domenica, marzo 17, 2013
Una folla immensa, circa 300mila fedeli secondo il Comune di Roma, per il primo Angelus di Papa Francesco: stracolma Piazza San Pietro, ma affollatissime anche Via della Conciliazione e le strade vicine. Il Papa, prendendo spunto dal Vangelo odierno, ha parlato del mistero dell’infinita misericordia di Dio. Ce ne parla Sergio Centofanti: ascolta

Radio Vaticana - Tanta gioia e affetto per Papa Francesco. I fedeli sono affluiti sin dalle prime ore del mattino in Piazza San Pietro, presenti numerose famiglie con bambini. “Fratelli e sorelle, buongiorno!”, così ha esordito Papa Francesco, che ha sottolineato l’importanza di incontrarsi di domenica, giorno del Signore, in una piazza che – ha detto – “grazie ai media, ha le dimensioni del mondo”. Parla del Vangelo della donna adultera, che Gesù – davanti al giudizio di scribi e farisei - salva dalla condanna a morte:

“Colpisce l’atteggiamento di Gesù: non sentiamo parole di disprezzo, non sentiamo parole di condanna, ma soltanto parole di amore, di misericordia che invitano alla conversione. ‘Neanche io ti condanno: va e d’ora in poi non peccare più!’. Eh, fratelli e sorelle, il volto di Dio è quello di un padre misericordioso, che sempre ha pazienza. Avete pensato voi alla pazienza di Dio, la pazienza che lui ha con ciascuno di noi? Eh, quella è la sua misericordia. Sempre ha pazienza!”.

Dio ci comprende e ci attende, tocca a noi “tornare a lui con il cuore contrito”. Quindi, aggiunge:

“In questi giorni, ho potuto leggere un libro di un cardinale – il cardinale Kasper, un teologo in gamba, eh?, un buon teologo – sulla misericordia. E mi ha fatto tanto bene, quel libro, ma non crediate che faccia pubblicità ai libri dei miei cardinali, eh? Non è così! Ma mi ha fatto tanto bene, tanto bene … Il cardinale Kasper diceva che sentire misericordia, questa parola cambia tutto. E’ il meglio che noi possiamo sentire: cambia il mondo. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto”.

“Abbiamo bisogno di capire bene questa misericordia di Dio” – ha poi affermato – ricordando un episodio avvenuto poco dopo la sua nomina a vescovo, a Buenos Aires nel 1992, al termine di una Messa:

“E’ venuta da me una donna anziana, umile, molto umile, ultraottantenne. Io l’ho guardata e le ho detto: ‘Nonna – perché da noi si dice così agli anziani: nonna – lei vuole confessarsi?’. ‘Sì’, mi ha detto. ‘Ma se lei non ha peccato …’. E lei mi ha detto: ‘Tutti abbiamo peccati …’. ‘Ma forse il Signore non li perdona …’. ‘Il Signore perdona tutto’, mi ha detto: sicura. ‘Ma come lo sa, lei, signora?’. ‘Se il Signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe’. Io ho sentito una voglia di domandarle: ‘Mi dica, signora, lei ha studiato alla Gregoriana?’, perché quella è la sapienza che da lo Spirito Santo: la sapienza interiore verso la misericordia di Dio”.

Papa Francesco invita a non dimenticare questa parola: “Dio mai si stanca di perdonarci”:

“Lui, mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti”.

Al termine dell’Angelus, ha chiesto di pregare per lui, ricordando che aver scelto il nome del Patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi, rafforza il suo legame spirituale con questa terra, dove sono le origini della sua famiglia:

“Ma Gesù ci ha chiamati a far parte di una nuova famiglia: la sua Chiesa, in questa famiglia di Dio, camminando insieme sulla via del Vangelo. Che il Signore vi benedica, che la Madonna vi custodisca … Buona domenica e buon pranzo!”.


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