Lo ha annunciato il ministro italiano degli Esteri Giulio Terzi parlando di “controversia internazionale”. I fucilieri erano rientrati con un permesso di un mese per votare.
Roma (AsiaNews) - I marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone restano in Italia. Ne ha dato l'annuncio Giulio Terzi, ministro italiano degli Esteri, citando la "controversia internazionale" intercorsa tra India e Italia. Contattata da AsiaNews, l'ambasciata indiana a Roma afferma che l'ambasciatore Debabrata Saha non è al momento in sede e rientrerà "tra una o due settimane", e che di conseguenza non può rilasciare dichiarazioni. I due fucilieri del Battaglione san Marco - unici accusati per l'incidente dell'Enrica Lexie - erano in Italia con un permesso speciale di un mese per le elezioni politiche. Trascorso il periodo non faranno ritorno in India, dove un tribunale speciale avrebbe dovuto stabilire la giurisdizione del caso.
L'incidente dell'Enrica Lexie è avvenuto il 15 febbraio 2012. I due marò erano a bordo della petroliera come guardie di sicurezza, e sono accusati di aver sparato contro un peschereccio indiano, scambiandola per un'imbarcazione pirata. Due uomini dell'equipaggio, Jelestein e Ajesh Binki, sono morti per i colpi esplosi dai militari.
Roma (AsiaNews) - I marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone restano in Italia. Ne ha dato l'annuncio Giulio Terzi, ministro italiano degli Esteri, citando la "controversia internazionale" intercorsa tra India e Italia. Contattata da AsiaNews, l'ambasciata indiana a Roma afferma che l'ambasciatore Debabrata Saha non è al momento in sede e rientrerà "tra una o due settimane", e che di conseguenza non può rilasciare dichiarazioni. I due fucilieri del Battaglione san Marco - unici accusati per l'incidente dell'Enrica Lexie - erano in Italia con un permesso speciale di un mese per le elezioni politiche. Trascorso il periodo non faranno ritorno in India, dove un tribunale speciale avrebbe dovuto stabilire la giurisdizione del caso.
L'incidente dell'Enrica Lexie è avvenuto il 15 febbraio 2012. I due marò erano a bordo della petroliera come guardie di sicurezza, e sono accusati di aver sparato contro un peschereccio indiano, scambiandola per un'imbarcazione pirata. Due uomini dell'equipaggio, Jelestein e Ajesh Binki, sono morti per i colpi esplosi dai militari.
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Sono presenti 2 commenti
E sarà meglio!
- Che i due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, abbiano ucciso due innocui, inermi e indifesi pescatori indiani è una triste sicura inequivocabile e documentata realtà.
- Che i due marò italiani svolgessero un delicato servizio armato su di una nave e, che nell’occasione hanno dimostrato una inadatta capacità professionale, stante che non sono stati capaci di stabilire che si trovassero in presenza di personale civile non ostile e, in ogni caso non sono stati capaci di porre in essere tutte le procedure di rito obbligatorie per chi svolge un sevizio armato così delicato, dimostrando assoluta mancanza di professionalità, non bisogna avere svolto un minimo di servizio militare per capirlo.
- Che i due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, per questi motivi vanno processati per questi motivi, lo capisce anche chi di materie giuridiche non si intende.
- Per quanto riguarda le competenze nelle procedure di legge è materia di accordi internazionali che vanno in ogni caso affrontate nelle sedi opportune.
- Che tra l’Italia e l’india, in attesa delle procedure di legge ci siano stati degli accordi apparentemente leali non ci sono dubbi, tanto che i due militari si sono allontanati e rientrati dal paese che sicuramente ha subito il reato con apparente rispetto degli accordi presi.
- Che tali accordi, non sono poi stati rispettati dal Governo italiano è abbastanza chiaro!
- Che personale con requisiti professionali sotto il profilo del servizio armato, non è idoneo a continuare tale servizio fino a una sentenza che dimostri il contrario, non ci vuole certo una laurea in legge per capirlo!
- Che un cittadino italiano abbia il diritto di vergognarsi e di non riconoscersi in questo Governo che non rispetta i tempi i modi e le leggi internazionali, violando le più elementari norme che regolano l’onore della parola data, ritengo che sia il diritto di qualsiasi cittadino che abbia un minimo di dignità!
FRANCESCO BUFFA DESIGNER
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