giovedì, marzo 14, 2013
Fede e umanesimo: per tutto il mese di febbraio e fino a ieri in tutta Europa Sant’Egidio ha celebrato le liturgie con la memoria delle persone senza dimora. 

Comunitadisantegidio - Li chiamano i nuovi poveri. O gli invisibili. Sono le persone senza casa, gli homeless, che vivono nelle grandi città europee. In realtà, come ha detto recentemente il vescovo ausiliare di Roma centro, mons. Matteo Zuppi, sono visibilissimi: "Sono invisibili perché il cuore sta da un’altra parte, le preoccupazioni sono da un’altra parte. In realtà credo siano visibili". Infatti, la presenza di persone che vivono per la strada è sempre più evidente: non solo in centro città, ma un po' ovunque. C'è chi si ripara tra i cartoni, chi dorme in macchina, magari perchè non può più permettersi l'affitto dell'appartamento: un fenomeno in crescita nell'ultimo anno in Italia, a causa della crisi economica. Qualcuno, grazie alla solidarietà di persone di buona volontà, riesce ad abitare in roulotte: sono poche decine a Roma, e già c'è chi protesta, chiamando la povertà "degrado" e stigmatizzando la generosità di cittadini che con poche risorse, ma con inventiva, suppliscono alla carenza di posti letto nei centri di accoglienza e cercano di rimediare alla povertà estrema.

Ma il degrado vero è che per tante di questi uomini e queste donne la vita non è solo dura, ma drammaticamente breve. Ogni anno, tanti muoiono nelle strade per il freddo, gli stenti, l'alcool (illusorio rimedio, troppo spesso, al freddo e alla paura delle notti per la strada, che in breve distrugge tante vite). Oppure per malattie banali, curabili se soltanto si avesse un tetto o qualcuno che si prende cura.

Come fu per Modesta Valenti, morta alla Stazione Termini 30 anni fa, per un'appendicite. Sembra incredibile, ma non fu soccorsa perchè troppo sporca e morì, nel centro di una capitale europea, in pieno giorno, circondata da decine di persone!

Da trent'anni, Sant'Egidio ne ha fatto memoria, ricordando anche, per nome, tutti i poveri senza casa che di anno in anno perdevano la vita. Per tutto il mese di febbraio e fino a ieri, Sant'Egidio ha celebrato le "liturgie di Modesta": dopo Roma, a Genova, Napoli Trieste, Padova, Milano, in altre città italiane e in Europa, da Barcellona a Varsavia, Kiev, Mosca, Budapest.

Questa liturgia è diventata, negli anni, una "tradizione" che popola le chiese europee di poveri: non assistiti, ma fratelli, commensali alla mensa liturgica. Sono migliaia i nomi che sono stati ricordati in questo mese sugli altari di decine di chiese. Ognuno è una storia: a volte è il dramma di una sollitudine scoperta troppo tardi, a volte quella di un'amicizia tra la Comunità di Sant'Egidio e quell'uomo, quella donna, finiti a vivere per la strada, che ha consolato e alleviato le difficoltà più grandi.

E' motivo di consolazione per chi è povero senza dimora; di intensa preghiera e richiamo ad una vita più generosa per tanti che non hanno dimenticato che sono i poveri coloro in cui, dice il Vangelo, è possibile incontrare il volto del Signore. Ma è anche, va detto, una "rivolta spirituale", espressione di una profonda domanda di giustizia, perchè non si muoia più così.

Per approfondire, vai al sito www.santegidio.org     Guarda il video

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