lunedì, marzo 04, 2013
Lo sversamento di idrocarburi avvenuto ieri mattina dal relitto della Costa Concordia all'isola del Giglio è stato un brutto segnale per il Consiglio Comunale che si è tenuto lo stesso giorno.

GreenReport - Se è vero che è stato bloccato da 350 metri di panne stese sulla superficie del mare e dalla messa in funzione della pompa galleggiante, gli 0,5 m3 recuperati sono la testimonianza di quanto siano possibili, su uno scafo in evidente e progressivo degrado e sottoposto a forti sollecitazioni naturali e dei lavori in corso, gli incidenti tanto temuti dagli ambientalisti e dalla gente del Giglio. Anche il Consiglio comunale aperto, tenutosi nel pomeriggio di ieri alla presenza della presidente dell'Osservatorio di monitoraggio sull'emergenza Concordia, Maria Sargentini, per fare il punto sui lavori del consorzio Titan-Micoperi non ha dissipato i timori su ulteriori slittamenti della rimozione della Costa Concordia. La Sargentini ha ribadito che «L'Osservatorio lavora esclusivamente per rimuovere il prima possibile la nave e con il minor impatto per l'ambiente» ed ha aggiunto: «Vogliamo fare presto e bene, naturalmente nei limiti della sicurezza delle persone che lavorano attorno allo scafo della nave e che non è negoziabile».

Il problema e che marzo sembra diventato il mese decisivo per capire se Titan Micoperi sarà in grado di togliere davvero entro il 2013 il relitto dagli scogli del Giglio e la Cota/Carnival assicura che entro la fine del mese ci saranno indicazioni chiare sui tempi necessari per concludere un'operazione che è stata rimandata già molte volte e che ha trovato difficoltà "non previste" (ma alcune delle quali previste da altri...).

Nella cronaca del Consiglio Comunale fatta da Giglio News si legge: «Oggi però indicare una data, hanno chiarito sempre i tecnici e Costa, sarebbe un azzardo, anche se le trivellazioni sul fondale per fissare i pali si cui dovranno essere ancorate le sei piattaforme, tre piccole e tre grandi, per tirare su lo scafo sono riprese. Due mesi fa si era parlato della fine dell'estate, da luglio a settembre. Poi le difficoltà incontrate, anche per le caratteristiche geologiche del terreno, avevano costretto il consorzio a fermarsi più volte e cercare accorgimenti per favorire le attività di perforazione. Due delle piattaforme più piccole (la 5 e la 6) sono già pronte. Proseguono le trivellazioni per la 4. Sulla chiglia della nave intanto sono state posate alcune piastre di rinforzo su cui saranno passate le catene per la rotazione. Prosegue il monitoraggio dei fondali e quello delle acque interne».

Dopo le ripetute sollecitazioni di Legambiente, anche l'Osservatorio ha chiesto chiarezza sui tempi e dati e informazioni in vista della prossima riunione che si svolgerà a Firenze il 5 marzo: «Un cronoprogramma delle attività per la messa in opera della piattaforma numero 1, quella che ha dato maggiori problemi, un dettaglio sulle difficoltà incontrate e i ritardi che ne sono derivati, gli esiti delle sperimentazioni autorizzate per la trivellazione del fondale».

Ma le domande fatte ormai un mese fa da Legambiente restano senza risposta, forse perché troppo scomode e puntuali:

1- Si può considerare a questo punto il progetto di recupero definitivo oppure, come dichiarato dal ministro Clini, si tratta ancora di un progetto "di massima"?

2- Quale ente istituzionale o pubblica amministrazione ha ufficialmente approvato il progetto? Come mai è stato scelto un progetto che presentava tutte quelle criticità espresse dagli organismi competenti?

3- Chi effettua il controllo e monitoraggio, anche subacqueo, sulla qualità dei lavori delle società che stanno operando per la rimozione della nave?

4- La necessità di prevedere un fondale artificiale sicuramente avrà suggerito l'opportunità di effettuare dei sondaggi e delle verifiche per garantire l'effettiva possibilità di realizzare le trivellazioni previste. Non sono state individuate in quella circostanza le problematiche che stanno rendendo sempre più difficile la fase di perforazione?

5- Sotto la Concordia si sta predisponendo un "materasso" di sacchi di cemento in grado di reggere il "ribaltamento" della nave. Come è stata calcolata la tenuta di questo "materasso"?

6- Come può la nave reagire in modo positivo alla trazione centrale (per il rialzamento) se i due estremi sono sommersi e con un carico ingente? Non c'è un evidente rischio di rottura?

7- Quali sono gli accorgimenti che verranno presi, e quali le modalità esecutive, per estrarre i liquidi tossici contenuti all'interno della nave che si potrebbero sversare nella fase di rotazione?

8- Quali sono le strutture (anche portanti) danneggiate all'interno della nave dai due grandi squarci provocati dal naufragio? Tali danni quanto peseranno sull'impossibilità di portare a termine il progetto?

9- Dei 26 fori da realizzare sul fondale per i sostegni delle piattaforme del falso fondale, quanti saranno cancellati per l'evidente impossibilità di realizzarli? E quanto tali modifiche, rispetto all'iniziale programma, possono rendere inefficace la riuscita del progetto?

10- In caso di successo dell'operazione prevista con quali modalità e in quali tempi verrà ripristinato il fondale marino che ha subito notevoli ed evidenti danni legati sia al naufragio della Concordia che agli interventi effettuati per rimuoverla? Esiste un "Piano B" in caso invece di un insuccesso di un'operazione così complicata, visto che la sua riuscita negli stessi documenti progettuali non viene data per certa?


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