martedì, marzo 05, 2013
La notizia della cassa integrazione all’Ilva arriva anche per iscritto, con una raccomandata consegnata nelle mani degli operai che si presentano per iniziare il turno di lavoro. Poi l’invito: “Tornate a casa”.

Youreporternews - Come uno schiaffo. Dall’acciaieria che ha rappresentato per la maggior parte delle migliaia di dipendenti, una “boccata d’ossigeno” al sud, un lavoro regolare, ben pagato, a tempo pieno e indeterminato. Un sogno ormai per molti italiani, condizioni di lavoro pensabili ancora, magari in paesi come la Germania. Una “boccata d’ossigeno” che si è rivelata “velenosa”, insalubre, dannosa per la salute degli operai, dei cittadini, dell’ambiente, di Taranto. Un prezzo da pagare altissimo. E che ora chiude la porta in faccia. Per esigenze di primario interesse. Per mettere l’acciaieria più importante d’Europa nelle condizioni di produrre in sicurezza e nel rispetto effettivo dei livelli altissimi di sicurezza, richiesti dall’Aia.

L’udienza relativa alla richiesta di estradizione in Italia di Fabio riva, figlio del patron dell’Ilva è stata aggiornata fra 6 settimane alla Corte di giustizia inglese. Fabio Riva, destinatario di un mandato di arresto europeo per associazione per delinquere e disastro ambientale è vicepresidente dell’acciaieria.
C’è una questione di legittimità aperta alla Corte Costituzionale, che si esprimerà sull’ammissibilità della legge salva-Ilva, solo fra un mese. C’è tanta incertezza, notizie che l’azienda comunica all’improvviso, di cui magari i sindacati neppure sono stati informati.

La Gazzetta del Mezzogiorno confermerebbe che Ilva e sindacati si incontreranno a Roma martedì per discutere il piano di ristrutturazione, all’interno del quale sono previsti 6 mila e 500 esuberi. Una procedura già partita, anche senza la firma dei sindacati. “Cinquanta operai del Siderurgico, in servizio al Treno nastri 1, ieri sono rientrati al lavoro dopo la scadenza della cassa integrazione ordinaria perché non avevano ricevuto altre indicazioni. Nessun problema in portineria: i badge erano attivi e i lavoratori sono entrati in fabbrica”, riferisce il quotidiano online.

“All’improvviso, ecco che arriva una convocazione”, informa il Comitato di Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, per partecipare ad un’assemblea urgente. Agli operai viene consegnata una letterina: una nuova cassa integrazione “a partire da oggi e con data da definirsi per azioni di ristrutturazione impianti”.

Il responsabile di reparto si giustifica. Afferma che i molteplici accadimenti degli ultimi giorni, cioè la morte dell’operaio Ciro Moccia, 42enne precipitato da un ponteggio hanno ritardato le procedure di comunicazione. Ma, i dipendenti protestano, se la trattativa azienda, governo e sindacati deve ancora essere formalizzata, come mai vengono incoraggiati a tornare a casa?

Intanto è deciso, il prossimo 22 marzo la Rete nazionale per la sicurezza e salute in fabbrica e sul territorio ha organizzato una manifestazione a Taranto, per richiamare l’attenzione sui problemi della sicurezza nei luoghi di lavoro.

“Si tratta “di un assedio politico-sociale alla direzione Ilva e di un incontro di massa con gli operai Ilva, che comincerà alle 13.30 e toccherà le portinerie A (alle 15) e D (alle 16). Alle 16.30-17 l’iniziativa si trasferirà ai Tamburi, nella zona più inquinata della città”.


Sono presenti 2 commenti

Anonimo ha detto...

andate a lavorare invece di pensare alle stuticarie. e viva l'ilva

Anonimo ha detto...

ma ki 6? credo propio ke tu nn hai capito niente.adesso l`azienda fa ricadere tutto sugli operai e sulla città.in un paese giusto questa fabbrica nn doveva arrivare a questa situazione

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