Sarà la Cassazione a decidere l’ammissibilità del ricorso della procura di Perugia, contro la sentenza che ad ottobre 2011 ha assolto Raffaele Sollecito e Amanda Knox dall’accusa di aver ucciso la studentessa americana, Meredith Kercher.
Roma (Youreporternews) - “Abbiamo dimostrato in modo inequivocabile che la polizia scientifica ha commesso una serie infinita di errori”, ha affermato Giulia Bongiorno, uno dei legali di Raffaele Sollecito. L’avvocato ha sottolineato soprattutto il fatto che trascorsero 47 giorni tra un primo e un secondo sopralluogo della scientifica nella casa del delitto: “Nella casa è entrata una serie di persone impegnata in perquisizioni a rovistare ovunque. E’ nel secondo sopralluogo che viene ritrovato il gancetto del reggiseno di Meredith, un gancetto di un altro colore e in un’altra zona della stanza: come si può escludere che ci sia stata contaminazione?”, chiede Bongiorno .
“Nella stanza del delitto sono state trovate moltissime tracce genetiche di Rudy Guede, se ci fossero stati anche loro sarebbero state trovate anche le tracce di Amanda e Raffaele”, precisa ancora il legale, parlando dell’unico considerato responsabile dell’omicidio.
“Ci sono tutti i presupposti perché non cali definitivamente il sipario su un delitto sconvolgente e gravissimo, di cui allo stato attuale esiste un solo colpevole, Rudy Hermann Guede, di volta in volta lombrosianamente indicato come ladro, delinquente, sbandato, nemmeno lui reo confesso, giudicato da un’altra Corte, riconosciuto colpevole di concorso in delitto forse con degli ectoplasmi”, afferma invece il procuratore generale Luigi Riello.
Riello sostiene anche la validità delle prove acquisite dalla polizia scientifica, fortemente censurate invece dai giudici di secondo grado: “I tecnici della scientifica sono stati fatti passare quasi per dei pasticcioni, ma non si tratta di brigadieri che giocano a fare il piccolo chimico ma di appartenenti ad un reparto altamente specializzato che hanno adottato nel loro lavoro tecnologie d’avanguardia”.
“Credo che in questo caso il giudice di merito abbia smarrito la bussola”, afferma il sostituto procuratore generale della Cassazione, chiedendo l’annullamento della sentenza con la quale nell’ottobre del 2011 la Corte d’assiste d’appello di Perugia aveva assolto Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall’accusa di omicidio, archiviando le condanne rispettivamente chieste dall’accusa, a 26 e 25 anni di carcere.
Roma (Youreporternews) - “Abbiamo dimostrato in modo inequivocabile che la polizia scientifica ha commesso una serie infinita di errori”, ha affermato Giulia Bongiorno, uno dei legali di Raffaele Sollecito. L’avvocato ha sottolineato soprattutto il fatto che trascorsero 47 giorni tra un primo e un secondo sopralluogo della scientifica nella casa del delitto: “Nella casa è entrata una serie di persone impegnata in perquisizioni a rovistare ovunque. E’ nel secondo sopralluogo che viene ritrovato il gancetto del reggiseno di Meredith, un gancetto di un altro colore e in un’altra zona della stanza: come si può escludere che ci sia stata contaminazione?”, chiede Bongiorno .
“Nella stanza del delitto sono state trovate moltissime tracce genetiche di Rudy Guede, se ci fossero stati anche loro sarebbero state trovate anche le tracce di Amanda e Raffaele”, precisa ancora il legale, parlando dell’unico considerato responsabile dell’omicidio.
“Ci sono tutti i presupposti perché non cali definitivamente il sipario su un delitto sconvolgente e gravissimo, di cui allo stato attuale esiste un solo colpevole, Rudy Hermann Guede, di volta in volta lombrosianamente indicato come ladro, delinquente, sbandato, nemmeno lui reo confesso, giudicato da un’altra Corte, riconosciuto colpevole di concorso in delitto forse con degli ectoplasmi”, afferma invece il procuratore generale Luigi Riello.
Riello sostiene anche la validità delle prove acquisite dalla polizia scientifica, fortemente censurate invece dai giudici di secondo grado: “I tecnici della scientifica sono stati fatti passare quasi per dei pasticcioni, ma non si tratta di brigadieri che giocano a fare il piccolo chimico ma di appartenenti ad un reparto altamente specializzato che hanno adottato nel loro lavoro tecnologie d’avanguardia”.
“Credo che in questo caso il giudice di merito abbia smarrito la bussola”, afferma il sostituto procuratore generale della Cassazione, chiedendo l’annullamento della sentenza con la quale nell’ottobre del 2011 la Corte d’assiste d’appello di Perugia aveva assolto Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall’accusa di omicidio, archiviando le condanne rispettivamente chieste dall’accusa, a 26 e 25 anni di carcere.
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