Proviamo a dare una lettura della vicenda
La Farnesina ha annunciato che i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre non torneranno in India alla scadenza del permesso che era stato loro concesso per ritornare in Italia a votare. L'ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Daniele Mancini, lo ha comunicato alle autorità indiane. Il ministro degli Esteri indiano Salman Kurshid ha dichiarato oggi all'ANSA che “non sarebbe bene reagire ora” alla notizia che i marò resteranno in Italia. Secondo me, né ora né mai. Ora che delle commesse di elicotteri all’India non se ne parla più, l’Italia ha tirato i remi in barca. Commedia finita e magari con buona pace di entrambe le nazioni.
Adesso è nata formalmente una controversia internazionale con l'India da parte del nostro ministero della Difesa e della Giustizia con coordinamento del Consiglio dei ministri. La Farnesina in una nota scrive che “l'Italia sempre ritenuto che la condotta delle Autorità indiane violasse gli obblighi di diritto internazionale gravanti sull'India, in particolare il principio dell'immunità dalla giurisdizione degli organi dello Stato straniero e le regole della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (Unclos) del 1982”. Si propone formalmente al governo indiano, a mezzo dell’Ambasciatore Mancini, la disponibilità italiana di giungere ad un accordo per una soluzione della controversia anche attraverso un arbitrato internazionale o una risoluzione giudiziaria.
Una sola domanda: come mai ai due marò l’India ha riconsegnato i passaporti originali mentre la volta precedente solamente delle copie? Sempre secondo me, qualche mugugno di rito a parte, l’India chiuderà qui la questione con l’Italia. Staremo a vedere.
di Silvio Foini
La Farnesina ha annunciato che i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre non torneranno in India alla scadenza del permesso che era stato loro concesso per ritornare in Italia a votare. L'ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Daniele Mancini, lo ha comunicato alle autorità indiane. Il ministro degli Esteri indiano Salman Kurshid ha dichiarato oggi all'ANSA che “non sarebbe bene reagire ora” alla notizia che i marò resteranno in Italia. Secondo me, né ora né mai. Ora che delle commesse di elicotteri all’India non se ne parla più, l’Italia ha tirato i remi in barca. Commedia finita e magari con buona pace di entrambe le nazioni.
Adesso è nata formalmente una controversia internazionale con l'India da parte del nostro ministero della Difesa e della Giustizia con coordinamento del Consiglio dei ministri. La Farnesina in una nota scrive che “l'Italia sempre ritenuto che la condotta delle Autorità indiane violasse gli obblighi di diritto internazionale gravanti sull'India, in particolare il principio dell'immunità dalla giurisdizione degli organi dello Stato straniero e le regole della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (Unclos) del 1982”. Si propone formalmente al governo indiano, a mezzo dell’Ambasciatore Mancini, la disponibilità italiana di giungere ad un accordo per una soluzione della controversia anche attraverso un arbitrato internazionale o una risoluzione giudiziaria.
Una sola domanda: come mai ai due marò l’India ha riconsegnato i passaporti originali mentre la volta precedente solamente delle copie? Sempre secondo me, qualche mugugno di rito a parte, l’India chiuderà qui la questione con l’Italia. Staremo a vedere.
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Sono presenti 4 commenti
Ha fatto bene il governo italiano questa volta. La Lexia era in acque internazionali e i 2 marò spararono in acqua. Dopo ci fu un conflitto a fuoco fra la barca e un'altra, forse della polizia indiana e qui furono uccisi i due pescatori. Lo ha confermato il vice comandante della Lexia.
Finalmente qualcuno a Roma si é svegliato.
Per questa volta il mondo non ci deriderà!
Carlo Noviello vice comandante della Lexia sa quello che afferma e poi le carte nautiche parlano.
Che furbi gli indiani. Volevano far pagare a noi i suoi errori.
Gino
Infatti, basta calare la testa davanti a tutto il mondo!
Se c'era Lui, caro lei! L'india sarebbe stata messa apposto subito. Ma non c'é più!
Vittorio.
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