e vivo nell’Eucaristia. Lo accompagneranno sempre la nostra fervida preghiera, il nostro incessante ricordo, la nostra imperitura e affettuosa riconoscenza”. Poi il suggello, che è un atto di riconoscimento per una scelta che ha fatto il “bene della Chiesa” e che, afferma Papa Francesco, continuerà a farlo con la forza invisibile della preghiera:
“Sentiamo che Benedetto XVI ha acceso nel profondo dei nostri cuori una fiamma: essa continuerà ad ardere perché sarà alimentata dalla Sua preghiera, che sosterrà ancora la Chiesa nel suo cammino spirituale e missionario”. (Papa Francesco, udienza a tutti i cardinali, 15 marzo 2013)
Radio Vaticana - Raccontare e mostrare l’inimmaginabile, il saluto tra due Papi, un unicum storico, è il sogno di queste ore di ogni testata giornalistica del pianeta, che lo considera una sorta di “big bang” mediatico. Ed è pure desiderio di tanta gente comune, che sceglierà di salire sui rilievi di Castel Gandolfo o di accendere la tv per coltivare una speranza a dispetto di ogni possibilità. E tuttavia non saranno i bastioni del Palazzo apostolico che affaccia sul lago, probabilmente oggetto di un pacifico assedio mediatico e di folla, a impedire di percepire comunque, di “vedere” il sentimento – di fraternità, di affetto, di stima – che certamente riempirà il cuore dei primi due Papi del terzo millennio cristiano, quando si troveranno, in modo straordinario, faccia a faccia. E questo perché entrambi hanno in certo modo potuto “incontrarsi” più volte in questi dieci giorni, in un dialogo a distanza cominciato la sera del 13 marzo, poco dopo le 20.20, davanti 100 mila “testimoni”:
“Prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”. (Papa Francesco, primo saluto all’elezione, 13 marzo 2013)
Appena eletto, il primo pensiero di Papa Francesco è per Benedetto XVI e quella sera stessa – con il suo stile informale, fatto di immediatezza – gli telefona a Castel Gandolfo. Non si conosce ovviamente il contenuto della telefonata, ma la memoria suggerisce idealmente una risposta del Papa emerito. Un atto di umiltà col quale, a un passo dal congedo, aveva stupito i suoi primi collaboratori, la Chiesa e il mondo:
“Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui. E tra voi, tra il Collegio Cardinalizio, c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza”. (Benedetto XVI, congedo dai cardinali, 28 febbraio 2013)
È l’inizio del dialogo tra Francesco e Benedetto, all’ombra di quello Spirito che il predecessore aveva invitato a seguire negli istanti della grande scelta e che il successore indica, parlando con i giornalisti, come l’unico, vero “motore” degli eventi di questo periodo:
“In tutto quanto è accaduto il protagonista è, in ultima analisi, lo Spirito Santo. Egli ha ispirato la decisione di Benedetto XVI per il bene della Chiesa; Egli ha indirizzato nella preghiera e nell’elezione i cardinali”. (Papa Francesco, udienza ai rappresentanti dei media, 16 marzo 2013)
Ma le parole più belle di questo dialogo, quelle che fanno presagire quanto avverrà al riparo delle mura di Castel Gandolfo, sono quella scaturite dalle labbra di Papa Francesco due giorni dopo l’elezione, davanti ai confratelli cardinali:
“Un pensiero colmo di grande affetto e di profonda gratitudine rivolgo al mio venerato Predecessore Benedetto XVI, che in questi anni di Pontificato ha arricchito e rinvigorito la Chiesa con il Suo magistero, la Sua bontà, la Sua guida, la Sua fede, la Sua umiltà e la Sua mitezza. Rimarranno un patrimonio spirituale per tutti! (Papa Francesco, udienza a tutti i cardinali, 15 marzo 2013)
E Papa Francesco prosegue, in crescendo: “Il ministero petrino, vissuto con totale dedizione, ha avuto in Lui un interprete sapiente e umile, con lo sguardo sempre fisso a Cristo, Cristo risorto, presente e vivo nell’Eucaristia. Lo accompagneranno sempre la nostra fervida preghiera, il nostro incessante ricordo, la nostra imperitura e affettuosa riconoscenza”. Poi il suggello, che è un atto di riconoscimento per una scelta che ha fatto il “bene della Chiesa” e che, afferma Papa Francesco, continuerà a farlo con la forza invisibile della preghiera:
“Sentiamo che Benedetto XVI ha acceso nel profondo dei nostri cuori una fiamma: essa continuerà ad ardere perché sarà alimentata dalla Sua preghiera, che sosterrà ancora la Chiesa nel suo cammino spirituale e missionario”. (Papa Francesco, udienza a tutti i cardinali, 15 marzo 2013)
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